lunedì 26 settembre 2022

Clark Lawrence, le tante virtù di un Mezzo Giardiniere

 
Questo fine settimana presso i Vivai Valverde da Ester Cappadonna e Francesco Borgese si è svolta una nuova edizione, seppur in versione mignon, della manifestazione Ciuri Ciuri che riunisce nella casa-vivaio di Ester e Francesco alcuni vivaisti amici, con un programma che prevede attività di divulgazione giardinicola, laboratori e iniziative dedicate ai bambini, per condividere, finalmente insieme, la passione per il verde ornamentale, dopo il lungo letargo imposto dal Covid.
Nell’ambito della manifestazione è stato presentato il libro “Mezzo Giardiniere” scritto per Officina Naturalis da Clark A. Lawrence, una persona simpatica, sensibile, colta, ironica, che da autodidatta, forte di un innato senso del bello, ha imparato nella vita a fare tante cose: organizzatore di eventi letterari ed artistici, progettista del verde, arredatore di interni, giornalista-scrittore, cuoco, bibliofilo.

Clark Lawrence - 2019

Clark che è americano d’origine, vive in Italia dal 1995, anno in cui vi è arrivato per costituirvi un ‘Associazione Culturale no-profit chiamata Reading Retreats in Rural Italy, che per gli italiani è uno stridore impronunciabile di parole ma il cui significato sta ad indicare un’iniziativa rivolta ad un pubblico, soprattutto internazionale, che desidera soggiornare nella campagna italiana per leggere, fare arte, musica e letteratura. Il giardinaggio inizialmente non è contemplato tra le tante attività proposte dall’associazione ma, Clark a tal proposito dice:” Il giardino e le piante sono per me come lo spago usato per rilegare le pagine del libro della mia vita”.


Una vita irrequieta quella di Clark, che lo porta a fare tante cose, viaggiando in gioventù per tutto il Mediterraneo ispirato dalla passione per l’arte dell’Antica Grecia. Laureato in Ecologia umana in America, ha cambiato da giovane tanti lavori: da cuoco in un chiosco di astice cotto al momento, a lavorante in un albergo ed in una pizzeria, tirocinante in un Museo d’Arte americano come archivista, professore d’inglese, cambiando di continuo paese e luogo fino all’arrivo in Italia, prima a Napoli poi in Emilia Romagna alla ricerca di un posto dove mettere radici e concretizzare l’idea, maturata nel tempo, di coltivare e condividere la passione per i libri e per l’arte in un qualche luogo iconico della campagna italiana. Per raggiungere lo scopo Clark, che è sempre circondato da figure femminili amiche che lo aiutano a dipanare la sua incasinata vita, si mette alla ricerca di locali in affitto in vecchi casali, ville dirute o manieri in disarmo dove proporsi, in cambio di un canone contenuto, come inquilino tuttofare. Pochi confort, molto da riparare, pochi soldi, tanto da imparare e così negli anni l’Associazione trova sede prima a Palazzo Montefano a Vedrana di Budrio, poi presso il Castello di Galeazza Pepoli a Crevaldore vicino Bologna; dopo i terremoti del 2012 che butteranno giù il castello l’Associazione si trasferisce per un periodo transitorio a Corte Eremo nei seminterrati di una villa del 700 e per ultimo a Borgo Virgilio vicino Mantova in una vecchia stazione di pompaggio dell’acqua chiamata “Macchina Fissa” perché ospitava a metà del 900, il locale pompe adibito a controllare il ciclo delle acque in arrivo ed in uscita dal Mincio.
Sito reperimento immagine
I proprietari condividono il progetto di Clark e gli mettono a disposizione questa casa rurale di 20 stanze, tante scale e soppalchi , ancora in parte da ristrutturare, che nel tempo diventa un luogo accogliente per gli ospiti che dispongono di camere magnificamente arredate e di grandi spazi dove leggere in relax o seguire eventi culturali, consultare una grande biblioteca con oltre 6000 testi, disporre di tre pianoforti e diverse installazione artistiche. 
Si può ben dire oggi che l’idea di Clark ha avuto successo e sono tanti gli artisti, gli studenti e gli appassionati di arte, cultura, musica e giardinaggio provenienti da tutto il mondo che hanno soggiornato da lui.
Ma il giardinaggio? Come è iniziata la passione di Clark per il giardino lo racconta lui stesso: "Il libro è come un mosaico della mia vita che ripercorre eventi della mia infanzia, che parla degli amici, dei miei animali (capre e galli giapponesi), e racconta le piante che amo e quelle con cui litigo, ma nell’insieme non si può dire che sia un libro di giardinaggio, direi piuttosto un libro di memorie. Non ho lavorato in un giardino se non dopo i trent’anni. E non era una scelta ma una necessità. Ho cominciato perché dovevo liberare gli spazi esterni del castello dove vivevo, prima di poterci abitare. Il giardino, il cui impianto risaliva alla metà dell’800, era diventato una jungla intricata con muri di lauroceraso che coprivano alla vista una fontana centrale. Fare giardinaggio per me ha dunque significato, all’inizio,  imparare ad usare la motosega per pulire e liberare lo spazio esterno, buttare giù, ad esempio, il glicine che stava scardinando il tetto. I primi anni sono stati solo sottrazione. Quando ho finito di ripulire non c’era più niente, non un albero né un fiore, ho cominciato allora a riempire gli spazi operando però senza un criterio; sono partito da lavanda e piante a fiori bianchi e per spendere meno ho cercato di produrre da me le piantine per le bordure ed ho cominciato così a propagare e seminare.

Di notte studiavo cosa fare e di giorno ero in giardino a lavorare. Ho scoperto che ci sono piante facilissime come l’ipomea che ne stacchi un pezzo, la metti in acqua a radicare ed hai subito una nuova pianta e piante ostinate come helleborus e lilium che da seme stanno anni prima di germinare. Così a poco a poco nei luoghi dove ho abitato ho fatto giardini, in genere a bassa manutenzione, per creare un ambiente tranquillo per me ed i miei ospiti. Ecco perché non mi sento un vero giardiniere  ma un "Mezzo Giardiniere" anche se del giardinaggio mi piace tutto e soprattutto il duro lavoro che ci sta dietro".
Anche se Clark parla di se con ironia e modestia, le sue realizzazioni sia come arredatore di interni che come giardiniere sono pervase da atmosfere uniche (incasinate dice lui), che lo rappresentano e che sono assai apprezzate. Il suo giardino nel Castello di Galeazza a Crevalcore (Bologna) ad esempio, è stato recensito su riviste di settore e raccontato in programmi tv e quello di Macchina fissa è seguito nei suoi sviluppi da un Blog dedicato. Clark sta scrivendo un altro libro illustrato in collaborazione con un artista scozzese che ha dipinto  una raccolta di specie vegetali, scelte  secondo la progressione delle lettere dell’alfabeto, lasciandone a  Clark  il  racconto della sua personale esperienza di coltivazione; si comincerà  dalla A di Aquilegia.

Questa idea di leggere in relax in un luogo ameno non è affatto male, peccato che dovrò aspettare fino alla nuova estate per avere tempo di poterlo fare. Il libro di Clark,  "Mezzo Giardiniere" è  comunque da leggere in ogni luogo ed in ogni stagione.




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