sabato 31 marzo 2012

Parmentiera alata: l'albero dei bicchieri

Tipi da Orto
Non si tratta di una nuova pagina del blog dedicata all’ orticoltura; l’Orto di cui parlo è l’"Orto botanico", luogo di culto dove osservare, studiare, fotografare il meglio delle potenzialità vegetali di un determinato ambiente senza necessariamente curarne l’estetica, gli accostamenti di forme e colori come si fa nei giardini. Si imparano tante cose negli Orti Botanici che avendo funzione scientifica e didattica hanno spesso splendide tabelle esplicative che spiegano le caratteristiche botaniche e d’uso delle piante collezionate, esemplari spesso rari, riparati dentro serre, che è difficile coltivare altrove. In questa rubrica, perciò, parlerò di loro, dei “tipi da Orto”, specie botaniche veramente speciali che solo negli Orti Botanici è possibile trovare.


Parmentiera alata
Parmentiera alata
Dove trovarla: Orto Botanico di Palermo: serra M. Carolina.
L'esemplare di Parmentiera alata presente all’Orto Botanico di Palermo è un esile alberello dal tronco contorto e corteccia grigiastra posto al riparo della serra monumentale dell’Orto; la specie, infatti, tipica delle regioni aride dell’America tropicale soffre già a temperature inferiori ai 14-17 °C. Secondo una recente revisione tassonomica (GRIN), il genere Parmentiera appartenente alla famiglia delle Bignoniaceae, è oggi classificato come Crescentia, nome che è stato attribuito in onore dell’italiano Petrus de Crescentis (1230-1320) autore bolognese di antichi testi di agricoltura; ne fanno parte solo sei specie originarie di paesi presenti nella fascia equatoriale del nuovo mondo, sino alla Florida. Tutte le specie appartenenti al genere sono cauliflore cioè caratterizzate dal fiorire e fruttificare non sui germogli ma direttamente sul tronco e sulle branche principali; i frutti di Crescentia alata e Crescentia cujete  (a foglie lanceolate) sono sferici e di grosse dimensioni tanto da raggiungere in alcune varietà coltivate i 40 cm di diametro; per questa particolarità vengono chiamati, nei paesi d’origine, alberi dei bicchieri o alberi zucca.
Parmentiera sp.
Crescentia alata è un albero di medie dimensioni alto sino a quindici metri, dal tronco esile e spesso contorto adatto ad ospitare con successo piante epifite come orchidee e felci; ha foglie trilobate, digitate e con un picciolo alato a cui è dovuto il nome specifico; la disposizione crociata delle foglie colpì molto i conquistatori spagnoli che lo considerarono un segno propiziatorio per la spedizione di conquista  intrapresa. I fiori sono grandi, campanulati e si aprono di notte per attirare gli impollinatori che, nei territori d’origine, sono piccoli pipistrelli. I frutti, di forma sferica sono grossi come palle di cannone ed hanno un epicarpo che una volta secco acquisisce consistenza legnosa; da verdi, i frutti rimangono attaccati molti mesi sulla pianta, che ne può produrre anche un centinaio, prima di virare di colore e cadere. Per le popolazione indie che chiamano la specie "Morrito" o "Tecomate", la parmentiera aveva, nel passato, una notevole utilità in quanto il duro epicarpo dei frutti una volta svuotato forniva recipienti di vario genere; frutti ancora verdi venivano anche incisi con disegni e decori che rimanevano indelebilmente impressi quando la scorza si induriva. Oggi, oltre che a scopo ornamentale e turistico, i frutti di crescentia sono utilizzati per la produzione di strumenti musicali come le maracas. Tra le curiosità ritrovate sul web: sino al 1800 la moneta ufficiale delle isole Hawai erano le zucche non solo derivanti da cucurbitacee ma anche da alberi del genere Parmentiera. Ancor oggi la moneta nazionale di Haiti è chiamata “Gourde”: zucca vuota, appunto.

