lunedì 21 gennaio 2019

Jasminum kedahense, un gelsomino chiamato Mario

Non ci volevano certo gli americani per farmi sapere che oggi, terzo lunedì del mese di gennaio, è Blue Monday , il giorno più triste dell’anno.
Lo so da tempo e non vale solo per questo lunedì, ma anche per tutti gli altri tristi giorni del mese di gennaio e per più di un motivo che di seguito vi starò ad elencare: Clima: io odio il freddo e anche se l’inverno siciliano, qui a Catania, non fa registrare temperature polari, a me, ugualmente, si spaccano le dita; piccole fessure ai bordi delle unghie che mi provocano fastidio e dolore soprattutto quando devo premere sul bottone della cassetta del bagno. Soldi: dalla tredicesima di metà dicembre molte spese sono passate sotto i ponti e il nuovo stipendio di gennaio, necessario a reintegrare il conto in banca, tarda, tarda troppo, ad arrivare. Dieta: i sensi di colpa conseguenti gli stravizi di Natale sono difficili da superare visto che non riesco a scalare neanche un grammo dal mio peso limite stagionale. Verde: tutto è in sospeso in attesa della stagione dei fiori; nei malinconici bancali dei discount o dei bricò  solo bulbi e ciclamini che non sono proprio la mia passione con l’aggravante dei vivai chiusi la domenica per assenza di piante fiorite da commercializzare.
Ma ad illuminare questo buio esistenziale una notizia bellissima mi è giunta in questi giorni via FB
Sito immagine
Filippo Figuera del vivaio Malvarosa, specializzato qui in Sicilia, nella produzione di pelargoni e gelsomini ha presentato in questi giorni una novità capace di controbattere ogni melanconia da Blue Monday: Jasminum kedahense, una specie di gelsomino presente in una regione della penisola malese (Kedah Peak), riprodotta con pazienza e fatica da diversi anni ed ora pronta per la commercializzazione sia in vivaio che online.
La particolarità di questo gelsomino è la fioritura invernale che avviene in dicembre -gennaio con fiori che emanano un profumo delicato che, a detta di Filippo, ricorda vagamente quello delle violette.  
Appresa la notizia non ho resistito e sono andata di persona in vivaio per vedere ed annusare dal vivo questo gelsomino novità e farmi raccontare a due voci da Filippo e sua moglie Agata la storia di questa pianta.
Jasminum kedahense è originario della penisola malese. Si tratta di una splendida specie a foglia intera, a fiore grande, bianco e profumato, con i boccioli pennellati di rosso. I gelsomini a foglia intera sono forse il gruppo di gelsomini più interessante e meno conosciuto. Di questi è molto amato e diffuso Jasminum Sambac, con alcune sue varietà, ma in maggioranza i gelsomini di questa sezione sono ancora poco diffusi. Possiedo la pianta madre di Jasminum kedahense credo da 7 anni. Mi fu donata da Mario Mariani, collega vivaista giardiniere del vivaio Central Park. Un giorno a Milano, durante Orticola, facendosi largo nel fiume di visitatori, venne al mio stand e al volo: "Questo è interessante per te. Un gelsomino. Non so come si chiama, ma è bello". Il massimo delle conversazioni che possiamo permetterci durante Orticola. Da allora quell'esemplare è stato in una serra, come pianta madre. Ogni anno è stato potato drasticamente per riprodurlo, prendendo tutto il "materiale" possibile per fare talee. Sembra facile, ma ci sono voluti anni per arrivare ad avere una produzione e metterla in vendita. In questi anni lo abbiamo chiamato Mario, per comodità. Ma nel frattempo ho iniziato a osservarne le caratteristiche per risalire al suo vero nome. Forma, posizione e dimensioni delle foglie, della corolla. Struttura dell'infiorescenza. Dimensioni e forma del calice, lunghezza dei lobi."
"Le specie simili sono molte. Ma il periodo di fioritura è stato un indizio forte. La fioritura invernale è anche la caratteristica "vincente" di questa pianta. Perché tra i gelsomini da noi coltivati è l'unico tipico di questa stagione ed è anche un bel cespuglio sarmentoso, che tende ad arrampicarsi".
"La specie proviene dalle foreste tropicali, dove vive a quote superiori agli 800 metri; ma l'origine non deve trarre in inganno, le nostre piante hanno conosciuto anche qualche grado sotto lo zero.”
Ma avete provato la coltivazione solo in serra o anche all’aperto?
La pianta madre è sotto copertura ma in una serra fredda ed ancora non ne abbiamo provato la coltivazione nel nostro Giardino dei Gelsomini; nutriamo però buone speranze che non debba soffrire eccessivamente per il freddo perché molto simile per portamento e periodo di fioritura a Jasminum multiflorum che noi coltiviamo anche all’aperto con piante che in inverno continuano a produrre fiori".
Jasminum multiflorum
Avete avuto già prenotazioni per questa specie novità?
"Si, subito dopo avere pubblicato sul nostro blog il post di presentazione di Jasminum kedahense abbiamo avuto diverse ordinazioni che dimostrano l’interesse per molti di disporre di un gelsomino profumato a fioritura invernale".
Boccioli fiorali di Jasminum kedahense
L’impressione che ho avuto di Jasminum kedahense come pianta in vaso è stata molto positiva per tipologia, forma e colore dei fiori che hanno, da boccioli, una particolare colorazione rosso, rosata. Un poco meno aggraziata mi è sembrata la forma che è quella di un arbustone che presenta lunghi sarmenti un poco disordinati anche se i caratteri li ho rilevati sull’esemplare originale che è stato ogni anno drasticamente potato per reperire il materiale di propagazione. Ma quel che più conta è il profumo dei fiori che è delicato ma persistente, capace di fare passare in secondo piano le malinconie del Blue Monday.
Per una rapida descrizione botanica riporto il testo  tratto dal libro The Genus Jasminum in cultivation, P. Green e D. Miller, A Botanical Magazine Monograp,  fornitami da Filippo.


