venerdì 14 giugno 2013

Nanga re e le sue collane

Durante le fiere del verde o nei mercatini del bio il suo piccolo banco lo trovi cercando tra  agrumi a chilometro zero e borse artigianali; lo capisci subito che è una persona speciale, basta fermarsi a sentirlo spiegare a chiunque si accosti ad osservare le sue belle collane di semi, del perché il suo nome sia nel tempo cambiato da François a Nanga-re, dei suoi viaggi in bici tra villaggi africani, della sua fuga dal Mali. Da una parte la voglia di raccontare e dall’altra la necessità di commerciare fanno di lui un tipo particolare: "se vuoi fotografare", mi dice con dolce cadenza francese, "prima devi comprare una delle mie tante collane; sono fatte di semi, cortecce e frutti di piante africane raccolte nel mio lento viaggiare in posti lontani.
Da giovane, in Francia ho studiato a Versaille, alla scuola del verde e facevo giardini ma quando pensavo al futuro vedevo come un fitto bosco da attraversare e due diverse possibili strade da percorrere; io ho scelto di fare quella meno frequentata; questa decisione ha fatto la differenza nella mia vita: sono partito per l’India, come missionario laico, poi Africa e isole e mare ed infine Sicilia dove ho messo radici.
Vivo, oggi, in un piccolo paese di campagna alle pendici dell’Etna con la mia famiglia; una vita semplice, antica, senza particolari confort; da qui parto e cammino alla ricerca dell’essenza del pianeta terra seguendo i ritmi della natura che mi dettano tempi e modi della raccolta; d’inverno raccolgo semi, d’estate frutti e cortecce; poi cerco piccole pietre di fiume, cose semplici che utilizzo per confezionare le mie collane.
Mi piace parlare ai giovani della mia esperienza di pace e sono spesso chiamato nelle scuole o nei circoli culturali dove racconto, attraverso le collane, il mio viaggio in Mali, paese che ho attraversato con mezzi di fortuna prima di dovere fuggire precipitosamente per i disordini scoppiati a seguito della guerra".
Nella confusione del mercato del bio chi lo sente parlare si lascia presto affascinare dalle sue parole e senza saperlo si trova a comprare le sue collane; anche io ne ho scelto una dall’aria tribale che al solo guardarla ti sembra sentir sussurrare cantilene africane; le piante usate, però son siciliane come scrive François sulla busta: semi di palma americana, piccole pere “spinella” , betulla verde dell’Etna e pietre colorate di rosso.
Guardo le altre e anch’esse son fatte con piante locali: frutti di palma, noccioli d’oliva, ghiande e frutti di kapok, cycas, melia; in attesa di un prossimo viaggio africano il verde utilizzato da François è dunque siciliano.
Ma che importa di che piante son fatte queste collane, siano esse provenienti dall'Africa o siciliane sono collane speciali perchè fatte da Nanga re,  un giardiniere sognatore che in gioventù ha  scelto di cambiare strada.
 

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