lunedì 26 marzo 2012

Mostre del verde in Sicilia

A distanza di anni luce rispetto ad altre regioni di più antica tradizione giardiniera, anche in Sicilia, nelle prossime settimane, avranno luogo alcune "mostre mercato del verde" rivolte ad un pubblico botanicamente evoluto ed interessato ad aspetti del “sentire floreale” meno usuali delle solite fiere, come ad esempio,  l' acquisto di specie e varietà da collezione, la partecipazione a conferenze sul verde, la presentazione di libri ad opera degli stessi autori, corsi di acquerello nonchè attività rivolte ai più piccoli come una caccia al tesoro botanico, performance di art garden e tanto altro ancora.
La cosa, in genere,  funziona così: gruppi di aziende vivaistiche di nicchia si riuniscono presso un’ azienda vivaistica di nicchia, scambiandosi reciprocamente, in giro per l’Italia, l’onere e l’onore di organizzare una manifestazione floristica per un pubblico di appassionati alla ricerca delle ultime novità in fatto di “verde di tendenza”. Si è già svolta con questa modalità, agli inizi di marzo a Milis, in Sardegna, “Primavera in giardino” una manifestazione molto seguita, organizzata dal vivaio "I Campi”, dove un pubblico di veri intenditori ha potuto acquistare specie botaniche di recente e antico, blasonato, pedigree: non una semplice rosa ma una rosa ‘General Schablikine’; non una normale Hardenbergia ma Hardenbergia Happy Wanderer’ dal colore rosa; o, ancora: Iris sibirica ‘Dance ballerina dance’ e ‘Golden Edge’, Aconitum napellus album ‘Common Monkswood’, Delphinium elatium h. ‘Darwin’s blue indulgence’ o bulbi di ‘Zephyranthe carinata’, come è possibile leggere dalle cronache verdi sul web.
Ora è finalmente il turno della Sicilia dove, volendo recuperare il tempo perduto, si sono fatte le cose in grande organizzandone due di mostre mercato, entrambe a Catania e dintorni a distanza di una settimana una dall’altra.
La prima manifestazione in ordine di tempo, alla sua seconda edizione, si chiama “Ciuriciuri a ..Valverde, mostra mercato di vivai collezionisti, piante rare ed insolite in vivaio” e si svolgerà dal 30 marzo al 1 aprile a Valverde (Ct) “, organizzata da Francesco Borgese e Ester Cappadonna del vivaio Valverde specializzato in piante dei giardini di una volta recuperate dai giardini delle vecchie ville siciliane (Ruscus, Liriope, Aspidistra, Bergenia, Agapanthus e bulbi mediterranei). Alla manifestazione è prevista la partecipazione di alcuni vivai già presenti in Sardegna tra i quali: Floriana Bulbose  (bulbi, cormi, rizomi e tuberi);  Vivai del Valentino (piante grasse); Malvarosa  (pelargoni e gelsomini) insieme a tanti altri vivaisti provenienti da tutta Italia. Un nutrito elenco di incontri ed attività completano il programma della manifestazione.

La settimana che segue, a Pasqua, dal 7 al 9 aprile presso la Tenuta Cardinale dell’Azienda Trinità (Ct) gestita dall’agronomo paesaggista Salvatore Bonajuto, si svolgerà la seconda manifestazione siciliana di primavera dal titolo “Dove fiorisce la Jacaranda”.
In base a quanto indicato dal programma è prevista la partecipazione di un numero assai nutrito di espositori provenienti da regioni come il Piemonte, Toscana, Campania e, naturalmente Sicilia, spaziando dalle rose alle paeonia, dagli agrumi alle succulente, alle plumerie. Ambizioso il programma degli eventi in agenda che andranno dall’ arte del garden design, con una realizzazione artistica della paesaggista inglese Clare Littlewood, al corso di acquerello botanico tenuto dalla illustratrice di giardini Maria Rita Stirpe.