P.S.
A proposito del "Gelsomino chiamato Mario", ho avuto modo di contattare Mario Mariani che è vivaista e cultore di piante un po’ speciali come graminacee, muschi, felci  ed altre specie per zone d'ombra che coltiva nel suo Vivaio, che ha nome Central Park, a Galliate in provincia di Novara e gli ho chiesto come fosse venuto in possesso della pianta di Jasminum kedahense regalata anni fa a Filippo Figuera. Mario mi ha raccontato a proposito una storia interessante: ”La pianta originaria era stata raccolta in Malesia da Peter Smithers che la coltivava in serra nella sua casa di Vico Morcote (Sir Peter Smithers è stato uomo politico e diplomatico britannico a cavallo della seconda guerra mondiale ricoprendo anche il ruolo di Segretario d’Europa a Strasburgo; appassionato da sempre di botanica divenne giardiniere in terza età nella sua residenza sulle rive del lago di Lugano dove creò un ecosistema- giardino a misura delle sue forze di giardiniere anziano in grado di autoregolarsi come ecosistema autonomo. Autore del libro L’avventura di un giardiniere). "Nel 2003/2004", continua Mario, " sono stato da lui e me ne ha regalato un pezzetto .... insieme a un sacco di altre piantine e semi. Ci teneva molto a questa pianta e ne ho avuto una talea solo perché ho ….rotto talmente ed era rimasto un po’ affascinato dal mio occhio lungo. Anni dopo ne ho regalata una delle mie a Filippo ... “ favorendo questo inusuale gemellaggio, aggiungo io, tra il Canton Ticino, la Lombardia e la Sicilia. 
 
 

