mercoledì 13 maggio 2015

Celtis australis, un albero spaccasassi

Celtis australis è un grande albero che vive spontaneo nel nostro ambiente climatico ed è frequentemente utilizzato a scopo ornamentale nelle alberature stradali o nei grandi parchi cittadini; a dispetto del nome scientifico che sembrerebbe attribuirgli un'origine australiana è specie proveniente dalla vicina Asia minore da dove si è ampiamente diffuso in tutto i paesi del bacino del Mediterraneo.
La denominazione botanica si deve a Linneo che per il genere utilizzò un vocabolo della tarda latinità quando con la parola celtis si indicava una pianta arborea dai frutti eduli indicando, poi, per l’attribuzione specifica, una generica provenienza dall’ Europa meridionale o australe. Molti i nomi comuni o dialettali: bagolaro, spaccasassi, caccamo, menicucco. La caratteristica per cui è comunemente conosciuto è la notevole robustezza dell’apparato radicale che corre in profondità anche su terreni pietrosi meritandosi il nome di “albero spaccasassi”.
E’ un albero dalla imponente impalcatura dei rami che supporta una chioma globosa a maturità; le foglie sono caduche, semplici, alterne, con il margine seghettato e lungamente appuntite, scabre nella pagina superiore, pubescenti in quella inferiore. I fiori sono piccoli, insignificanti, possono essere ermafroditi o unisessuali con fioritura che avviene in aprile, maggio. Il frutto è una drupa ovale e tondeggiante, grande quanto un pisello e nerastra a maturità, con poca polpa commestibile. La dispersione dei semi è assicurata dagli uccelli e dai piccoli animali che mangiandone i frutti ne disseminano i semi.

E’ un albero longevo del quale ne esistono esemplari più che centenari in varie parti d’Italia; sull’Etna  vegeta la specie Celtis tournefortii ssp. aetnensis che è endemica del versante sud occidentale del vulcano; è una pianta non più alta di cinque metri con la lamina fogliare cuoriforme alla base e frutti prima rossi, poi giallastri a maturità.
Dovevi essere un bravo ed accorto mugnaio se avevi scelto il mio legno per realizzare gli ingranaggi sommersi del tuo mulino
Il legno del Celtis australis è di colore bianco-grigio o verdognolo, molto tenace, duro ed elastico , non si screpola ed è molto resistente ai tarli. Dalle ceppaie del bagolaro si facevano sia i bastoni da passeggio che quelli con il manico ricurvo, tipici dei pastori (bagoline), forche da fieno, fruste, collari da bestiame ma anche stecche da bigliardo, utensili da falegname, intarsi e strumenti a corda.
Come con il legno dell’olmo, che è specie che appartiene alla stessa famiglia botanica del celtis, anche con il legno del bagolaro si realizzavano gli ingranaggi sommersi dei mulini ad acqua.

Se credi agli oroscopi, tra i ventuno sono quello senza vie di mezzo, velleitario, orgoglioso e con manie di grandezza
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Le antiche popolazioni celtiche avevano un oroscopo diverso dal nostro, caratterizzato da 21 segni associati ad alberi e piante ed in particolare: abete, acero, betulla, carpino, castagno, bagolaro, cipresso, faggio, fico, frassino, melo, nocciolo, noce, olmo, pino, pioppo, quercia, salice, sorbolo, tiglio, olivo; il segno del bagolaro che nel nostro calendario avrebbe caratterizzato i nati dal 14 al 23 di agosto e dal 9 al 18 di febbraio determinava un carattere risoluto e dominante: così si legge sui siti dedicati: “ Il Bagolaro è davvero una persona molto prorompente a volte troppo utopistica nei suoi progetti e questa sua smania di grandiosità può davvero metterlo in cattiva luce. Ha una personalità molto accentuata ed è spesso troppo orgoglioso al punto che può davvero attirare l'antipatia di molti e questo sul lavoro non va certo bene. Se viene contraddetto può avere cali e sbalzi nell'umore e sentirsi poco apprezzato. Meglio per lui lavori dove c'è bisogno di creare, inventare.”

Che colpi usavi da piccolo per giocare a cannucce?
I frutti del bagolaro sono comunemente chiamati bagole; sono piccole bacche inizialmente verdi che diventano prima gialle e poi nerastre a maturazione; dall'etimo greco melas-cocos (bacca nera) deriva il nome dialettale siciliano di menicucco e francese di micocoulier . Tra i giochi del passato, in estate, i frutti del bagolaro venivano utilizzati dai ragazzi come proiettili delle cerbottane.

Di Frigerio ne conosco una, di frigé tanti
Dana Frigerio è una garden designer molto apprezzata in Italia ed all’estero, un nome a cui sono riconosciute creatività e fiuto nel percepire le ultime tendenze moda in fatto di garden-style. Scrive per molte riviste di settore, ha pubblicato due e-books, cura eventi legati alle fiere di giardinaggio e gestisce un blog; da due anni è direttore unico di una innovativa rivista interamente dedicata al verde (Blossom zine), disponibile gratuitamente online, che raccoglie in quattro numeri stagionali il lavoro di ben 120 collaboratori ed è pubblicata in italiano ed inglese.  Dana abita in un piccolo paesino sulle sponde del lago di Como, cambia  sovente il colore dei capelli, si fotografa spesso i piedi e fa lunghi viaggi a Bali.

Il cognome Frigerio è abbastanza diffuso al nord Italia con particolare riguardo per la Lombardia e le province di Como e Lecco. L’origine del cognome deriva dalla parola dialettale “frigé” usata per indicare il Celtis australis o bagolaro.
 
Mi chiamo Libitea e a tavola non mi piace variare visto che ho le mie foglie preferite da mangiare
Sito reperimento immagine
Lybythea celtis è una farfalla di dimensione medio-piccole diffusamente presente nell’Europa meridionale, riconoscibile per la forma particolare della bocca e delle ali che la fanno assomigliare, in condizioni di riposo, ad una foglia.
Svolge una sola generazione annuale e le sue larve si alimentano esclusivamente di foglie di bagolaro.

4 commenti:

  1. Sono alberi davvero maestosi; a Torino sono utilizzati molto nei corsi e nei parchi. In particolare dietro alla mia casa vi è corso Peschiera, che percorro spesso in auto, e tutte le volte mi emoziono a passare sotto queste volte quasi gotiche create dalle due file degli alberi lungo la strada; i tronchi poi sono lisci e lucenti e mi ricordano la pelle degli elefanti. Grazie per avercene parlato, è incredibile quanto è vero che si vedono solo le cose che impariamo a conoscere.

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    1. Grazie Patty, il bagolaro ha il merito di accomunare con il suo verde il nord con il sud d'Italia

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  2. Io una cosa voglio sapere. Non tutte le piante producono i loro frutti.può essere no che qualche albero abbia solo fiori maschili?

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    1. Secondo la descrizione del Pignatti il bagolaro (Celtis australis)porta fiori maschili e bisessuali (ermafroditi) sulla stessa infiorescenza quindi le condizioni per una buona riproduzione ci sono tutte in ogni pianta; sarebbe in effetti comodo però selezionare varietà con ridotta o nulla produzione di frutti perché questi, numerosi, appiccicosi e fortemente imbrattanti, rappresentano la principale limitazione alla sua coltivazione ad uso ornamentale. Se ne avrò notizia da qualche vivaio specializzato me ne farò portavoce.

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