Non vedo l’ora che la festa cominci; forse riuscirò a coronare  il sogno di possedere  un ibrido di paeonia arbustiva dal nome così evocativo, per un’insegnante come me, di: “Souvenir du Professeur Maxim Cornu".

P.S.

Ho scoperto solo oggi (28 c.m.) che anche a Palermo, questo fine settimana dal 30 marzo al 1 aprile si terrà una mostra mercato di florovivaismo dal nome "La Zagara", ospite dell'Orto Botanico. Secondo quanto leggo sul sito di presentazione vi parteciperanno alcune aziende la cui presenza è prevista, come da programma, alla mostra "Ciuri ciuri"; tra esse, ad esempio,  il Vivaio Valverde che ospita la mostra di Catania. Che abbiano scoperto il dono dell'ubiquità? Io ho visitato in autunno la terza edizione della manifestazione le "Zagare" e pur di vedere, in una stagione diversa, l'Orto Botanico di Palermo, penso che ci farò una scappata.

sabato 24 marzo 2012

Soluzione cruciverba botanico febbraio 012

Orizzontale  1: specie del genere Cerastium sinonimo di Cerastium glomeratum; 7: genere di alberi ed arbusti provenienti dall’Asia appartenente alla stessa famiglia della Camelia, descritto per la prima volta da Thunberg nel 1783; 8: specie del genere Stellaria detta Centocchio dei rivi; 9: bevanda etiope leggermente alcolica ottenuta con miele messo a fermentare con foglie e corteccia di arbusti della famiglia delle Ramnaceae; 11: specie del genere Carduus nota come musk thistle, chardon penché, cardo rosso; 15: Genere di piante tropicali da fiore il cui nome sin dal  1678 fu attribuito per  la somiglianza con l’organo sessuale femminile; 17: Western bluegrass, sinonimo di Poa secunda; 18: prima parte del nome di cultivar di Camellia reticulata  … zhu cha; Verticali 1: Victoria amazonica; 2: Genere della famiglia delle Brassicaceae a cui appartengono due sole specie erbacee (aura e grandis) presenti in un’areale circoscritto del sud dell’America; 3: Genere di  piante parassite diffuse in tutte le regioni tropicali e temperate, dannose per patata, leguminose, labiate che emettono austori filiformi che si introducono nei tessuti dell’ospite traendone alimento; 4: prima parte del nome composto di varietà (… Zuru) di  Rhodohypoxis ; 5:   specie di alga d’acqua dolce presente esclusivamente in Europa appartenente al genere Nitella; 6: al centro …. del genere Suaeda; 8: Iniziali di insigne botanico palermitano amico di Vincenzo Tineo e Filippo Parlatore che fu direttore dell’Orto Botanico di Palermo dal  1856 alla sua morte (1892); 10: Abbreviazione standard del genere di orchidee epifite Acampe; 12: Hemerocallis  “Etruscan …” (RHS);  13: Varietà di Cucumis melo dedicata al più lungo fiume della terra; 14: Salix acuminata auctorum; 16: varietà di Hemerocallis ( … Mauna) dedicata al vulcano attivo più grande del mondo;

mercoledì 21 marzo 2012

Girolamo Giardina, botanico siciliano

La parte più divertente della preparazione di un post è per me, senza dubbio, la ricerca di informazioni, approfondimenti, riscontri a ciò che penso di scrivere. Con la scusa di un post oltre  a consultare i miei libri e a chiedere informazioni in giro, perlustro e scandaglio il web in lungo ed in largo, in Italia ed all’estero, per curiosare tra i siti istituzionali ed amatoriali che a diversi livelli si occupano di piante. Cercando, cercando trovo sempre qualcuno più esperto di me capace all’occorrenza di fornirmi informazioni o identificarmi una specie. Mi è già capitato con Maurizio Vecchia, grande esperto di Passiflora che a gentile richiesta mi ha identificato in due successive occasioni le foto di due specie di Passiflora e Tacsonia a me del tutto sconosciute. 
Tacsonia vitifolia


