mercoledì 9 agosto 2023

Il giardino pensile della cantina Pietradolce

 

Il versante nord dell’Etna, quello che guarda i Nebrodi e la Valle del fiume Alcantara, è molto particolare da un punto di vista paesaggistico;  i crateri sommitali più attivi dell’Etna sono nascosti dal cratere centrale che fuma tranquillo senza parossismi ed ansie.

Le pendici del vulcano, in questo versante, sono molto boscate e poco attraversate da strade ed i paesi come Linguaglossa, Randazzo, Castiglione di Sicilia e Bronte sono distanziati tra loro, con poche abitazioni sparse nelle campagne. Il paesaggio agricolo, dai mille metri di quota in giù, fino alle balze del fiume Alcantara, è dominato dalla coltivazione del vigneto. 
Sarà per il terreno vulcanico sciolto e sabbioso e ricco di minerali ferrosi, sarà per l’esposizione ed il particolare microclima, per la qualità delle varietà locali (Nerello Marsalese, Nerello Cappuccio per il vino rosso e Carricante per il bianco) e per le tecniche di vinificazione ma il vino Etna Doc, dal colore rosso rubino e dal sapore intenso ed armonico, tutelato oggi da un Consorzio che comprende oltre 142 contrade etnee in 11 comuni, è un prodotto antico che soddisfa i palati moderni visto che è sempre più richiesto sul mercato nazionale ed estero con una produzione di tre milioni e mezzo di bottiglie per i primi sei mesi del 2023.
Tra le tante aziende che negli ultimi vent’anni sono andate ad aggiungersi ai produttori di più antica tradizione vi è la famiglia Faro, imprenditori del verde che nella Sicilia ionica, a Giarre, hanno realizzato sotto la guida del capostipite Venerando, un gruppo aziendale vivaistico per un totale di circa 600 ettari, con un catalogo di oltre 5000 tra specie e varietà, che propone e realizza grandi progetti di aree a verde in tutto il Mediterraneo e oltre. Mario e Michele Faro, che rappresentano la seconda generazione al comando dell’azienda, hanno impresso alle attività di famiglia una marcia in più, diversificando la produzione, espandendosi nel settore del turismo verde con la realizzazione del grande parco botanico Radicepura, luogo di eventi e di iniziative legate al paesaggio e di luoghi di charme immersi in una lussureggiante vegetazione tropicale come Donna Carmela e Don Ferdinando, per l’accoglienza di un turismo d’elite.
Grazie alla passione di Michele per l’enologia,  anche il vino è diventato business di famiglia.  A partire dal 2005 sono stati acquistati 11 ettari di vigneto a Solicchiata, frazione di Castiglione di Sicilia,  zona tra le più rinomate per la produzione del vino Etna Doc.
E’ stata poi realizzata, su progetto dell’architetto Viviana Haddad, la cantina Pietradolce, a ridosso dei vigneti di proprietà, la cui struttura, dalle linee moderne ed essenziali è perfettamente integrata nel territorio vulcanico circostante, ospitando al suo interno le più innovative tecniche di produzione enologica che si coniugano però con la tradizione di un’ antica sapienza contadina. 

In pochi anni la cantina ha raggiunto una produzione di circa 130 mila litri di vino suddiviso in cinque etichette di gran livello con due vini di altissima gamma ottenuti da viti pre fillossera, franche di piede, come il Barbagalli Etna rosso e il Sant’Andrea Bianco. La cantina ha ambienti di grande suggestione come la bottaia o il caveau dei vini, ospita installazioni di importanti artisti siciliani e del nord e dispone di una zona degustazione molto accogliente, che guarda da grandi vetrate i vigneti sottostanti, spaziando la vista fino alla valle dell’Alcantara.
A lato della sala ci si affaccia su un’area di soggiorno all’aperto contornata da un giardino a connotazione naturalistica che copre e mimetizza il tetto dei magazzini sottostanti.
E’ un giardino pensile, realizzato circa otto anni fa da Franco Livoti, che è il progettista del verde dei Grandi Vivai Faro, ed è stato pensato con l’idea di integrare il fabbricato della cantina nel paesaggio circostante utilizzando specie spontanee della vegetazione arborea ed arbustiva etnea che è possibile ritrovare all’interno delle cosiddette dagale, isole di vegetazione pioniera che si formano dentro ampi fronti lavici costituiti da materiale vulcanico incoerente.
Betula aetnensis è la specie più rappresentativa di questo giardino, la cui corteccia bianca che si sfalda ad anelli ripropone la presenza alle alte quote etnee di questa specie relitta di epoche climaticamente remote. Tra le specie arboree presenti vi sono aceri, frassini, corbezzoli, lecci in associazione con specie arbustive come ginestra (Spartium junceum), terebinto, Bupleurum fruticosum, Euphorbia ceratocarpa, Euphorbia dendroides, cisti, aromatiche come il rosmarino, presente in grandi macchie, fillirea, ruta; per il tocco di colore è stato usato il giallo dell’ elicriso e del papavero cornuto ( Glaucium flavum) ed il rosa del Dianthus rupestris; per il bianco argentato, le foglie di Teucrium fruticans e senecio.
La realizzazione di questo giardino ha comportato l’utilizzo di vasconi profondi un metro riempiti con terriccio e pomice dell’Etna per ridurne il peso; in alcuni punti, per aumentarne la profondità a beneficio di specie arboree di buono sviluppo come la betulla e per dare movimento alla composizione, si è ricorsi alla baulatura del suolo, con riporto di terreno incoerente, in modo da aumentare la profondità complessiva a circa due metri; essendo, poi,  il fabbricato addossato ad un terrapieno si è utilizzata questa zona per concentrarvi le specie arboree di maggiore sviluppo.
Betulle all'impianto (2015) e oggi

Il giardino pensile della cantina Pietradolce è una ben riuscita rappresentazione di un ecosistema naturale in cui passeggiare, prima di assaporare in armonia con il paesaggio circostante,  un buon calice di vino.

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