Soluzione Quiz botanico ottobre 2016
La brugmansia è probabilmente una delle più ornamentali specie arbustive da fiore, di origine subtropicale, che può essere coltivata con successo nei giardini mediterranei dove raggiunge l’ altezza di un paio di metri, producendo per tutta l’estate, l’autunno e fino ai primi freddi, grandi fiori imbutiformi, fragranti, le cui dimensioni giustificano il suo nome popolare di “trombone degli angeli”.
Il colore dei fiori è generalmente bianco ma alcune specie e varietà hanno fiori di colore giallo o rosa o anche rosso aranciato, talvolta doppi con corolle a sei punte lunghe anche 35 centimetri; sono pendenti, rivolti verso il basso e crescono all’ascella delle foglie, verso l’estremità dei rami.
Indipendentemente dalla specie, la pianta presenta un fusto arbustivo con ramificazioni verdi poco numerose, ingrossate, carnose, con foglie alterne quasi persistenti obovate-acute lunghe sino a 20,30 cm, pallide al rovescio.
Le brugmansie prediligono luoghi semi ombreggiati dove la luce solare diretta le raggiunge durante le ore più fresche del giorno; si propagano di solito per seme ma si può fare anche per talea di ramo semi maturo, in estate, prelevandola con un pezzo di legno vecchio. In giardino è un arbusto che desidera una posizione isolata dove può accrescersi il largo e in altezza senza incontrare ostacoli.
Da un punto di vista sistematico le specie del genere Brugmansia erano originariamente comprese nel genere Datura appartenente alla famiglia delle Solanaceae; i due gruppi sono stati poi separati lasciando le specie annuali ed erbacee nel genere Datura (Datura stramonium ad esempio) e riunendo le specie arbustive ed arboree in un nuovo genere chiamato, appunto, Brugmansia.
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Datura wrightii
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Sarà per questo che molti continuano a fare confusione (anche negli Orti botanici) cartellinando come dature quelle che oggi sono classificate come brugmansie .
Anche tra le diverse specie c’è da dire che non sempre è possibile individuare le caratteristiche specifiche con facilità; nei nostri giardini è infatti possibile coltivare in pien’aria con successo diverse specie come Brugmansia arborea, B. suaveolens, B. versicolor e B. sanguigna.
A parte Brugmansia sanguigna che ha fiori molto riconoscibili perché di forma tubolare e di colore rosso arancio, per le altre specie, considerando anche i molti ibridi interspecifici prodotti, è difficile per un profano distinguere le differenze.
Ci viene in aiuto, in questo, il sito Brugmansia Growers Internationl che è l’Authority che custodisce il registro internazionale delle cultivar di Brugmansia e Datura e che indica una serie di caratteri distintivi per specie in grado di facilitarne il riconoscimento.
Brugmansia suaveolens, ad esempio, che è originaria delle regioni piovose della foresta costiera del Brasile orientale ed è pertanto molto diversa per esigenze climatiche da tutte le altre brugmansie prevalentemente dislocate nelle Ande tropicali, è stata la prima specie ad essere introdotta con successo in Europa intorno al 1780 da dove si è poi diffusa in tutto il mondo. Le sue corolle sono a forma di imbuto con punte dei petali molto brevi e variabili di colore tra bianco, giallo, rosa che si aprono o rimangono chiusi a seconda del momento della giornata.
Brugmansia versicolor proviene da una zona relativamente piccola dell'Ecuador, sulle pendici occidentali delle Ande, fino ad un massimo di 750 metri. Questa specie ha fiori più lunghi di tutte le altre brugmansie, raggiungendo anche i 50 cm di lunghezza (escluso il peduncolo). I fiori sono bianchi, rosa o albicocca e, se colorati, si aprono di colore bianco per cambiare tonalità durante la notte (da cui l’attribuzione specifica versicolor).
Brugmansia arborea proviene dalla regione andina di Ecuador, Perù, Cile settentrionale e Bolivia; nel suo habitat naturale cresce come un cespuglio o piccolo albero (arborea = come un albero); è facile da riconoscere per le dimensioni dei suoi fiori, essi sono, infatti, i più corti di tutte le specie di brugmansia e non sono rivolti verso il basso ma inclinati a 45 gradi. Le brugmansie, come le dature e tante altre Solanaceae, sono note per la loro tossicità, contengono, infatti, atropina, sostanza dotata di poteri allucinogeni e per questo usata per la preparazione di potenti droghe, e anche iosciamina e scopolamine, note per le proprietà narcotiche e antispasmodiche.
