lunedì 6 settembre 2021

Melianthus major: Hulk in giardino

Inutile pensare diversamente: se non avete tanto, tanto spazio da dedicare in giardino a questa superdotata pianta da fogliame che ci arriva dalla Provincia del Capo, giù in Sud Africa, avrete certamente brutte sorprese cimentandovi nella sua coltivazione. Un poco come decidere di acquistare un alano che vivrà con voi in un monolocale di città soltanto perché vi siete innamorati dei suoi dolci occhioni da cucciolo.

Quando lo si incontra in un vivaio, infatti, Melianthus major sembra un piccolo, tenero arbusto a foglia persistente dal bel fogliame colore verde argentato, con tonalità blu. Le foglie composte, di forma pennata, sono lunghe, in esemplari adulti anche 50-60 cm e sono formate da piccole foglioline dai bordi seghettati che hanno un aspetto increspato.

Gli inglesi chiamano  la specie: Honey bush dal nome del Genere Melianthus che appartiene alla famiglia delle Melianthaceae e il cui nome in latino vuol dire “miele-fiore” perché le lunghe spighe prodotte in primavera sono molto nettarifere attirando api ed altri insetti e nelle zone di origine anche uccelli.

Nel suo aspetto baby, nulla fa presagire cosa sarà in grado di fare una volta che il melianto viene messo a dimora in piena terra ma, l’appellativo specifico major dovrà pur dire qualcosa. Volendo riportare informazioni meno ripetitive di quelle trovate online, ho cercato la descrizione della specie nel libro “Botanica Orticola” di Onorato Traverso di Edizioni Agricole, un testo del 1926, e ne riporto a seguire la descrizione:”.. fusto arbustivo-cespuglioso alto m. 2 con ramificazioni grossette ma deboli, allungate, numerose sin dalla base. Foglie persistenti, opposte, imparipennate, con 9-15 foglioline sessili, ovali, dentato-seghettate acutamente e profondamente lunghe di colore glauco cenerognolo, esalanti odore sgradevole; fiori bizzarri arancione rossastro con petali allungati; da una ghiandola posta alla loro base stilla un liquido vinoso nerastro, fiorisce nell’estate in pannocchie terminali piramidali. Frutti vescicolosi”.

Io ne ho visto l’incredibile sviluppo nel giardino-vivaio di Natale Torre a Milazzo, in Sicilia; nell’arco di soli due anni una singola pianta si è super moltiplicata ed ingrandita, emettendo fusti multipli che si sono estesi in modo tentacolare sia in larghezza che in altezza ricoprendo suolo e piante che le stavano accanto. Un vero e proprio Hulk vegetale.


In Sicilia l’esemplare che ho visto è fiorito in primavera  (le spighe secche andrebbero tagliate per migliorare l'effetto estetico) ma non è riuscito a produrre semi; poco male perché la riproduzione avviene non solo per seme ma anche da talea e da divisione del cespo; inoltre durante la mia visita al vivaio mi è rimasto il rammarico di non avere stropicciato ed annusato le foglie: non so così se emanano un odore di “stramonio” come scrive Traverso o se l’odore ricorda l’olio di burro di arachidi e cacao come ho letto sul web. La specie ha bisogno di caldo perché non regge le minime termiche ma se voleste provarne la coltivazione in luoghi temperati è consigliabile tagliare la vegetazione a fine inverno per stimolare la produzione di nuova vegetazione primaverile.

Se avete molto spazio da colonizzare è una specie assolutamente da provare per il suo effetto scenografico ed il suo accrescersi in modo quasi animalesco, se invece di spazio ne avete meno c’è in alternativa la specie sorella Melianthus minor che è la gemella del fratello più grande ma in miniatura.
Il fogliame è identico e la differenza principale, a parte le dimensioni, sta nei fiori che non sono prodotti in spighe molto alte. Potrete trovare entrambe le specie per l'acquisto sia in vivaio che online qui e qua
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