Soluzione quiz botanico maggio 014
Il genere Cistus è uno dei più caratteristici della flora
mediterranea e comprende piccoli arbusti sempreverdi o parzialmente spoglianti dalla vistosa fioritura bianca, rosata o fucsia, diffusi allo stato spontaneo dove la
macchia mediterranea si è degradata, trasformandosi in gariga, per effetto dei
frequenti incendi. Sono arbusti che hanno affidato ai semi la capacità di
sopravvivere al fuoco; mentre le piante di cisto attaccate dalle fiamme
bruciano rapidamente, i semi che si presentano avvolti da un tegumento
resistente, aumentano la loro germinabilità in
quanto il calore li libera dal rivestimento esterno; dai semi verranno fuori nuove piante capaci di colonizzare rapidamente i terreni incolti. I cisti
prediligono suolo tendenzialmente acido
e sono molto resistenti all’aridità; d’estate le foglie per effetto dell’assenza
d’acqua si colorano di marrone e sembrano secche, ma alle prime piogge
riacquistano vigore e riprendono turgore.
Vedi bibliografia |
Nonostante siano specie tipicamente
mediterranee i cisti sono stati ampiamente
coltivati sin dalla fine del Cinquecento in Inghilterra utilizzando prima Cistus salvifolius poi le altre
specie. Essendo il cisto una specie ad impollinazione incrociata obbligata gli inglesi si sono dedicati con particolare
passione alla selezione di nuove varietà; Sweet (1825-1830) in una sua
monografia dal titolo Cistineae the
natural order of Cistus or rock rose ne descrisse oltre 34 specie e 112 varietà.
In Italia secondo il Pignatti sarebbero presenti 8 specie allo stato
spontaneo, tra le più diffuse Cistus
creticus a fiore rosato, e tra i cisti a
fiore bianco: Cistus salviifolius a foglie larghe, Cistus monspeliensis,
Cistus clusii.
I fiori di tutte le specie presentano cinque grandi petali molto simili a quelli
della rosa canina; per tale somiglianza i
cisti vengono chiamati rusedda in
dialetto siciliano e rose di roccia
(rock rose) dagli inglesi.
Cistus monspeliensis |
La fioritura dei cisti avviene in primavera, i fiori sono molto
delicati ed hanno un aspetto stazzonato o , come ebbe a dire l’inglese Gerard
nel 1597: “ leggermente spiegazzati come un telo asciutto prima che venga
stirato “.
Sono fiori effimeri, di breve durata come quelli su cui piange Amina nella Sonnambula di
Bellini paragonandoli alla breve vita del suo infelice amore per Elvino:
1
Ah! Non credea mirarti
Si presto estinto, o fiore;
Passasti al par d’amore,
Che un giorno sol durò….
Si presto estinto, o fiore;
Passasti al par d’amore,
Che un giorno sol durò….
2
Non bisogna essere un esperto profumiere per sapere che in lozioni e profumi la mia gommo resina è la base che da corpo e forza alle fragranze
I cisti presentano gli steli e le foglie ricoperti di peli ghiandolari che secernono resine oleose dal sapore amaro, probabilmente come adattamento utilizzato per sfuggire al morso degli erbivori; l’essenza che si produce prende il nome di laudano, essa è prodotta da tutte le specie di cisti ma particolarmente da Cistus ladanifer la cui gommo resina veniva già usata come aromatizzante dagli egizi nella tecnica di imbalsamazione; più avanti il laudano ha trovato impiego nell’industria profumiera per preparare saponi e profumi; la resina di cisto ha infatti un forte potere fissativo capace di imprimere corpo e forza alle diverse fragranze. Il laudano ottenuto dalla resina, è noto anche per l’effetto antisettico in grado di contrastare le infezioni batteriche.
3
Per acchiappare mosche e zanzare altro non devi fare che bagnarmi con acqua zuccherata, appendermi al soffitto ed aspettare
origine cattura |
La presenza di ghiandole resinifere rende la pianta del cisto molto aromatica e dunque tanto in Sicilia quanto in Sardegna i suoi rami venivano utilizzati come legna fragrante per avviare il fuoco nei forni di cottura del pane. Sempre in Sardegna per acchiappare in casa insetti molesti come mosche e zanzare si immergevano rametti di cisto nell’acqua zuccherata appendendoli poi al soffitto. Lo zucchero attirava gli insetti che rimanevano invischiati nella resina appiccicosa.
4
Se, nella terra dei nuraghi, vedi gente intenta a perlustrare le mie vaste distese
stai sicuro che non è li per passeggiare ma per scovare Leccinus da preparare sbollentati e fritti secondo l’usanza locale
stai sicuro che non è li per passeggiare ma per scovare Leccinus da preparare sbollentati e fritti secondo l’usanza locale
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5
C’è sempre qualcuno che per farsi notare ti si attacca al piede
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Bibliografia: D. Romano, Le specie autoctone del genere Cistus: un patrimonio da valorizzare, Flortecnica; D. Romano e A. A., Cistus, Specie spontanee in colture florovivaistiche produttive, Progetto REVFLOR,
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