venerdì 4 luglio 2014

Gelsi a colazione

La zona è una delle più trafficate della città:  una rotonda, uno snodo in cui le macchine la fanno da padrone. Se non fosse perché al centro della rotonda c’è una grande cupola verde di Ficus retusa che fa da ombra ad un’area attrezzata per bambini, il posto sarebbe infernale. Una specie di ultimo assalto degli indiani a cavallo (le macchine) che girano forsennatamente attorno ai coloni asserragliati al centro , al riparo di pochi alberi e panchine.
In questa frenetico andare, da molti anni ad ogni inizio estate, al solito posto sull’angolo della strada, fa la sua comparsa il venditore di gelsi.
Fino a qualche tempo fa veniva il padre, un anziano agricoltore con la schiena curva, la coppola calcata sulla fronte e la nuca bruciata dal sole; ora che c’è stato un ricambio generazionale, viene il figlio che veste sportivo e porta in testa un cappellino a visiera in omaggio ai tempi moderni.
Il lavoro però è rimasto antico. Il gelso è, infatti, un frutto assolutamente desueto per il consumatore moderno ed anche in campagna non se ne piantano più perché, a dispetto della bella e fitta chioma che distribuisce ombra salvifica, i frutti che produce, i gelsi appunto, soprattutto se neri, sono tra i più sporchevoli, macchianti, indelebilmente insozzanti del mondo vegetale. Il succo rosso, sanguigno, ricco di antociani che sprizza dai frutti succosi anche solo  sfiorati, non va più via; le mani che li raccolgono si possono lavare, pur rimanendo macchiate; i vestiti macchiati si devono buttare.
 
Ma il  venditore di strada che ha ancora alberi in campagna è rimasto attaccato alla tradizione familiare che interpreta come una missione;  se ne infischia delle macchie e quando è stagione raccoglie ogni mattina i gelsi maturi ( prima sono verdi, poi sono rossi ma solo quando sono neri sono pronti per essere raccolti) e dentro piccole  ceste intrecciate  a mano porta il  suo prezioso carico dal paese di Paternò a Catania dove  già di buon mattino  è alla sua postazione di  vendita.
Nonostante l’orario mattutino, sono  già in tanti i clienti  che lo aspettano in fila  perché, secondo tradizione ed è questa la sua missione, i gelsi mangiati a colazione, meglio al naturale o anche a granita, inducono, in forma naturale, un benefico, salutare,  effetto lassativo.
 
Granita di gelsi
(Ricetta di Letizia)
Si puliscono circa 400 g di gelsi togliendo il peduncolo di ciascuno frutto con una forchetta. In una pentola si fa riscaldare 1 litro d'acqua e quando  l'acqua bolle si aggiunge il succo di un limone e 200 g di zucchero. Si spegne il fuoco e si mescola; quando lo sciroppo è freddo si aggiungono i gelsi mescolando il tutto. Il composto viene versato in una teglia di alluminio o inox che deve avere la forma larga e bassa e che andrà  messa in congelatore. Dopo circa 2 ore non appena inizia a solidificare si esce dal congelatore e se ne gratta la superficie con una forchetta, rimescolando il tutto. Dopo un poco si ripete l'operazione di gramolatura. A questo punto la granita è pronta perché non congelerà più mantenendosi granulare e potrà essere conservata, coperta con una stagnola, fino al momento del consumo.

 

2 commenti:

  1. Dove si può comprare una pianta di questo gelso? Io in campagna ne ho una ma i frutti non sono succosi come questi, che tra l'altro anche io quando ero ragazzo li compravo per la strada.

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    Risposte
    1. Non è difficile; occorre trovare un vivaio che sia specializzato nelle piante
      da frutto. Nella zona di Catania i vivai Russo di Randazzo (http://www.
      vivairussovincenzo.com/Catalogo.asp) sono particolarmente forniti o per posta
      ci si può rivolgere al vivaio Belfiore (http://www.vivaibelfiore.it/index.
      shtml) che vende per corrispondenza ed è uno dei migliori in Italia.

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