Le giornate cominciano a diventare tiepide in questo inverno a finire; sbircio tra i vasi in balcone e scopro il nasturzio in fiore e vedo che sono sul punto di aprirsi i rossi boccioli del gelsomino polyanthum, scambiato in autunno con un vaso di tabacco ornamentale agli incontri tra appassionati del verde che si tengono periodicamente al Vivaio Malvarosa. Tutto procede speditamente verso il momento clou dell’anno (non è ancora tanto vicino ma già lo percepisco e pregusto) in cui fare il primo rapido bagno di mare per poi crogiolarmi al sole e una volta asciutta, assaporare sulle labbra il sapore di sale: momento perfetto da pregustare.
A me piace molto il sapore del sale, lo preferisco di gran lunga al dolce che è un gusto moderno tipico dell’uomo civilizzato mentre il sale ci viene da lontano; moneta di scambio di popoli isolani che dal mare estraevano il conservante naturale per cibi ed alimenti primitivi. Per questo motivo quando ho avuto modo di incontrare, tra le tante offerte di piante officinali prodotte dal vivaio Clagia di Mimmo Terlizzese, Atriplex halimus non me la sono lasciata scappare.
Chiamata anche porcellana di mare, alimo o più comunemente, e qui siamo in tema, erba sale, Atriplex halimus è una specie arbustiva spontanea di non grandi dimensioni, molto ramificata e con rami frequentemente sarmentosi, che cresce spontanea nel Bacino del Mediterraneo lungo le aree costiere sia di sabbia che rocciose ma anche nei terreni salati dell’entroterra, resistendo bene agli spruzzi di acqua salata e agli elevati contenuti salini del suolo.
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Le foglie vecchie invece non hanno un sapore da ricordare perché contengono saponine e per questo la pianta era utilizzata per ottenere cenere per la produzione del sapone. La specie viene inoltre considerata un dissalatore naturale dei terreni tanto da essere utilizzata in progetti di recupero ambientale. I testi dicono che si moltiplica per divisione in autunno o primavera prelevando gruppi di germogli basali muniti di radici e piantandoli direttamente a dimora. Si possono fare anche talee nella tarda primavera prelevando la parte apicale dei germogli messi a radicare nella sabbia. Può essere potata drasticamente e sempre ributterà costituendo ottime siepi frangivento vista mare.
Il bello delle piante alofite che cioè, come l’Atriplex , sono amanti del sale, è che non sono poche e spesso sono anche esteticamente gradevoli tanto che è possibile con esse creare angoli suggestivi nei giardini in riva al mare.
Ho avuto modo di vedere e fotografare nel corso della prima edizione del Festival del Giardinaggio Mediterraneo a Radicepura in Sicilia un giardino denominato Hortus salis di Alejandro O’Neill , un paesaggista nato in Uruguay che utilizza molte piante autoctone nella realizzazione dei suoi giardini.
L’elenco delle specie utilizzate per la realizzazione di questo spazio a verde era vario e numeroso annoverando: Tamarix gallica, Teucrium marum, Teucrium fruticans, Pistacia lentiscus, Stipa tenacissima, Artemisia arborescens, Rosmarinus officinalis, Santolina chamaecyparissus, Thymus x citriodorus , Vitex agnus castus, Genista aetnensis, Glaucium flavum, Jacobea maritima, Malva arborea, Matthiola sinuata, Myrtus communis, Phlomis fruticosa, Gaura lindheimeri White, Centaurea sphaerocephala, Euphorbia characias, Euphorbia rigida, Cytisus scoparsi, Cistus x pulverulentus, Helichrysum italicum sub sp. siculum , Thymbra capitata, Achillea maritima.
Nel complesso una composizione gradevole e facile da copiare se si ha la possibilità di trovare il materiale vegetale necessario presso vivai specializzati (in Sicilia, tra gli altri, Piante Faro, Clagia e Iberis ). Buon sale a tutti!