domenica 2 luglio 2017

Plant Revolution di Stefano Mancuso

Ho letto un libro
 
E’ arrivato il sospirato tempo dell’estate e delle conseguenti vacanze scolastiche e mi ritrovo a non potere fare niente o comunque poco di tutto quello che in tempo di lavoro avevo programmato di fare: leggerò, scriverò, visiterò luoghi botanici, andrò a trovare amici i cui giardini o le cui collezioni botaniche mi aspettano da tempo, visiterò mostre e mi divertirò da matti. Non avevo fatto i conti con il caldo estivo che in questi primi giorni d’estate è paralizzante. Sudaticcia come sono non mi va di fare niente e sprofondata in poltrona con il computer bollente sulle gambe penso che ha ragione mio marito quando dice che l'estate è: “una stagione di sofferenza”.
Tra le cose che avevo in programma di fare, ad esempio, c’era di scrivere di un libro che in primavera mi aveva particolarmente interessato; il libro in questione è Plant Revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro di Stefano Mancuso un autore del quale avevo già letto con interesse “Uomini che amano le piante” e “Verde brillante” scritto con Alessandra Viola.
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Stefano Mancuso è un autore che mi piace molto per il suo modo di argomentare tematiche scientificamente complesse in un modo discorsivo, di facile approccio, senza tuttavia mai banalizzare. Un divulgatore alla Piero Angela che, negli ultimi anni, da professore associato alla Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e direttore di un importante laboratorio (LINV :Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale con sedi a Firenze e Kitakyushu in Giappone) è diventato uno dei più accreditati narratori del comportamento vegetale e per questo ospite molto richiesto sia di incontri scientifici che divulgativi.
Nel suo ultimo libro Plant Revolution l’argomento trattato è di quelli che avvince ogni appassionato di piante che leggendo trova via via conferma di quanto da sempre pensato: le piante sono organismi superiori, con strutture sociali, percezione delle spazio e delle risorse tali da avere surclassato gli organismi animali per capacità di adattamento, evoluzione, intelligenza. Dopo secoli di spocchiosa, egocentrica,  supremazia animale è alle piante che dobbiamo guardare per capire come adattarci al futuro, come preservarlo sul nostro pianeta e come costruirlo in mondi lontani.
Uno degli obiettivi del futuro sarà infatti, a  detta di Mancuso,  affiancare all’ organizzazione centralizzata tipica di tutte le attività create dall’uomo, esempi di organizzazione modulare che è propria delle piante e che ha consentito loro di conquistare il mondo:  “un’architettura cooperativa”, dice Mancuso “distribuita, senza centri di comando, capace di resistere a ripetuti eventi catastrofici senza perdere funzionalità e in grado di adattarsi con grande rapidità a enormi cambiamenti ambientali”.
Comincia così nel libro un viaggio affascinante alla scoperta delle più inaspettate facoltà vegetali in organismi tradizionalmente considerati inanimati e dunque inferiori in quanto privi della possibilità di spostamento tipica del mondo animale.  Ogni capitolo una facoltà: Memoria senza cervello; Dalle piante ai plantoidi, La sublime arte della mimesi; Muoversi senza muscoliDemocrazie verdi; Archipiante; Cosmo piante; Vivere senza acqua dolce.
Una per tutte: le piante hanno memoria? Essendo la memoria una funzione del cervello verrebbe di pensare che no, non ne hanno; ma le piante imparano in fretta a riconoscere gli stimoli esterni come hanno dimostrato studi condotti a partire dalla metà del Settecento e riproposti in versione moderna nel laboratorio LINV da Mancuso; protagoniste dell’esperimento sono piantine in vaso di Mimosa pudica una specie capace di chiudere le foglioline se sottoposta ad uno stimolo esterno. L’esperimento ha dimostrato che le piantine di mimosa se sottoposte a stimoli ripetuti dello stesso tipo ad un certo punto si abituano e non chiudono più le foglie ma se esse vengono sottoposte ad uno stimolo diverso la reazione torna a diventare immediata; inoltre, le piccole piante di mimosa mantengono il ricordo della non pericolosità dello stimolo anche a distanza di quaranta giorni dall’evento. Se non è memoria questa?
Nel delineare l'apporto che le piante daranno al nostro futuro Mancuso, ad esempio, parla dei plantoidi, robot progettati a somiglianza dell’apparato radicale delle piante inviati ad esplorare in modo minuzioso il suolo di pianeti sconosciuti o degli studi che sono stati fatti per la coltivazione delle piante in assenza di gravità. C'è tanto di buono da imparare nel libro di Mancuso sui talenti nascosti delle piante e  dunque, anche se l'estate rimane una stagione di sofferenza,  vi consiglio di consolarvi  leggendo  questo interessante libro magari al riparo di un climatizzatore o alla brezza sotto l'ombrellone .

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