Cinque indizi per una specie
Anche se è Halloween e ti vuoi immedesimare nella cupa atmosfera della notte delle streghe non è assolutamente il caso di studiare come preparare la temibile mistura degli zombi utilizzando le mie foglie prese in giardino
Le piante del genere Brugmansia sono note sin da tempi remoti alle popolazioni dell’America Centrale per le loro proprietà allucinogene; stregoni e sciamani se ne servivano per preparare pozioni inebrianti e narcotiche utilizzate prevalentemente a scopo magico; le foglie ed i semi di Brugmansia arborea ad esempio erano utilizzati per preparare la burundanga una “mistura zombizzante “ che bevuta induceva una fase di allucinazioni visive cui seguiva una fase di trance dovuta a forte sedazione, apatia ed amnesia retrograda. Secondo l'Istituto Superiore della Sanità la burundanga è ancora in uso in paesi come la Colombia.
Le trombe del giudizio potrai pensare di ascoltare ammirando i miei fiori ma se angeli o demoni saranno i cantori dipenderà solo dall’uso che ne vorrai fare
Le Brugmansie per la forma dei fiori sono chiamate nelle diverse lingue “tromboni degli angeli” (angel's-tromba, bianchi angel's-tromba, duftende Engelstrompete, trombetão-branco) ma a causa dei particolari effetti indotti dall’assunzione di parti di pianta e dei suoi semi, associati ad alcolici o psicofarmaci, venivano anche chiamate dagli indigeni peruviani “trombe di morte”
Ho preso il nome da un direttore del più antico Orto Botanico dei Paesi Bassi, dalle indiscusse competenze botaniche, particolarmente apprezzato dai suoi contemporanei per i suoi trattamenti contro la cancrena
Nel 1818 il botanico inglese Robert Sweet (1783-1835) autore di opere sulle specie coltivate in giardini e serre britanniche descrisse e rinominò nel suo testo Hortus suburbanus Londinensis due specie di datura: Datura arborea e Datura suaveolens dedicandone l’appellativo generico a Sebald Justinus Brugmans (1763-1819), che fu direttore dell' Orto Botanico di Leiden, nei Paesi Bassi, dal 1786 alla sua morte avvenuta nel 1819. Sebald Justinus Brugmans era medico e botanico; oltre che come direttore dell’Orto di Leiden fu molto apprezzato dai suoi contemporanei per i suoi studi da medico militare che sottolineavano l’importanza della pulizia e dell’igiene per la prevenzione e la diffusione di malattie contagiose. È ricordato soprattutto per le sue esperienze nel trattamento della cancrena.
La sfinge arriverà di notte scambiandomi per un volgare convolvolo e confusa dal mio inebriante afrore si comporterà da colibrì
I fiori delle brugmansie, con il sopraggiungere della sera, emanano un fragrante profumo che attira falene ed altri insetti notturni. A causa della notevole lunghezza del fiore è necessario che l’insetto abbia particolari adattamenti per potere effettuare l’impollinazione ed infatti sul sito dei Giardini Botanici di Villa Hanbury si segnala la presenza su brugmansia di Herse convolvoli, la sfinge del convolvolo, un lepidottero sfingide di notevoli dimensioni, con un'apertura alare di 8–12 cm e una spirotromba lunga fino a 10 cm; nelle regioni equatoriali d'origine i colibrì sono i principali impollinatori.
Le api non lo sanno che venendomi a trovare il loro miele si potrà usare per un inebriante toè
Il miele inebriante è un prodotto ottenuto da api che hanno visitato fiori di alcune specie vegetali il cui nettare è innocuo per le api ma non per l'uomo sul quale il consumo anche di piccole quantità di miele può determinare il manifestarsi di proprietà tossiche o talvolta inebrianti. Esistono diverse specie vegetali i cui fiori hanno questa prerogativa come ad esempio, Rhododendron porticum da cui si otteneva un miele definito “della pazzia” come riferisce Senofonte raccontando di alcuni soldati che ne furono inebriati ed avvelenati. Anche i Maya conoscevano l’efficacia di un miele inebriante che aggiunto a birra di mais conferiva effetti psicoattivi con stati di allegria ed inebriamento. Tra le piante note per la produzione di miele psicoattivo c’è la Brugmansia sanguinea chiamata toè con il cui miele si addolciva una bevanda allucinogena e stimolante.