martedì 28 gennaio 2025

Mangave, un po' di Manfreda, qualcosa di Agave

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 Premessa

Quando al giovedì arriva il nuovo volantino della Lidl mio marito lo mette da parte e me lo mostra l’indomani mattina a colazione perché sa che mi piace molto, tra un sorso di latte ed un morso al biscotto, guardare la pagina dedicate al Pollice verde dove ci sono le offerte delle piante da fiore e dei fiori recisi che saranno nei negozi Lidl dalla settimana a venire.
Scruto, considero, pianifico e alla fine decido a quale pianta dedicare soldi e tempo con l’intento dichiarato di salvarla, sottraendola a morte certa. Infatti, mentre le offerte su carta del volantino Lidl sono molto invitanti, nei negozi il reparto dedicato al verde è tutta un’altra storia: lo spazio è minimo, di solito relegato all’ingresso o addirittura fuori dal negozio, in un luogo tutto corrente e spifferi; le piante riportate in volantino spesso non ci sono (“Non sono ancora arrivate” dice immancabilmente l’addetto); quelle presenti, soprattutto, se annuali da fiore o perenni hanno un aspetto sbattuto che si accentua nei giorni a venire per carenza di acqua e disattenzione. Le piante sono trattate come merce deperibile a breve scadenza; il loro tempo è limitato ad una settimana, dopo di che, se invendute, spariscono alla vista dei più. Avendo intuito qual è la loro sorte, ogni volta che posso vado a comprarne qualcuna, con l’intento dichiarato di accompagnarla dolcemente verso una buona morte, portandola in un balcone luminoso e confortevole, con un poco d’acqua a reidratare le foglie, una carezza sul fogliame spento, un rinvaso in extremis per darle l’illusione di avere avuto una vita migliore.
Mangave, l’ultimo acquisto Lidl
Già sul volantino il nome di questa pianta mi suona strano: Mangave, mai sentito; è una pianta succulenta che occhieggia dall’interno di un cartone dai colori accattivanti; è venduta in vaso da 13 cm in tre varietà: "Lavander Lady", "Pineapple Express","Redwing" ; è descritta come pianta da interno/esterno, per ambiente poco luminoso e da innaffiare regolarmente.  Corro in negozio il primo giorno utile per espletare la mia buona azione vegetale e l ’acquisto è fatto non senza avere prima girovagato tra vari negozi per trovare la pianta desiderata. Ne porto a casa una e dopo essermi documentata sulla sua storia, corro di corsa al negozio e ne compro altre due varietà perché forse ho trovato una pianta del volantino Lidl che potrà, a casa mia, avere una buona aspettativa di vita.
Mangave è l’acronimo che è stato dato come nome, da tre vivaisti texani, circa quindici anni fa, ad un ibrido spontaneo ottenuto da un incrocio intergenico tra una pianta di Manfreda maculosa, impollinata casualmente da una pianta del genere Agave, probabilmente Agave mitis, nel territorio del deserto del Messico. In effetti piuttosto che un incrocio tra generi diversi, come ritenuto in passato, visto che Manfreda maculosa è stata recentemente riclassificata come Agave maculata, si può parlare più propriamente di un incrocio tra specie diverse dello stesso genere Agave, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae; l’ibrido è stato poi registrato nel 2010, come x Mangave D.Klein. 
La particolarità di questa nuova pianta è la colorazione vivace delle foglie che risultano spesso maculate o puntinate, (carattere tipico della manfreda) associata alla struttura rigida e simmetrica dell’agave che però ha perso le spine appuntite presenti sulle foglie, diventate, invece, nell’ibrido, morbide ed innocue come in manfreda. In ogni caso da entrambi i genitori è derivato il carattere di resistenza alla siccità, alle alte temperature e alla forte insolazione.
L’ibridatore che più ha creduto nelle potenzialità commerciali degli ibridi Mangave è stato Hans Hansen direttore dello sviluppo dei vivai Walters Gardens, in Michigan. E’ lui che è riuscito a produrre altri ibridi riprodotti poi in vitro per una commercializzazione da grandi numeri. I primi sei ibridi inseriti nella collezione originale Art & Sol hanno nomi assai fantasiosi come: Lavender Lady (Signora Lavanda), Thunderbird (L’uccello del tuono), Bad Hair Day (Giornata dai brutti capelli) , Catch a Wave (Prendi un’onda), , Night Owl (Gufo notturno) e Tooth Fairy (Fatina dei denti) e ad essi negli ultimi anni, se ne sono aggiunti altri per un totale di 30 ibridi registrati
Sono piante dall’aspetto morbido e gentile perché i rostri delle foglie non graffiano nè feriscono; sono molto colorate dando un tocco esotico al giardino e possono essere coltivate con successo anche in vaso perché a rapida crescita ma a sviluppo contenuto e assai adattabili alle diverse condizioni idriche; nei confronti dell’acqua hanno, infatti, un comportamento diverso dalle agavi, ad esempio, non temono gli eccessi ed i ristagni, 
manifestando invece, in queste condizioni una crescita molto veloce; se, invece, se ne vuole rallentare la sviluppo , come nella coltivazione in vaso, basta somministrare acqua con parsimonia.
"Lavander Lady" ad esempio, uno degli ibridi che ho acquistato io, ha foglie a rosetta colorate con sfumature viola; le foglie crescendo diventano completamente verdi creando un contrasto di colore che diviene più intenso in pieno sole; massimo sviluppo in larghezza 40 cm.
"Pourple “blazing saddles” (Selle fiammeggianti viola) ha foglie verdi fortemente puntinate di macchie rosse con un portamento relativamente basso e compatto.
"Painted desert" (Deserto dipinto):foglie verde oliva con una fascia centrale più chiara ricoperta da punti rossi se esposta alla luce del sole; nel complesso, le foglie hanno una patina color bordeaux. Il portamento è eretto, perfetto per la coltivazione in contenitore.