martedì 8 gennaio 2019

Turnera ulmifolia o agrifoglio caraibico

Tra le sorprese verdi che hanno reso speciale il mio tiepido Natale siciliano, mi fa piacere raccontare la fioritura di Turnera ulmifolia un arbusto di origine tropicale che produce fiori gialli ed ha foglie a margine grossolanamente seghettato, tanto da essere chiamata nei luoghi di origine “agrifoglio caraibico”. Ne possiedo una piantina che ho ricevuto in modo, posso dire, fortunoso  quando questo settembre ho comprato alcuni arbusti in vaso da Massimo Sallemi, vivaista siciliano specializzato in palme e piante tropicali. Mentre Massimo mi imbustava gli acquisti, guardando una piccola piantina cresciuta abusivamente, diciamo da infestante, all’interno di uno dei vasi comprati, mi dice essere una piccola pianta di Tournera ulmifolia, da trapiantare, una volta arrivata casa, in un vaso a parte. E così ho fatto.
Presa la piantina dalle foglie di un verde brillante simile a quelle dell’ortica, le ho dedicato un piccolo vaso e come succede quando si possiede un balcone molto affollato me ne sono dimenticata. Fino a Natale quando con mia sorpresa la piantina, non più alta di una spanna, ha cominciato a fiorire producendo fiori giallo oro, a cinque petali che, come quelli dell’l’ibisco, durano un solo giorno compensando la brevità della fioritura con il numero dei fiori che sbocciano nuovi ogni giorno. 
Questa sorpresa meritava un adeguato approfondimento con ricerche svolte in foglio e sul web.
Tournera ulmifolia è una specie erbacea perenne, non più alta di un metro, spesso legnosa alla base, appartenente alla famiglia delle Passifloraceaee (sottofamiglia delle Turneroideae) il cui Genere fu dedicato da Linneo, nel 1753 a William Turner (1508-1568), naturalista, medico ed ecclesiastico inglese che fu tra i primi a fondare un Orto botanico in Inghilterra a Wells  e a descrivere un suo erbario in lingua inglese invece che in latino.
La specie è originaria delle regioni dell’America tropicale ed in particolare di Messico, Cuba e di numerose isole nelle Indie occidentali ma in realtà presenta una vasta distribuzione geografica essendosi ampiamente naturalizzata in regioni tropicali e subtropicali dove cresce come pianta infestante avendo grandi capacità di adattamento a diverse condizioni ambientali e di suolo. Attualmente è classificata come specie invasiva in Australia, Hawaii, Porto Rico, Isole Vergini, Singapore, Malesia, Indonesia e diverse isole nell'Oceano Pacifico. La capacità di diffusione della specie, dimostrata anche dall’ esemplare in fuga sul mio vaso, è essenzialmente dovuta alla fioritura continua durante tutto l'anno e alla facilità di riproduzione attraverso i semi la cui dispersione è favorita dalle formiche che li trasportano  a distanza,  anche se non così elevata dalla pianta madre,  dando luogo alla formazione di popolazioni spontanee a macchie dense e compatte.
E’ comunque molto utilizzata come pianta da giardino per segnare confini o come coprente del suolo; assai decorativa  per la sua vivace fioritura giallo dorata tanto da essere chiamata familiarmente in molti modi come ad esempio Marilope nei paesi a lingua spagnola; Yellow alder (Ontano giallo) e West indian holly o Agrifoglio caraibico per i paesi anglofoni dove è talmente popolare da essere protagonista di leggende, francobolli, opere d’arte, locali turistici.
Descrizione botanica: La specie presenta foglie alterne, strette ed ellittiche, molto simili a quelle dell’ortica, di colore verde intenso e con il margine fogliare grossolanamente seghettato; ogni foglia porta una coppia di ghiandole nettarifere all’innesto della lamina sul picciolo frequentemente visitate dalle formiche ma anche da mosche e mosconi. 
 
I fiori a simmetria raggiata sono solitari sull’asse delle foglie; il calice del fiore ha cinque sepali verdi fusi tra loro, la corolla ha cinque petali gialli non fusi; cinque sono pure gli stami, ciascuno fuso alla base di un petalo.
Il frutto è una piccola capsula che contiene minutissimi semi. La specie presenta forme colturali diverse che variano per le dimensioni e la forma delle foglie, per le dimensioni dei fiori e per la più o meno accentuata pubescenza; ne esiste una varietà "Alba".
Nei paesi di origine alcune specie del genere Turnera  sono utilizzate per le loro proprietà medicinali; di Turnera ulmifolia  sono conosciute le proprietà espettorati, per alleviare i dolori mestruali e migliorare la digestione; due tazze al giorno di un’infusione di 5,6 fiori in una tazza di acqua bollente sembrano essere assai efficaci; proprio per le sue proprietà medicinali la specie è dedicata a San Damiano, medico martire insieme al fratello Cosma. Molto pubblicizzate per evidenti motivi  le proprietà medicinali della specie Turnera
diffusa var. aphrodisiaca o damiana. 


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