Passiflora incarnata


Link

Recentemente mi si è presentata l’occasione di ripetere l’esperienza con Girolamo Giardina autore di un sito bellissimo sulle piante siciliane; il prof Girolamo Giardina, grande esperto di botanica, Professore Universitario a Palermo, è autore di numerosi libri sulla flora spontanea siciliana. Ho cercato il suo aiuto perché questo autunno mi sono imbattuta in una specie spontanea sarmentosa che produce sconosciute campanelle; l’ho fotografata in due occasioni ed da allora giace innominata nella cartella delle foto in quiescenza. Il sito “flora sicula” è completo, scientificamente ineccepibile, belle foto, interessanti informazioni e cercando, cercando vi trovo un indirizzo  email a cui chiedere ragguagli; vi allego le foto della mia “Innominata campanella” e spedisco la missiva.

Innominata campanella*
Ho appena cliccato su invio che vengo presa da un tardivo ripensamento: Girolamo Giardina è un noto botanico e anche se il suo sito non è “Istituzionale” la richiesta potrà sembrare inopportuna. Scoprirò a breve di non essere stata solo inopportuna ma anche sprovveduta; a scoppio ritardato cerco notizie su Wiki  e scopro così  che il Professore Girolamo Giardina  è morto a Catania l’8 dicembre del 2006. Più di cinque anni fa.
Riflessioni

Per quanti anni ancora quello che scrivo e pubblico mi sopravanzerà? Non avevo pensato a questo aspetto del web. Se i miei effetti personali so bene o male a chi andranno con la mia dipartita, le mie sciocche parole una volta scritte e postate per quanto tempo vagabonderanno all'interno di computer sconosciuti? Scompariranno primo o poi anche le foto o, fino a che qualcuno le aprirà, resteranno a mio ricordo, nel mondo virtuale? Che forse scrivendo post abbiamo trovato, a buon mercato, la scorciatoia per l’immortalità. A me, riflettendo, riflettendo è passata la voglia di postare.

Post scriptum 22 ottobre 2012
Una nuova collega di Scienze ha identificato con grande sicurezza la mia "Innominata campanella"  che, dunque,  ora ha un nome chiamandosi: Clematis cirrhosa.

sabato 17 marzo 2012

Ornithogalum dubium, una bulbosa colore del sole


"San Michele aveva un gallo,
bianco, rosso, verde e giallo..";
ma no, la filastrocca che ho in testa recita così:
"San Michele aveva un “Ornitogallo”
bianco, arancio, non verde ma giallo.."

e poi, manco di gallo si tratta perché l’ornitogalo, una bulbosa appartenente al genere botanico Ornithogalum, è comunemente chiamata, per alcune specie, “latte di gallina” come indica lo stesso etimo del nome greco da ornis (uccello) e gala (latte).
Tra galli e galline regna una gran confusione e solo dopo “matte e disperatissime” ricerche sono riuscita ad avere un quadro più nitido del genere Ornithogalum che comprende specie bulbose provenienti dall’Europa, Asia ed Africa del Sud. Queste liliacee sono tutte dotate di un bulbo perennante che ogni anno produce foglie e fiori al finire dell’inverno o in primavera, generalmente di colore bianco ma pure arancione e giallo. Le foglie seccano in estate per vegetare di nuovo in primavera. Va da se che i bulbi temono il freddo e possono essere lasciati sul posto solo dove il terreno non arriva a ghiacciare. Tra le specie spontanee presenti in ambiente mediterraneo caldo, in terreni incolti o seminativi, Ornithogalum umbellatum, è chiamata dagli inglesi “star of Bethlehem”, dai francesi “dame onze heures” e da noi mediterranei, come gli antichi, “latte di gallina” probabilmente per il latice biancastro che fuoriesce dai semi; ha fiori bianchi, stellati, striati di verde che compaiono in primavera, raccolti in lunghi racemi.

