giovedì 19 febbraio 2015

Soluzione Cruciverba botanico febbraio 015

Orizzontale: 1: cereale molto apprezzato dai cavalli; 6: fanno una danza movendosi ad otto; 7: abbreviazione standard orchidea Genere Saccanthera; 10: in agraria, emissione di nuova vegetazione dopo il taglio; 13: classe cui appartengono i muschi; 14: sigla di Ulex europaeus agglutinina; 15: botanico scozzese autore di:  A General System of Gardening and Botany (1832-1838); 16: Sorbus nigra; 17:  rete di informazione risorse germoplasma del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti; 19: laureato in giurisprudenza ma appassionato di botanica, amico di  Vincenzo Tineo al quale segui alla direzione dell’Orto Botanico di Palermo nel  1856; 22: cultivar di  Geranium  ( G. traversii × procurrens )  riconosciuta da RHS; 23: in botanica primo termine di parola composta con il significato di: in posizione rovesciata, capovolta; Verticale : 1: frutto senza semi; 2: Genere di veccia; 5: una delle possibili bocche… di pianta carnivora; 6: pianta legnosa di altezza contenuta con più fusti che partono da una stessa radice; 8: botanico scozzese che nel 1759 pubblicò un catalogo (Hortus Kewensis) delle specie coltivate al  Royal Botanic Gardens di Kew; 9: popolare cultivar  viola di  Rhododendron dedicata ad un … Colonel; 11:Agapanthus orientalis; 12: Sigla di prodotto fitosanitario concentrato fluido miscibile in oli; 17:  naturalista francese  che viaggiò a lungo in Cile (1830)  scrivendone 30 libri; 18: Rosa rugosa Alba;  20: Dunalia australis;  21:  abbreviazione standard Genere Orchidea Schombletia;

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lunedì 16 febbraio 2015

Cruciverba botanico febbraio 015


Orizzontale: 1: cereale molto apprezzato dai cavalli; 6: fanno una danza movendosi ad otto; 7: abbreviazione standard orchidea Genere Saccanthera; 10: in agraria, emissione di nuova vegetazione dopo il taglio a raso; 13: classe cui appartengono i muschi; 14: sigla di Ulex europaeus agglutinina; 15: botanico scozzese autore di:  A General System of Gardening and Botany (1832-1838); 16: Sorbus nigra; 17:  rete di informazione risorse germoplasma del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti; 19: amico di  Vincenzo Tineo al quale segui, nel  1856, alla direzione dell’Orto Botanico di Palermo ; 22: cultivar di  Geranium  ( G. traversii × procurrens )  riconosciuta da RHS; 23: in botanica primo termine di parola composta con il significato di: in posizione rovesciata, capovolta; Verticale : 1: frutto senza semi; 2: Genere di veccia; 5: una delle possibili bocche… di pianta carnivora; 6: pianta legnosa di altezza contenuta con più fusti che partono da una stessa radice; 8: botanico scozzese che nel 1759 pubblicò un catalogo (Hortus Kewensis) delle specie coltivate al Royal Botanic Gardens di Kew; 9: popolare cultivar  viola di  Rhododendron dedicata ad un … Colonel; 11:Agapanthus orientalis; 12: Sigla di prodotto fitosanitario concentrato fluido miscibile in oli; 17:  naturalista francese  che viaggiò a lungo in Cile (1830)  scrivendone 30 libri; 18: Rosa rugosa Alba;  20: Dunalia australis;  21:  abbreviazione standard Genere Orchidea Schombletia;

venerdì 13 febbraio 2015

Floricoltura Italiana, storie, uomini, aziende

Un libro di Arturo Croci e Giovanni Serra
Viva la vita! E’ questo il motto con cui Arturo Croci, editore, giornalista e grande esperto di florovivaismo e giardinaggio, fondatore della rivista Flortecnica e consulente di importanti manifestazioni del verde come Flormat, Orticolario, Sun, è solito concludere ogni suo intervento; e ne ha tutte le ragioni visto che per ben due volte è stato sul punto di doverla salutare, la vita, a causa di gravi problemi di salute, superati con molta fortuna e tanta bonomia.

