martedì 17 settembre 2013

Jaborosa, Ruellia, Liriope e le altre

Erbacee perenni per i giardini del sud 
Alcune foto sono di Daniela Romano


Le erbacee perenni, la loro diversa tipologia di impiego e le relative possibilità di utilizzo nei giardini moderni sono tra gli argomenti più dibattuti del momento tra coloro i quali (paesaggisti, garden designer e landscape architect) si occupano di indicare le nuove tendenze in fatto di verde ornamentale.

E di specie erbacee perenni si è discusso in uno dei tanti workshop svoltisi recentemente a Bergamo in occasione della manifestazione  organizzata da ArketiposI maestri del paesaggio, International meeting of the landscape and garden” che ha sede dal 7 al 22 settembre tra le antiche mura della città lombarda. Per un’intera giornata oltre duecento persone si sono accostate al tema: le “ Piante erbacee perenni nel giardinaggio di oggi. Come il giardinaggio inglese ha influenzato l’uso delle erbe perenni oggi in Italia” discutendone con l’esperta Annie Guilfoyle, paesaggista inglese, e con i tecnici del vivaio Valfredda, una delle aziende italiane che hanno fatto della coltivazione di “fiori di erbe perenni” il punto di forza della propria attività produttiva.
Chi ha avuto modo di seguire i lavori e le discussioni che ne sono scaturite ne ha tratto la conclusione che le specie erbacee perenni sono la tipologia vegetale cui si punta oggi maggiormente per realizzare giardini a bassa manutenzione, politicamente corretti perché utilizzano specie erbacee autoctone o naturalizzate capaci di dare il meglio della propria valenza estetica con il minimo apporto di input energetici esterni.

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Poca manutenzione, esigui apporti idrici, ridotti interventi colturali;  giardini dove l’uso di complementi d’arredo poveri come sassi, materiale ferroso, mattoni, legno povero e specie tipiche della flora spontanea come le  graminacee (Pennisetum, Stipa, Carex  Miscanthus, Equisetum), danno all’insieme  un aspetto più naturale e casuale ben lontano dall’opulenza dei giardini scenografici del secolo scorso; giardini minimali in cui le fioriture seguono l’andamento stagionale integrandosi ed omologandosi con l’ambiente naturale circostante.
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Ma in questa onda che trascina all’essenziale non sono pochi colori i quali, esperti o semplici appassionati, nuotano contro corrente rimanendo fedeli all’idea del giardino come interpretazione scenografica della natura, rivendicandone la bellezza come diversità, come esotismo, come varietà di colori e di specie e di forme abbinate tra loro per ottenere meraviglia, stupore in tutte le stagioni dell’anno, unendo i diversi ingredienti con sapiente arte giardiniera; giardini, è vero, oramai anacronistici per lo sforzo che essi richiedono in termini di manutenzione, apporti energetici, costi, ma capaci di stupire e di fare sognare. Io mi identifico in questo secondo gruppo di nostalgici; amo il diverso, l’esotico, l’esuberanza tropicale di fiori e specie venute da lontano; amo lo sfarzo, il colore, i profumi e gli aromi presenti nei giardini paesaggisticamente diversi da quello che è l’ambiente naturale, mediterraneo, che mi circonda.

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Per cercare di coniugare “risparmio di risorse e voglia di esotismo”, nell’immenso gruppo delle erbacee perenni ho scelto, per i giardini a mare del sud, un breve elenco di specie esotiche da fiore capaci di coniugare adattabilità e gradevolezza estetica, modernità e ritorno all’antico.
Jaborosa integrifolia
Jaborosa integrifolia è una specie perenne rizomatosa di origine argentina appartenente alla famiglia delle Solanaceae; presenta una rosetta di foglie ovali grandi e spesse, dal colore verde intenso che spuntano direttamente dal terreno. Produce grandi fiori solitari di forma stellata con corolla bianca che si divide in cinque lobi ognuno con la punta ricurva e molto allungata. Fiorisce tutta l’estate ed i fiori emanano un delicato profumo notturno. Può essere utilizzata come specie tappezzante con esposizione a mezz’ombra o anche a pieno sole in un terreno ben drenato; si propaga facilmente grazie alle radici rizomatose tanto da riuscire a divenire invadente. Per avere un buon risultato coprente sul web consigliano di utilizzare sette piante al metro quadrato. Necessita di annaffiature nel periodo più caldo dell’anno.
Ruellia simplex
 
