domenica 15 giugno 2014

Cistus, un genere di piante mediterranee

 
Il genere Cistus è uno dei più caratteristici della flora mediterranea e comprende piccoli arbusti sempreverdi  o parzialmente spoglianti  dalla vistosa fioritura  bianca, rosata o fucsia, diffusi allo stato spontaneo dove la macchia mediterranea si è degradata, trasformandosi in gariga, per effetto dei frequenti incendi.  Sono arbusti  che hanno affidato ai semi la capacità di sopravvivere al fuoco; mentre le piante di cisto attaccate dalle fiamme bruciano rapidamente, i semi che si presentano avvolti da un tegumento resistente, aumentano la loro germinabilità in quanto il calore li libera dal rivestimento esterno;  dai semi  verranno fuori  nuove  piante capaci di colonizzare rapidamente  i terreni incolti. I cisti prediligono  suolo tendenzialmente acido e sono  molto resistenti  all’aridità;  d’estate le foglie per effetto dell’assenza d’acqua si colorano di marrone e sembrano secche, ma alle prime piogge riacquistano vigore e riprendono turgore.
Vedi bibliografia
Nonostante siano specie tipicamente mediterranee i cisti sono stati ampiamente  coltivati sin dalla  fine del  Cinquecento in Inghilterra utilizzando prima Cistus salvifolius  poi  le altre specie. Essendo il cisto una specie ad impollinazione incrociata obbligata  gli inglesi si sono dedicati con particolare passione alla selezione di nuove varietà;  Sweet (1825-1830) in una sua monografia dal titolo Cistineae the natural order of Cistus or rock rose  ne descrisse oltre 34 specie  e 112 varietà.  In Italia secondo il Pignatti   sarebbero presenti 8 specie allo stato spontaneo,  tra le più diffuse Cistus creticus a fiore rosato,  e tra i cisti a fiore bianco: Cistus salviifolius a foglie larghe, Cistus monspeliensis, Cistus clusii.
 
I fiori di tutte le specie presentano  cinque grandi petali molto simili a quelli della rosa canina; per tale  somiglianza i cisti vengono chiamati  rusedda in dialetto siciliano e  rose di roccia (rock rose) dagli  inglesi.
Cistus monspeliensis
La fioritura dei cisti avviene in primavera, i fiori sono molto delicati ed hanno un aspetto stazzonato o ,  come ebbe a dire l’inglese Gerard nel 1597: “ leggermente spiegazzati come un telo asciutto prima che venga stirato “.
Sono fiori effimeri, di breve durata come quelli  su cui piange Amina nella Sonnambula di Bellini paragonandoli alla breve vita  del suo infelice amore per Elvino:
1
Ah! Non credea mirarti
Si presto estinto, o fiore;
Passasti al par d’amore,
Che un giorno sol durò….
2
Non bisogna essere un esperto profumiere per sapere che in lozioni e profumi la mia gommo resina è la base che da corpo e forza alle fragranze
I cisti presentano gli steli e le foglie ricoperti di peli ghiandolari che secernono resine oleose dal sapore amaro, probabilmente come adattamento utilizzato per sfuggire al morso degli erbivori; l’essenza che si produce prende il nome di laudano, essa è prodotta da tutte le specie di cisti ma particolarmente da Cistus ladanifer la cui gommo resina veniva già usata come aromatizzante dagli egizi nella tecnica di imbalsamazione; più avanti il laudano ha trovato impiego nell’industria profumiera per preparare saponi e profumi; la resina di cisto ha infatti un forte potere fissativo capace di imprimere corpo e forza alle diverse fragranze. Il laudano ottenuto dalla resina, è noto anche per l’effetto antisettico in grado di contrastare le infezioni batteriche.
3
Per acchiappare mosche e zanzare altro non devi fare che bagnarmi con acqua zuccherata, appendermi al soffitto ed aspettare
origine cattura
La presenza di ghiandole resinifere rende la pianta del cisto molto aromatica e dunque tanto in Sicilia quanto in Sardegna i suoi rami venivano utilizzati come legna fragrante  per avviare il fuoco nei forni di cottura del pane. Sempre in Sardegna per acchiappare in casa insetti molesti come mosche e zanzare si immergevano rametti di cisto nell’acqua zuccherata appendendoli poi al soffitto. Lo zucchero attirava gli insetti che rimanevano invischiati nella resina appiccicosa.

4
Se, nella terra dei nuraghi, vedi gente intenta a perlustrare le mie vaste distese
stai sicuro che non è li per passeggiare ma per scovare Leccinus da preparare sbollentati e fritti secondo l’usanza locale
Sito immagine
Leccinum corsicum è un fungo boleto dal sapore amarognolo che cresce simbionte con la pianta del cisto soprattutto Cistus monspeliensis; è un fungo molto ricercato particolarmente nella provincia di Cagliari dove viene mangiato dopo averlo leggermente sbollentato e fritto.
5
C’è sempre qualcuno che per farsi notare ti si attacca al piede
Sito immagine
Cytinus hypocistis o ipocisto (sta sotto il cisto) è una particolare pianta, ospite indesiderata, delle radici del cisto perché ne è parassita specifico. Già conosciuta agli antichi, Dioscoride parlava di una pianta che "nasce attaccata alle radici di Cisto e assomiglia al fiore di melograno." L’ipocisto è’ una pianta di modeste dimensioni, che non supera i pochi centimetri di altezza avendo un corto fusto carnoso che si rende evidente con foglie squamiformi di colore rosso-scarlatto o giallo-dorato, in funzione della specie di cisto ospite; il cisto a fiore bianco origina infatti un ipocisto dai fiori giallo-dorati, mentre il cisto a fiore rosa genera un ipocisto dai fiori arancione.

Bibliografia: D. Romano, Le specie autoctone del genere Cistus: un patrimonio da valorizzare, Flortecnica;  D. Romano e A. A., Cistus, Specie spontanee in colture florovivaistiche produttive, Progetto REVFLOR,

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