Ornithogalum thyrsoides
Altra specie diffusa allo stato spontaneo è Ornithogalum arabicum, facilmente riconoscibile per il grosso ovario nero che contrasta con il bianco puro dei sei petali. Entrambe le specie possono essere utilizzate in giardino in zone di pieno sole mettendo i bulbi a dimora in autunno in terreno ben drenato o, se fa freddo, in primavera per formare macchie relativamente fitte.  Tra le specie più utilizzate come fiore reciso dai fioristi la specie  Ornithogalum thyrsoides
Ornithogalum arabicum
Io, che giardino non ho, acquisto ogni anno bulbi in vaso di Ornithogalum dubium, già in fiore.
La specie che viene dal Sud Africa non è tanto rustica ed è dunque poco adatta ad essere coltivata in piena terra, meglio in contenitore; ha una rosetta di foglie allungate, triangolari e grandi fiori portati in infiorescenze piramidali, con petali di un irresistibile, brillante, solare, colore arancione e un centro verde o marrone ma ci sono varietà anche di un pallido giallo pastello; i fiori si aprono a partire dal basso verso l’alto dell’infiorescenza e durano a lungo, sia recisi che in vaso.
Per quanti accorgimenti si possano attuare è difficile che i bulbi facciano una seconda fioritura perciò, ogni anno, ne ricompro un vaso già fiorito; mi piace moltissimo guardarne i fiori, dello stesso colore arancione che vedo in balcone quando, beata, mi prendo in viso il  primo caldo sole della primavera. 

Approfondimenti
Dove trovarlo

mercoledì 14 marzo 2012

Proverbi, modi di dire e ..le piante

Disse il ficus alla roccia …. "dammi tempu ca ti perciu"


****

Non tutti i mali vengono per nuocere

Phoenix morta e Mirabilis jalapa viva
.. o, anche:
Mors tua vita mea

***
Sono cresciuta a ..cane e cicoria

Lea e Cichorium intybus

FINE 

venerdì 9 marzo 2012

Acanthus

Cinque indizi per una specie

Soluzione quiz botanico febbraio 012
L’acanto è un’erbacea perenne, rustica, a riposo estivo, assai diffusa allo stato spontaneo nei luoghi ombrosi dell’ambiente mediterraneo; ha grandi foglie molto decorative, disposte a rosetta, lucide, lobate con bordi ondulati; in primavera porta fiori delicati di colore bianco violaceo disposti in spiga all’apice di fusti eretti, di consistenza sub legnosa.
Il nome del genere, in greco significa “spina” a causa delle estremità appuntite delle foglie e delle capsule che racchiudono i semi soprattutto in Acanthus spinosus, diffuso allo stato spontaneo. La specie Acanthus mollis è invece utilizzata nei giardino mediterranei in luoghi freschi ed ombrosi come bordura o nelle aiuole miste.
Per la bellezza del fogliame di colore verde brillante l’acanto è stato utilizzato  sin dall’antichità come motivo decorativo  di cornici e membrature architettoniche;  fu Callimaco, architetto scultore  ateniese, noto per la minuziosità delle sue decorazioni,  ad accorgersi delle potenzialità decorative delle foglie dell’acanto che utilizzò come motivo decorativo del capitello corinzio.  Le foglie d’acanto sono state un motivo decorativo ricorrente anche nel tardo impero romano ritrovandosi su vasellame ed arredo dell’epoca.
Link di reperimento


Al fiore dell’acanto Giovanni Pascoli ha dedicato una poesia dal titolo omonimo nella raccolta Myricae pubblicata nel 1891
FIOR D’ACANTO
a Egisto Cecchi
Fiore di carta rigida, dentato
petali di fini aghi, che snello
sorgi dal cespo, come un serpe alato

da un capitello;
fiore che ringhi dai diritti scapi
con bocche tue di piccoli ippogrifi;
fior del Poeta! industrïa te d’api
schifa, e tu schifi.

