domenica 22 dicembre 2013

Magnolia grandiflora: soluzione quiz botanico dicembre 013

Il mio fiore è considerato primitivo ma non me ne curo perché appartengo ad una famiglia di antico lignaggio 
Magnolia grandiflora è una specie arborea dalla larga chioma di forma conico piramidale formata da grandi foglie sempreverdi e con un fusto robusto che raggiunge i 15-25 metri d’altezza. La specie, originaria dell’America settentrionale, fu introdotta in Europa nel 1737 diffondendosi poi ampiamente come albero ornamentale in parchi e giardini per la notevole bellezza dei fiori e del fogliame, soprattutto nelle regioni settentrionali. Il nome del genere fu attribuito da Linneo che volle così onorare Pierre Magnol (1638-1715), grande botanico francese, direttore dell'Orto Botanico di Montpellier.
Albero di prima grandezza, Magnolia grandiflora, ha foglie molto caratteristiche che raggiungono i 25 cm di lunghezza; sono semplici, alterne, ovali, coriacee, solcate da una nervatura centrale molto marcata; presentano un colore verde intenso e lucente nella pagina superiore, sono pubescenti e di colore bruno-rugginoso in quella inferiore. Ad esse somigliano molto le foglie del Ficus macrophylla che in una prima attribuzione, effettuata a Palermo dal Borzì, fu denominato appunto Ficus magnolioides. La pianta produce, in estate nella parte terminale dei rami, grandi fiori profumati a forma di calice, ermafroditi, di colore bianco crema, composti da petali carnosi. 
Da un punto di vista sistematico il fiore della magnolia è considerato dai botanici un fiore “primitivo” essendo grande, vistoso, a simmetria raggiata, con stami numerosi disposti a spirale; la famiglia delle Magnoliaceae, infatti, è una delle prime famiglie differenziatesi tra le Angiosperme mantenendo ancora alcuni caratteri che sono propri, come alcune parti del sistema vascolare,  delle conifere.
Di molte magnoliacee si è conservata traccia come reperti fossili, risalenti ai tempi più remoti della preistoria, componenti della flora presente sulla terra circa 65 milioni di anni fa in ambienti tipicamente caldo-umidi. I cambiamenti climatici verificatisi nel quaternario ne hanno determinato l’estinzione in forma spontanea ma molte specie si sono tramandate, coltivate dall’uomo, come specie d’ornamento di parchi e giardini.

La mia progenie sta appesa ad un filo e penzola dal cocceto
 
Il frutto della magnolia è un’infruttescenza conica a forma di pigna chiamata in botanica cocceto; essa è formata da un aggregato di follicoli deiscenti cioè piccoli frutti (cocchi) che a maturità si separano in due metà e lasciano penzolare un seme arancione-rossastro attaccato ad un filo sottile (funicolo).

La bandiera dello stato del “grande fiume” mi porta in campo dal glorioso 1861
Il Mississippi è uno stato federato degli Stati Uniti d’America attraversato dal fiume omonimo il cui nome deriva dalla parola indiana nativa misi-ziibi che vuol dire “grande fiume”. Lo stato è ricoperto da foreste ed ha per emblema la magnolia che fu inserita nella bandiera, adottata dallo stato, quando il Mississippi si separò dall'Unione nel 1861. Come simbolo dell'indipendenza fu adottata una bandiera nota col nome di Magnolia Flag, mantenuta sino al 1894, che prevedeva un albero di magnolia in campo al centro della bandiera.
Hai visto il film dove ..”le rane piovono dal cielo ?”
Magnolia è un film drammatico americano del 1999, scritto e diretto da Paul Thomas Anderson. La pellicola è composta da storie separate ma connesse che si intrecciano durante un giorno nella  San Fernando Valley, a Los Angeles, California. Verso la fine del film, si ha un evento singolare: migliaia di rane cominciano a piovere giù dal cielo, un evento che suscita terrore in alcuni e serenità in altri.

Fatta dai ceroplasti vivo alla Specola e data l’età ho bisogno d’aiuto
A Firenze, presso il Museo di Storia Naturale “La Specola”, il più antico museo scientifico d’Europa, è conservata, presso la sezione Botanica, la Collezione Lorenese di cere Botaniche che raggruppa riproduzioni a grandezza naturale di 184 specie di piante in vaso e frutti,  illustranti l’anatomia, la patologia e la fisiologia dei vegetali.
Le cere, riprodotte nei più piccoli dettagli e realizzate tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo presso l’officina di ceroplastica del Museo da artisti ceroplasti come Susini, Calenzuoli, Calamai e Tortori sono uniche al mondo e hanno un grande valore artistico, storico e scientifico. I diversi soggetti erano copiati dal vero, con l’obiettivo di raggiungere la massima veridicità scientifica e riguardano soprattutto specie esotiche.

Magnolia grandiflora
La Collezione Lorenese delle piante in cera ha ora bisogno di un intervento di restauro per riportare all’antico splendore ogni singolo reperto.  Il restauro è stato affidato all’esperienza dei restauratori del prestigioso Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

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