mercoledì 10 giugno 2015

Il fico d'india e la rosa

C’era una volta un fico d‘india  che viveva solitario al margine di una strada.  Come  fosse arrivato fin  lì non è dato sapere ma, anche se il posto era ricoperto dalla polvere sollevata dai veicoli in accelerazione, pure se circondato dalle immondizie lasciate in giro per distrazione e  innaffiato con gli oli combusti di un vicino distributore, il fico d’india si era bene ambientato in  quell’angolo di strada dissestato, diventando con gli anni un grande cespuglio di  pale e di spine.
Ma come è  facile capire in quel posto emarginato non erano state tante le occasioni per socializzare; le altre piante non si erano mai volute avvicinare perché se provieni da molto lontano,  anche se  è da secoli che ti sei insediato e ti senti integrato, sarai sempre  additato  come un povero immigrato e poi  per il carattere diciamo così  molto spinoso,  ruvido e ombroso del fico d’india che spingeva tutti a starsene lontano dalle  sue pale.
Un giorno in quell’angolo di strada polverosa arrivò una rosa; era stata portata in volo sotto forma di seme da un merlo di passaggio che avendo mangiato a sazietà frutti di rosa in un giardino li vicino, si era fermato a riposare e poi a sporcare  sulle pale del fico d’india;  era una rosa bastardina di quelle che non sai perché,  ne per come, di quelle che non ne conosci il nome,  anche lei  probabilmente un’immigrata proveniente dal lontano oriente perché specie sarmentosa e rifiorente.
Il seme in primavera era germogliato e da esso un lungo tralcio di rosa era cresciuto che strisciando a serpente tra le pale le aveva strettamente avvolte in fitte spire.  Li per li il fico d’india non ci aveva fatto caso  ma con il passare del tempo ad ogni refolo di vento  sentiva sulle pale un leggero punzecchiare, un piacevole grattare che lo faceva stare bene; erano le spine della rosa, certo poca cosa rispetto agli aculei cui era abituato ma si sentiva felice come non lo era mai stato, forse per avere trovato qualcuno che gli stesse  accanto e che di spine ne capisse tanto quanto.
Quando a fine maggio la rosa cominciò a fiorire, il fico d'india, oramai perdutamente  innamorato,  non si sentì minimamente sminuito dallo stare nel suo angolo di strada inghirlandato da festoni di fiori color rosa e pieno di gratitudine ed amore,  non sapendo cosa fare per ricambiare,  ricoprì le sue verdi e tozze pale di grandi fiori gialli color del sole.  
Anno dopo anno, in questa stagione, vedendo il fico d’india e la rosa che formano una macchia di colore  non posso fare a meno di pensare che  il loro non sia il vero amore.
 

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