martedì 7 aprile 2015

Acis Hortus Regius

L'erbario picto di Giuseppe Riggio
Ci si imbatte talvolta in belle storie che riguardano fatti del passato che raccontano di passioni senza tempo come quelle per il mondo vegetale.
Son passati duecento anni dai fatti che voglio raccontare ed è bello constatare che la passione che riesce a suscitare la coltivazione delle piante è sempre uguale anche se nel tempo sono cambiati i modi per poterla illustrare.
Noi moderni che abbiamo un bel giardino o una qualche collezione o anche solo un vaso in balcone con la foto digitale siamo rapidi ad immortalare e di seguito archiviare ogni specie posseduta che sarà fotografata in ogni situazione, dal più tenero germoglio alla pianta in fiore sia per propria soddisfazione che per farne condivisione.
Chi è vissuto nel passato, pur animato dalla stessa intenzione di riguardare, confrontare e mostrare ad altri appassionati le immagini della propria collezione non aveva altro modo di operare che affidarsi alle abilità di un bravo pittore avendo la pazienza di aspettare  nove anni per vederne finita l'esecuzione.
 
Giuseppe Riggio è stato uno stimato farmacista vissuto ad Acireale, cittadina in prossimità di Catania, tra il 1758 ed il 1830.  La formazione scientifica e professionale di Riggio avviene a Messina sotto la guida del botanico Francesco Arrosto e dei suoi figli, in un ambiente culturale in costante contatto con le istituzioni scientifiche europee, allora in gran fermento per quanto pubblicato da Linneo  nel 1735 nel suo Systema naturae che introduceva una nuova forma di nomenclatura binomiale e ipotizzava rapporti di interconnessione tra i diversi organismi. Completati gli studi di botanica Giuseppe Riggio ritorna ad Acireale per seguire la farmacia del padre; la passione per la botanica e gli studi scientifici improntati alla classificazione linneana ( Linneo muore nel 1779 quando il Riggio aveva 23 anni) è tale da fargli apporre sulla facciata neoclassica del palazzo di famiglia il ritratto di Linneo affiancato da quello di Luigi Valentino Brugnatelli, professore di Chimica e autore della Farmacopea generale ad uso degli speziali e di due religiosi, padri dell’Oratorio dei Filippini. 
Acireale per quanto fosse una piccola cittadina era considerata un luogo di cultura per le numerose scuole e collegi ecclesiastici che vi avevano sede e per le Accademie, la più antica ed importante delle quali era l’Accademia degli Zelanti istituita nel 1671 dal Vicario del clero acese con l’intento di “ far progresso nelle scienze” .
E’ in questo contesto che Giuseppe Riggio, in un podere che possedeva nella frazione di Santa Caterina, in prossimità della chiesetta della Madonna delle Grazie, in un terreno a balze affacciato sul mare e protetto alle spalle dal costone roccioso della Timpa, comincia a coltivare piante siciliane ed esotiche per suo puro diletto e per le esigenze farmacologiche connesse all’ attività di farmacista.
Non ha intenti divulgativi, non pubblica trattati scientifici ma per puro piacere personale mette insieme una collezione di piante che si compiace di definire Acis Hortus Regius dedicando l’ orto alla sua città: Aci-regia 
La collezione metteva insieme specie erbacee di interesse farmaceutico, spontanee mediterranee insieme ad endemismi siciliani (Pancratium maritimum, Asphodelus luteus, Saponaria officinalis, Nerium oleander, Spartium junceum ), molte specie rampicanti (Phaseolus caracalla, Quisqualis , Ipomoea acuminata, Cobea scandens) ed esotiche (Ixora americana, Plumeria alba, Cassia tomentosa, Hibiscus abelmoschus, Strelitzia reginae, numerose specie del Genere Aloe) per il reperimento delle quali Riggio doveva avere avuto non poche difficoltà a causa del blocco dei trasporti navali conseguenti la fuga del re Borbone in Sicilia.
Come ogni buon collezionista che si rispetti anche lui volle avere immagine e raffigurazione delle sue piante e per questo, agli inizi del 1800, diede incarico al pittore acese Emanuele Grasso di riprodurre gli esemplari del suo orto da raccogliere in un "erbario picto". Grasso completò l’opera nel 1811 realizzando 753 tavole su carta filigranata, disegnate a tempera ed acquerello, numerate a penna e raccolte in quattro volumi.
Le raffigurazioni non contenevano indicazione botaniche o commenti e la disposizione dei tralci o dei fiori seguiva un’ispirazione artistica che ne metteva in risalto la bellezza dando movimento alla composizione e ponendo tasselli neri in corrispondenza di fiori bianchi per metterne in risalto i caratteri. 
A completamento del  lavoro, la raccolta fu dedicata dal Riggio alla sua città e custodita gelosamente in famiglia mentre la vasta biblioteca scientifica veniva donata, alla sua morte, all’Accademia degli Zelanti.

All’inizio dell’anno 2008, l’editore Franco Maria Ricci sfogliando un catalogo di una libreria antiquaria di Torino trova traccia di un antico erbario dal titolo Acis Hortus Regius datato 1811. I quattro tomi dell’opera erano stati messi in vendita dall’ultimo degli eredi con la clausola che la vendita dovesse avvenire solo a chi si impegnasse a mantenere l’integrità dell’opera. Il costo dei volumi era molto elevato ma Ricci versando un anticipo porta con se la raccolta, determinato a trovare il modo di come finanziarne per intero l’acquisto con l’intento di riportare l'erbario ad Acireale per donarlo all’Accademia degli Zelanti che gli sembrava la sede più idonea per la custodia dell’opera.
Ne stampò perciò un libro dal titolo Fiori di Sicilia i cui proventi insieme ad un finanziamento ottenuto dalla Regione siciliana e al contributo di alcune istituzioni bancarie consentirono l'acquisto della raccolta  che  si trova ora custodita presso la biblioteca dell’Accademia Zelantea.
 Alcune immagini sono foto scattate al libro Fiori di Sicilia, Editore Franco Maria Ricci
Bibliografia: G. La Malfa, Note sull'Acis Hortus Regius di Giuseppe Riggio (Acireale 1811)

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