Com’è dura e faticosa la giornata del turista di città; sveglia presto e camminare con un programma fitto di cose da vedere: musei, palazzi, mercati e negozi vengono tutti passati al setaccio senza stare su a pensare alla fatica da affrontare perché :” Chissà quando mai ritornerò a visitare questa caotica città di mare”. C’è un momento, però, della giornata, molto duro da superare, quando a mezzogiorno la città si svuota perchè tutti se ne vanno a pranzare e allora anche il turista globetrotter non ha proprio dove andare e gioco forza si deve fermare. Non ha senso stare a girare in una città che ha altro da pensare. Un parco, un giardino, una panchina al fresco sono indispensabili da trovare per fermarsi a resettare idee e programmi da venire. A Catania c’è un posto che mi sento di consigliare al turista che si deve riposare e questo luogo è l’
Orto Botanico di città a cui si accede dal n. 395 al 401 della centralissima via Etnea. Non c’è molto da camminare e la scoperta di specie interessanti da fotografare renderanno piacevole la breve sosta prima di ricominciare.
ORTO BOTANICO DI CATANIA
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Tratto da: Guida alla visita dell'Orto botanico, edizione 1983 |
L’Orto botanico di Catania è stato fondato tra il 1850 ed il 1860 dal padre benedettino Francesco Tornabene Roccaforte, uomo d’ingegno catanese, di cultura enciclopedica i cui studi spaziavano dalla teologia all'agricoltura e alla botanica e che per oltre cinquant’anni, dal 1840 al 1892, ebbe la docenza della cattedra di Botanica presso l’Ateneo di città. L’Orto non è molto grande essendo esteso complessivamente circa un ettaro e mezzo ed è diviso in due distinte sezioni che fanno capo una all’Orto Generale (Hortus universalis) di maggiore superficie, organizzato in modo formale in settori dal tracciato geometrico che si dispiegano secondo la direttrice principale che dall’ingresso di via Etnea porta all’edifico che ospita l’ Erbario e l’altra, all’Orto Siculo (Hortus siculus) su un terreno a livello ribassato, donato come ampliamento dell’Orto nel 1865 e che raccoglie, come voluto espressamente dal benefattore, piante spontanee della flora sicula con particolare riguardo a quelle in progressiva estinzione.
Altri punti di interesse dell'Orto sono: l’acquario ripartito in settori per la coltivazione di piante acquatiche in massima parte angiosperme come ninfee, nelumbo e papiro (Cyperus papyrus) ma anche alcune specie di felci galleggianti come Marsile e Azolla;
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Euryale ferox:
le grandi foglie rotonde galleggianti hanno la pagina superiore increspata e ricoperta di spine sparse
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e la grande serra, di recente realizzazione , ricostruita al posto dell’originale Tepidarium. Essa ospita una collezione di specie tropicali (Coffea, Mangifera indica, Piper auritum) e palme in acclimatazione (Ravenala madagascariensis, Hyophorbe lagenicaulis).
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Serra delle specie tropicali |
Le collezioni
L’Orto Generale è diviso in quadri organizzati per famiglie botaniche secondo la classificazione di Engler adottata agli inizi del 900 dall’allora direttore dell’Orto. Interessante la collezione delle palme con oltre 40 specie e più di cento esemplari anche di notevole dimensione e rarità come Trithrinax campestris una elegante palma con fusti multipli, alti oltre cinque metri e ciuffi di foglie terminali a ventaglio e margine spinoso.
Altre specie di palme con esemplari adulti, spesso in regolare fruttificazione, sono sparse per l’Orto come: Caryota mitis, Butia eriospata che produce frutti eduli dal sapore di susina, Sabal palmetto, Erythea armata dal fogliame azzurrognolo, Whashingtonia robusta, Phoenix canariensis con esemplari di entrambi i sessi (la palma femmina è quella, evidentemente, che porta il casco di datteri).
Scientificamente importante, in quanto arricchita da numerose donazioni private, è poi, la collezione delle succulente coltivate in parte all’aperto e, nelle specie più delicate, in serra. Fu lo stesso Tornabene a dare vita alla collezione iniziale come risulta da un suo elenco di acquisizioni datato 1887 che annovera specie appartenenti alle Cactaceae, Crassulaceae, Aizoaceae. Passeggiando per l’Orto si possono, inoltre, notare grandi esemplari di specie arboree alcune provenienti dall’impianto originale dell’Orto; tra esse Phitolacca dioica specie originaria dall’Argentina con una circonferenza alla base superiore ai dieci metri; Eucaliptus citriodora così chiamato per il gradevole odore di limone che emanano le foglie se stropicciate, Dracaena draco con due grandi esemplari posti davanti la scalinata di accesso dell’edificio principale. Sono poi numerose le specie arbustive esotiche da fiore che , introdotte presso l’istituzione Universitaria, sono oggi frequentemente utilizzate come specie ornamentali nei giardini pubblici o privati dell’isola come: Brugmansia versicolor, Jacobinia macrantha, Duranta mutisii, Tecomaria capensis, Odontonema strictum.
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Brugmansia, Jacobinia, Duranta, Tecomaria, Odontonema |
Hortus siculus
Verso sud, attraverso un leggero dislivello, si accede ad una piccola parte riparata, compresa tra antichi palazzi e un alto muro di recinzione, sede dell’Orto Siculo che raccoglie esclusivamente specie spontanee della flora siciliana come espressamente indicato nel 1865 dal catanese Mario Coltraro all’atto del lascito.
In tempi recenti sono stati riprodotti alcuni ambienti tipici del territorio isolano partendo dalle coste alle zone umide, dalla macchia ai boschi montani. Molti gli esemplari di specie arboree come carrubo, leccio e bagolaro e specie in via di estinzione come Abies nebrodensis e Zelkova sicula. Interessanti le arbustive come Erica multiflora, Phyllyrea angustifolia, Cistus creticus, Cistus monspeliensis, Cistus salvifolius e le erbacee come Scilla sicula e Centaurea tauromenitana o fiordaliso di Taormina, specie perenne ritenuta rarissima.