Ruellia simplex è specie erbacea perenne della famiglia delle Acanthaceae, proveniente da paesi dell’America del sud come Messico, Brasile e Bolivia dov’è conosciuta con il nome di “petunia messicana” o “petunia del deserto”. La specie ha portamento eretto con esili fusti che si muovono flessuosi al vento, portando foglie opposte, lanceolate; i fiori hanno una splendida tonalità di blu con corolla a forma di imbuto con 5 lobi rugosi irregolarmente dentati ai margini, portati alla estremità dei rami nel punto di giunzione tra la foglia e lo stelo; i fiori durano un solo giorno ma vengono prodotti in abbondanza e a ripetizione dalla primavera all’autunno inoltrato. Con l’arrivo dell’inverno la pianta si giova di una drastica potatura che ne mantiene la forma più ordinata. Ne esistono anche varietà nane che si adattano alla coltivazione in vaso. Si propaga naturalmente per seme giungendo a divenire invasiva nei luoghi d’origine; nei giardini la propagazione avviene facilmente per talea utilizzando rametti che radicano facilmente in acqua. La ruellia ama il caldo e preferisce il pieno sole o l’ombra leggera ma gradisce adeguati apporti idrici.
Liriope
Questa erbacea perenne forma grandi cespi,  costituiti da lunghe foglie sempreverdi, nastriformi,  che presentano un portamento vagamente tondeggiante e tendono ad allargarsi tappezzando il terreno; in estate produce infiorescenze erette a spiga composte da fiori singoli di colore blu viola, ne esiste, tuttavia,  anche una varietà a fiore bianco che può essere coltivata in vaso perché a portamento più esile e foglie più sottili. Non gradisce le annaffiature eccessive.
Lythrum salicaria 
Pianta erbacea perenne proveniente dall’Europa e dall’Asia; alta più di un metro ha sottili e folti steli eretti di colore verde bruno. Le foglie sono opposte lanceolate e prive di picciolo con una leggera peluria rossa che ricopre l’intera pianta: ha una lunga fioritura estiva portando all’apice dei fusti lunghe spighe di numerosi fiori rosa intenso. La propagazione avviene principalmente attraverso i semi che sono contenuti all’interno di capsule autunnali  che diffondono la specie assai efficacemente tanto da essere inserita, in alcuni paesi, nell’elenco delle specie aliene più invasive. Ha radici carnose che prediligono terreno umido: la pianta è chiamata Salcerella ed è molto conosciuta per le sue proprietà medicinali essendo un potente antidiarroico diffusamente utilizzato, in passato, contro la dissenteria.
Zephyranthes candida

E’ una bulbosa erbacea perenne, di piccole dimensioni, originaria dei paesi del Sud America i cui fiori ricordano i crochi; nelle regioni a clima mite si comporta da sempreverde con belle foglie filiformi che formano cespi bassi e compatti; in estate e fino all’autunno produce fiori bianchi, soffusi di verde alla base  e con stami di colore giallo vivo; essi sbocciano singolarmente in cima a steli dritti dopo il verificarsi di abbondanti piogge che in giardino possono essere simulate con l’irrigazione; è specie adatta per bordura e nei prati tende ad espandersi occupando tutto lo spazio che ha a disposizione; gradisce l’esposizione diretta al  sole.

4 commenti:

  1. Sono d'accordissimo con te, e con il post di Mimma. E mi chiedo una cosa: ma con tutte le allergie che ci sono, l'uso e l'abuso delle graminacee che senso ha?

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  2. Costano poco e sono selvagge ma da noi in Sicilia, come il grano, sono da sfalciare con rischio di scatenare incendi se non si dovesse provvedere

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  3. Lythrum salicaria e Zephyranthes candida le aggiungo subito alla lista delle piante da approfondire, grazie per avermele fatte conoscere!

    Circa l'incipit del post, anche io sono propenso a spazi verdi a bassa manutenzione, ma utilizzando specie dai richiami più esotici (forestieri, che vengono da lontano). E' questo il fil rouge di ogni mia scelta e curiosità botanica.

    La varietà del nostro clima ci consente di ragionare diversamente dagli uggiosi inglesi (e da buona parte degli europei) e di creare qualcosa di ben più affascinante per allietare lo spirito e meravigliare gli ospiti.

    Soprattutto per chi, come me, più che ai cromatismi da dipinto impressionista di queste "pennellate di graminacee", bada a specie di interesse gastronomico, antropologico, terapeutico provenienti dalle zone più disparate del globo, le scelte "moderne" appaiono "di riempimento" e non di creazione vera e propria, quella creazione che sorprendere e che porta una dimensione a cavallo con la fantasia.

    Passeggiando in un giardino vorrei passeggiare attraverso mondi e storie lontane, portati in un unico luogo attraverso un'ulteriore storia: la mia.
    Da qui il giardino, per me, è anche una costruzione lenta, strato su strato, viaggio dopo viaggio, seme dopo seme. Ovunque vada un seme o una talea che, una volta attecchiti da me, mi rinnovino costantemente, ad ogni sguardo, il viaggio stesso, le persone e le cose incontrate.
    Da ciò deriva una naturale indisposizione verso i giardini "confezionati" da altri con elementi ripetuti, banali, comuni. Giardini senz'anima. Non-giardini. Certamente gradevoli, ma oltre non vanno.

    E poi...è impagabile la soddisfazione nel creare un giardino strato su strato; una soddisfazione pari solo alla dedizione e all'impegno profusi. E forse, chissà, questo stile resisterà anche la prova del tempo, e verrà apprezzato anche da chi verrà dopo...

    Cordialmente

    Stefano

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    Risposte
    1. Spero, prima o poi, ci vorrai fare conoscere il tuo giardino

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