 
Fatto sta che, oggi, ogni sua iniziativa, sia essa la scelta di un nuovo titolo per la sua casa editrice Ace International o la consulenza per una mostra del verde o la pubblicazione di un suo libro, è sempre intrapresa sotto la spinta di un incontenibile entusiasmo, di un pensiero propositivo che trasmette agli interlocutori voglia di fare, desiderio di approfondire, di superare di slancio ogni ostacolo. Succede così anche a chi legge il suo ultimo lavoro, edito da Mursia, dal titolo: Floricoltura italiana, storie, uomini, aziende, scritto a quattro mani con Giovanni Serra, ordinario di Floricoltura alla Scuola Sant’Anna di Pisa e accademico dei Georgofili. Nel libro si racconta il passato, si descrive il presente e si immagina il futuro di un settore produttivo come il florovivaismo di cui Croci e Serra sono stati sino ad oggi studiosi ed interpreti.
Il florovivaismo in Italia, è un importante comparto dell’agricoltura italiana la cui produzione è stata pari, nel biennio 2012/2013,  a 2,6 miliardi di euro, conferendo all’ Italia una posizione dominante nell’ambito dell’UE. Gli anni che viviamo tuttavia sono anni di forte stagnazione che hanno fatto registrare una riduzione della produzione di fiori e piante pari all’8% rispetto al biennio precedente a motivo di una contrazione dei consumi domestici e delle ridotte attività delle amministrazioni che gestiscono il verde pubblico.
 
Solo due personalità come Arturo Croci e Giovanni Serra che hanno vissuto gli anni d’oro del florovivaismo italiano e ne conoscono i punti di forza ma anche di debolezza potevano scrivere oggi, un libro sul florovivaismo italiano  che non fosse un de profundis di un settore in forte crisi. Nel libro si ripercorre la storia  della floricoltura italiana a partire dalla metà dell’Ottocento sino ai nostri giorni, si raccontano e ricordano, a chi li ha conosciuti, gli uomini e le aziende che hanno fatto apprezzare la produzione italiana nel mondo partendo, in ordine alfabetico,  da Acerbo Giacomo, Ministro dell’Agricoltura intorno al 1930 per finire a Weijl Max, padre della moderna floricoltura israeliana, passando per nomi di tanti imprenditori, alcuni dei quali non ci sono più  come, tra quelli da me conosciuti perché siciliani, Petiet Jan, nato in Olanda ma siciliano di adozione, uno dei pionieri della floricoltura dell’isola e Continella Ignazio promotore indiscusso dell’agrumicoltura ornamentale e del florovivaismo siciliano.
Nel libro si elencano, poi,  parole e concetti chiave, si ricordano gli scritti più rilevanti, le manifestazioni, gli eventi, le cronache, i premi.
Di che utilità può essere rinvangare il passato quando ci si barcamena oggi con la crisi? La ricetta dei due autori è semplice: rivivere il passato può essere un modo per trovare azioni propositive per il futuro puntando su: formazione, associazione, informazione, che sono campi d'intervento su cui, nel florovivaismo, c’è ancora molto da lavorare.

Il libro, stampato quasi per scommessa in mille copie nel mese di novembre 2014, è già in ristampa ed Arturo Croci, instancabile, gira l’Italia per promuoverne la lettura. In Sicilia è già stato a Marsala, dove è insignito del titolo di cittadino benemerito, ed a Milazzo, ospite di Milazzoflora e di Natale Torre.



Ma "Floricoltura italiana" non è solo un libro  per gli addetti ai lavori, chiunque sia stato almeno una volta nella propria vita ad un’edizione dell’Euroflora o al Flormat dei tempi migliori, rileggendo date e luoghi proverà una nostalgico piacere nel sentirsi partecipe di quello che è stato un pezzo di storia del florovivaismo italiano.  E dunque, che dire:  Viva la vita!