L’ape te sdegna, piccola e regale;
ma spesso io vidi l’ape legnaiola
celare il corpo che riluce, quale
nera viola,
dentro il tuo duro calice, e rapirti
non so che buono, che da te pur viene
come le viti di tra i sassi e i mirti
di tra l’arene.
Lo sa la figlia del pastor, che vuoto
un legno fende e lieta pasce quanto
miele le giova: il tuo nettare ignoto,
fiore d’acanto.

Link
Il frutto di acanto è una capsula deiscente contenente da due a quattro semi simili a fagioli di colore marrone; in estate quando le capsule sono secche si aprono in modo improvviso ed elastico proiettando i semi, che hanno una elevata germinabilità, a grande distanza.
Link
Acanthus è una piccola comunità canadese nella provincia dell’Ontario presso il Cedar lake; Guardando la mappa del sito sono presenti in zona  un lago (Acanthus lake) ed un'isola (Acanthus Island).
Link

La specie si riproduce da seme o per divisione del cespo; io l'ho trovata presso: http://www.vivaivalverde.it/ 

Grazie a Magda che per prima (e unica)  ha risolto, commentando,  il mio quiz!

domenica 4 marzo 2012

Bedding plants

E’ tornato; vederlo a distanza mentre, ferma al semaforo, aspetto l’arrivo del verde è stato un tuffo al cuore. E’ il "camione ambulante dei fiori" che ancora prima dell’arrivo delle rondini è per me il segnale barometrico di inizio primavera. 
Daliette da vaso
E’ fatta, siamo fuori dall’inverno, posso ricominciare a comprare fiori per il balcone di casa. Sino ad ora, infatti, il mercato delle piante in vaso è stato un vero mortorio, anche all’ipermercato vicino casa che dovrebbe essere sempre assortito non c’è stato verso di comprare qualcosa di diverso da lavanda, prezzemolo e menta. Molti mi dicono (mia madre in testa): “è ancora troppo presto, l’inverno non è finito, devi avere pazienza””, ma dico io, “non siamo mica in Alto Adige”. Vivere in Sicilia ha almeno questo di bello: il clima; le giornate di questo inizio di marzo sono tiepide ed è da un qualche giorno che non accendo i termosifoni; è la situazione climatica ideale per la maggior parte delle specie annuali da fiore, note commercialmente come "Bedding plant"; non troppo caldo e, per l’esterno, minime termiche non troppo basse.
Cineraria
Poi, quando verrà giugno, il rialzo delle temperature farà sbiadire i colori di primule e pansè; si ammoscieranno le foglie di cineraria e su verbena, afidi, cocciniglie e tripidi nasceranno a nuova vita. Se nel giardinaggio ci fosse saggezza, per noi meridionali la stagione dei fiori dovrebbe escludere l’estate. Invito tutti, allora, a destagionalizzarci, ad uscire fuori dagli stereotipi botanici e cambiare abitudini di acquisto godendoci adesso, ora e subito questa nuova stagione dei fiori.
 Bedding Plants


Con il termine “Bedding plants” si fa commercialmente riferimento ad un vasto gruppo di specie annuali, generalmente da fiore, di piccole dimensioni utilizzate per il verde pubblico o per arredare balconi o patii o piccoli spazi a verde esterni alle abitazioni private. Al gruppo appartengono piante dalla tipologia assai varia, fiorite e non, perennanti, piccoli arbusti, specie ortive. Secondo una definizione accademica la bedding plant si può definire come "ciascuna pianta di solito erbacea, coltivata all'inizio in condizioni controllate e poi acquistata e coltivata da un consumatore". Sono piante usa e getta perché, in genere, si mantengono belle in vasi, cassette  o aiuole per un tempo definito poi si spengono poco a poco com’è nella loro natura.
Primule
Quello che segue è un piccolo elenco dell’assortimento che in questo momento il camione o i piccoli rivenditori dei mercati offrono al pubblico compratore: Tulipa; Primula acaulis; Ranunculus; Viola tricolor, Viola cornuta,  Bocca di leone (Anthirrinum majus), violacciocca (Matthiola incana), verbena, Dimorphoteca, daliette, Cineraria maritima, garofanino (Dhianthus barbatus), Gazania nivea, Osteospermum

