martedì 17 luglio 2012

Nerium oleander: nato libero

Nel panorama vegetale degli arbusti da fiore adatti all’ambiente mediterraneo l’oleandro ha sempre avuto il ruolo di pianta tutto fare, adattabile ad ogni situazione difficile, marginale, residuale tanto da non prevedere per essa nessuna cura colturale. E’ l’arbusto simbolo del verde pubblico di quei comuni con un bilancio all’osso; lo si incontra nelle aiuole spartitraffico, nel verde usa e getta dei grill autostradali; nei parcheggi aeroportuali o lungo i vialetti tristi delle aree cimiteriali.

La totale assenza di manutenzione (nel capitolato dei lavori pubblici per l’oleandro non si sprecano voci di spesa che contemplino irrigazioni, concimazioni, trattamenti antiparassitari) ha, tuttavia, un’eccezione nel taglio a raso, regolarmente praticato dagli addetti alle strade, alla fine dell’inverno, su vigorosi cespugli multicolori ridotti a dei miseri monconi, perché, troppo cresciuti; fonte di intralcio, di impiccio e di fastidio per l’utente della strada cittadino che non vede al di la dell’incrocio. Nonostante il degrado dell’ambiente che gli sta intorno l’oleandro fiorisce fregandosene del contesto: una profusione di fiori grandi semplici ma anche doppi dal colore coniugato in tutte le sfumature che vanno dal bianco al rosso. Facile da riprodurre: ogni estate quando andiamo al mare dai grandi cespugli in fiore che crescono sulla sabbia a ridosso della cabina, mio padre prende rametti terminali, li mette in acqua in una vecchia bottiglia di plastica tagliata e dopo un mese di ammollo sono già belli e radicati, pronti per essere messi in vaso.
 L’oleandro è, infatti, uno dei pochi arbusti da fiore che si adatta con grande facilità sia alla coltivazione in vaso, su terrazze assolate sferzate dal vento di mare, che alla coltivazione in piena terra dove, secondo l’estro del momento, potrà essere mantenuto a cespuglio (la forma più abituale) o, più elegantemente, potrà essere allevato ad alberello. 

Un arbusto "come tu mi vuoi".

Ma ci sono posti, in Sicilia e nel Mediterraneo dove l’oleandro vive e cresce come più gli piace, nato libero sulle sabbie o tra le rocce dei corsi d’acqua naturali che caratterizzano le cave del siracusano (Cavagrande del Cassibile, Anapo, Pantalica) o le fiumare del messinese o il Simeto; ambienti naturali, oggi preservati, dove l’oleandro vive spontaneo rappresentando l’elemento di maggiore stabilità delle formazioni ripariali su substrati ciottolosi.



Nerium oleander,"Forre laviche del Fiume Simeto"
I fiori, semplici ed esclusivamente di colore rosa, prodotti a piacimento per l’intera estate da arbusti contorti nati tra fessure di roccia, sono l’esempio più evidente di come sia bello nascere e vivere liberi.

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