 

giovedì 5 febbraio 2015

Rose d'inverno

Checché se ne voglia dire, quando è inverno, anche se si vive in Sicilia, ci sono giornate che fa un freddo cane, con l’Etna ricoperta di neve ed il vento tagliente che fischiando teso corre di infilata a raggelare anche i paesi affacciati sul mare.
Se sento freddo io che ho tanti modi per potermi riscaldare pensate che cosa devono passare le povere piante dei giardini qui intorno che, attrezzate fisiologicamente a sopportare temperature critiche estive, si devono  invece barcamenare  per riuscire a superare questi inopportuni rigori invernali.  
Verde smorto, colori spenti, rami spogli, foglie al vento, è questo l’andazzo di stagione e nonostante i mandorli in fiore si dovrà aspettare ancora qualche mese per riuscire a vedere nei giardini un poco di colore.
E’ dunque con notevole stupore che in una di queste gelide mattine invernali transitando in macchina alla periferia del paese di Paternò, ho avuto la sorpresa di vedere un cespuglio rosso in fiore nel verde ornamentale che abbellisce una grande rotonda spartitraffico vicino l’Ospedale.
Di che specie sarà mai questo inusuale sfoggio di colore? La prossima volta che ci passo guardo meglio. Ed infatti qualche giorno dopo faccio una sosta ah hoc e mi trovo davanti un cespuglio di rose dal bel fogliame verde scuro e con tantissimi fiori semplici dai petali colore rosso mattone.
Rose, in questa stagione e di una varietà che non conosco? Devo saperne di più e dopo averle fotografate inizio la caccia per conoscerne il nome.
Sono giorni di intense ricerche passati a scocciare tanti amici pazienti, esperti di rose e vivaisti; infine trovo la strada giusta per l’identificazione tramite l’azienda agricola Vittorio Rech di Montebelluna (TV) che produce rose Cityflor su brevetto tedesco dei vivai Tantau. Le Cityflor sono rose cosiddette da paesaggio, bassi cespugli copri suolo utilizzati in genere nelle sistemazioni a verde pubblico perché varietà robuste, resistenti alle malattie, facili da manutenzionare perché autopulenti e sempre in fiore, come ho avuto modo di constatare. Sono rosai prodotti da talea che rispetto alle varietà caratterizzate dal possedere un portainnesto ed una marza sono più resistenti alle avversità o alle drastiche potature perché sono in grado di rinnovare in modo rapido e completo la parte aerea del cespuglio; temono solo la siccità ma, coltivate ai margini di un prato ben innaffiato nel periodo estivo, dopo il periodo più caldo, continuano a fiorire tutto l’anno.


La varietà della rotonda di Paternò sembrerebbe essere "RED HAZE", una rosa dai fiori a coppa, semplici,  dai petali colore rosso intenso e con stami dorati ben evidenti; i fiori non hanno profumo ma sono molto decorativi spiccando sul fogliame verde scuro, brillante; il cespuglio cresce in larghezza ma con vegetazione compatta e si pota generalmente ogni due anni.
La Red Haze ha vinto al Concorso di Monza, nel 1998,  la medaglia d’oro per “La rosa per l’arredo urbano” ma, mi dice Roberta dell’Azienda Vittorio Reich, che la varietà non è più in produzione sopravanzata da altre cultivar della serie Cityflor Tantau come Mirato, AspirinRose e Satina.

Ora che ne so pure il nome  e  sapendo che è una cultivar di rosa fuori produzione la guardo con maggiore simpatia ed ammirazione per come è riuscita a rivitalizzare il mio umore in questi freddi giorni d'inverno.

PS
Dopo la pubblicazione del post ho ricevuto la seguente precisazione dall'Azienda Vittorio Reich:
Carissima Sig.Marcella,
abbiamo avuto molto piacere di avere notizie, perchè ora con le foto che abbiamo visto nel suo bolg possiamo essere sicuri di che rosa  parliamo.
Ho mostrato tutte le foto da lei pubblicate e Vittorio che è il vero esperto ha riconosciuto la "sorella" di Red Haze. La rosa da lei fotografata è Purple Haze, con le stesse caratteristiche di Red Haze  come portamento e resistenza ma di colore rosso cardinale - porpora. Anche questa rosa non è più in coltivazione da diversi anni.
Siamo molto contenti di averla aiutata in questa ricerca, facciamo i nostri complimenti per il suo blog.

Grazie tante a voi
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