Arrivata a casa portando le Mangaves appena acquistate le ho travasate, innaffiate e messe al sole che dicono aumenti ed esalti la loro particolare colorazione ed ora comincia la vera tribolazione; non mi ci devo affezionare perché , come da tradizione Lidl, saranno anch’esse malate terminali  o,  grazie alla resilienza acquisita dagli avi, un futuro migliore  ha per loro già messo le ali?

Per ulteriori approfondimenti guarda qui

domenica 12 gennaio 2025

Arancia Cara Cara, è una buona novità?

Ieri sera mio marito è tornato dal nostro negozio di ortofrutta preferito con un frutto novità: arance varietà Cara Cara (e non cala cala come detto erroneamente dal fruttivendolo), arance a polpa rossa che sembrano pompelmi ma che, a ben guardare, hanno l’umbone come le arance navelina. Le guardiamo con un misto di curiosità e scetticismo: di siciliane, queste arance sono siciliane perché prodotte a Palagonia, uno dei paesi vocati, in Sicilia, per la coltivazione delle arance pigmentate, ma il gusto sarà buono come quello delle arance della nostra tradizione? E si perché noi siciliani in fatto di arance siamo molto esigenti. 
Per un acquirente comune la stagione delle arance comincia con le arance vaniglia; arance dal caratteristico sapore dolce per la modestissima quantità di acidi contenuta nella polpa bionda, con un sapore troppo piatto, per noi, direi sciapo; mio marito le arance vaniglia non le considera manco agrumi perché:  “ se non si sente l’agro del succo che agrume è?" 
Viene poi la stagione delle Washington navel con polpa croccante, bionda, buccia media e a grana fine e soprattutto umbone cioè un piccolo ombellico ingrossato alla base del frutto che nasconde sotto la buccia l’ abbozzo di un secondo frutticino. Sono arance prodotte anch’esse in Sicilia, nella zona di Ribera in provincia di Agrigento, commercializzate con il marchio Riberella; sono arance con pochi semi, molto amabili e succose al gusto e precoci tanto che nei mercati rionali le vendono con il nome di “novelline”. Per mio marito una seconda scelta in fatto di arance, perché poco “agrumate” anche queste.
Infine, in gennaio, arrivano sul mercato i tarocchi; arance a polpa rossa, dalla forte pigmentazione antocianica;  il frutto è di colore arancio intenso con sfumature rosse, la forma è sferica ma può esserci la presenza di un collare o muso ben pronunciato, la buccia ha spessore medio e grana molto fine; un'arancia facile da sbucciare ed un gusto, questo si, agre e fruttato con un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità: per la mia famiglia il top in fatto di arance; a seguire nella stagione si possono trovare altre arance pigmentate di vecchia tradizione come il sanguinello ed il moro e, in fine, in tarda primavera,  l’arancia Valentia late a polpa arancio, gusto leggermente acidulo ed elevata resa in succo.
 arance Cara Cara
Con queste premesse, in fatto di gusti per gli agrumi, non fa strano dire che guardiamo a questa nuova arrivata con una certa circospezione. La buccia è arancione come quella di un navel e la base del frutto presenta un umbone: sembra una navelina; al taglio la polpa è rossa ma la pigmentazione è uniforme, diversa dal tarocco che appare striato, più simile a quella uniforme di un pompelmo, ma senza semi.
Sopra Cara Cara, sotto tarocco
E’ il momento dell’assaggio per un giudizio definitivo; il verdetto non è felice: gusto piatto, sciapo, melenso, decreta mio marito, Cara Cara non è  una novità  che incontra il gusto della nostra famiglia di ultraortodossi, tradizionalisti consumatori di arance siciliane doc.

Arancia Cara Cara, caratteri

L'arancia Cara Cara è una varietà di arancia navel a polpa rossa, ed è una mutazione spontanea che si è avuta nel 1976 su gemme di una pianta di Washington Navel coltivata presso l'Hacienda Cara Cara di Valencia in Venezuela.
I frutti sono rotondi e di dimensioni medio-grandi ed hanno una polpa distintiva di colore rosso-rosa,brillante. Questa colorazione deriva non dalla presenza di antociani, come nel caso del tarocco, ma di licopene, un potente antiossidante che conferisce la sua tonalità rosata anche a pomodori e anguria. L'accumulo di licopene è una caratteristica insolita nella maggior parte degli agrumi poiché è stato segnalato solo in poche specie come pompelmo e pomelo e solo in tre tipologie di arance tra cui la varietà Cara Cara chiamate per questo anche Pink Navels o Red Navels. I frutti hanno un sapore agrumato tipico di un’arancia navel, con qualche sentore in più di mirtillo rosso, mora, lampone e rosa e sono senza semi; in letteratura sono considerate arance ideali per preparare spremute fresche, frullati e cocktail al contrario dei tarocchi il cui pigmento si ossida all’aria alterando il colore del succo che diventa marroncino. Il succo e la scorza di queste arance Pink Navels, coltivate da anni in America ed in Cina, sono adatti per preparare marmellate, oli e sciroppi aromatizzanti.

Io, che sono meno oltranzista di mio marito  in fatto di agrumi,  a questa Cara Cara novità darò di certo una seconda possibilità.

Bibliografia

Regulation of carotenoid biosynthesis during fruit maturation in the red-fleshed orange mutant Cara Cara
Carotenoid profiling of red navel orange “Cara Cara” harvested from five regions in China
The Citrus Genome, Alessandra Gentile, ‎Stefano La Malfa, ‎Ziniu Deng · 2020
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