BUONI ACQUISTI A TUTTI!!!


giovedì 1 marzo 2012

Eugenia myrtifolia: una rustica specie da siepe


Sito di reperimento dell'immagine
Rubrica Verde Insieme “L’esperto risponde”


Ho ricevuto questa richiesta alla quale con piacere rispondo

 Quesito
La casa dove abito è posta al piano terreno di una palazzina condominiale e dispone di un piccolo spazio pavimentato esterno dove giocano i bambini; tale spazio si affaccia sulla pubblica via dalla quale è separato da un basso muretto e da una ringhiera a vista per un’altezza complessiva di circa un metro e mezzo da terra. Vorrei avere un poco di privacy mettendo dei vasi con arbusti sempreverdi capaci di schermare la vista a chi passa per strada o transita dal portone di ingresso della palazzina. Abito in una città di mare del Meridione e la casa, esposta a mezzogiorno,  è molto soleggiata anche se è parzialmente ombreggia dai palazzi di fronte. Che specie mi consiglia di mettere?

Risposta
La sistemazione a verde di spazi adibiti a luoghi di soggiorno all’aperto, da effettuare collocando specie arbustive o rampicanti in vaso, sebbene apparentemente semplice, nasconde, in realtà qualche, insidia. Nella sua lettera, ad esempio, non mi specifica se all’esterno è presente un rubinetto o una vasca d’acqua, alla quale poter collegare un impianto di irrigazione. Distribuire acqua ai vasi con regolarità predisponendo un impianto di irrigazione a goccia, è condizione indispensabile,  al sud, per poter pensare di realizzare una barriera sempreverde folta e coprente in ogni stagione dell’anno. Per creare, poi, una fitta coltrina vegetale, piuttosto che l’utilizzo di vasi sarebbe più opportuno realizzare dei vasconi perimetrali adeguatamente impermeabilizzati alti circa quaranta centimetri da terra ai quali assicurare un adeguato sgrondo dell’acqua in eccesso. Sarà possibile in tal modo mettere le piante più vicine tra loro predisponendo una lunga ala gocciolante con gocciolatoi posti al piede di ogni pianta.

Tra le specie vegetale sempreverdi che in zona temperata calda hanno dato buoni risultati per la realizzazione di schermi divisori, mi sentirei di consigliare una rustica specie sempreverde australiana: Eugenia myrtifolia o meglio, secondo la moderna denominazione tassonomica GRIN, Eugenia uniflora o Syzygium australe.

Eugenia uniflora
La specie, di grande adattabilità, presenta un portamento cespuglioso ed una vegetazione molto folta; le foglie sono piccole, ovali ed appuntite e, come dice l’appellativo specifico, ricordano quelle del mirto, appartenendo, tra l'altro, alla stessa famiglia botanica; da giovani i germogli hanno in genere una colorazione rossa ruginosa molto decorativa ed i fiori riuniti in pannocchie all’apice dei rami, sono piccoli ma molto attraenti per l’intenso colore viola dei boccioli e per i numerosi stami bianchi.

I frutti sono piccoli e violacei, hanno polpa acidula ed un solo seme al centro. In Australia è comunemente utilizzata come specie da siepe in quanto sopporta molto bene le potature, resiste alla siccità e al vento ed è perciò adatta alle località marine.
La varietà più diffusamente coltivata in vaso è la "Newport" particolarmente resistente ai patogeni. Acquistando esemplari in vaso già dell’altezza di circa un metro e mezzo o più e mettendoli a dimora a distanza di poco superiore a quella del pane di terra, la privacy della sua casa sarà adeguatamente preservata.



Per le ultime novità in fatto di Eugenia guarda il mio post: Eugenia Etna Fire
Perdita di colore di Eugenia Etna Fire
 

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