lunedì 19 maggio 2025

I nuovi giardini del Radicepura Garden Festival

Maggio 2025

 

Dimenticate le giornate uggiose del recente inverno, dopo una stagione di piogge inusuali per la Sicilia ed il Meridione tutto, è tempo di godersi l’arrivo del primo desiderato tepore in queste giornate luminose e terse che solo la primavera sa regalare. Per gli appassionati di giardini quelle di maggio sono settimane frenetiche in cui si susseguono ed accavallano mostre mercato, convegni, aperture di nuovi giardini, che a volere essere ingordi bisognerebbe sdoppiarsi o triplicarsi per vedere tutto ciò che di interessante si offre al pubblico. Questo fine settimana, da 16 al 18 maggio, ad esempio, in Sicilia, dove di verde se ne dovrebbe parlare spesso e non solo per due o tre settimane l’anno, si svolgono contemporaneamente: l’Infiorata di Noto, La Zagara all’Orto Botanico di Palermo e l’inaugurazione del Radicepura Garden Festival, vicino Giarre. Io ho scelto di vedere l’apertura del Radicepura Garden Festival, una manifestazione che si svolge a cadenza biennale, arrivata quest’anno alla sua quinta edizione. 

Parco di Radicepura

Il luogo dove si svolge il Festival, vicino Giarre, è il parco botanico di Radicepura, ideato e gestito dalla famiglia Faro proprietaria dei Grandi Vivai che esportano piante ornamentali in tutto il Bacino del Mediterraneo ed oltre. 

Mario Faro

All’interno del parco, dopo avere bandito un concorso di idee rivolto a progettisti del verde under 36, sono stati realizzati 10 giardini vincitori, capaci di interpretare al meglio il tema del concorso di quest’anno che è: “Chaos (and) order in the garden”. 

Antonio Perazzi

Una giuria guidata dall'architetto paesaggista Antonio Perazzi che è il direttore artistico delle ultime edizioni del Festival, ha scelto i progetti vincitori (tra oltre 1100 iscritti al concorso di questa edizione) ed ha invitato i relativi progettisti a Radicepura per procedere alla loro realizzazione all’interno del Parco, utilizzando il vasto assortimento vegetale che costituisce il catalogo delle piante in vaso prodotte dai Grandi Vivai Faro. Come in ogni edizione, un garden designer di vaglia internazionale  ha progettato e realizzato un suo giardino che rimane in forma permanente all’interno del Parco come hanno fatto in passato professionisti del calibro di Perazzi, Besson e Pejrone; quest’anno il giardino permanente si intitola:“A Postcard from Sicily” ed è della paesaggista inglese Sarah Eberle. 

I giardini premiati sono, in questa edizione, di respiro internazionale provenendo da professionisti arrivati in Sicilia da Italia, Francia, Hong Kong, India, Islanda, Spagna e Stati Uniti. 


Un comitato di esperti, a realizzazione avvenuta, ne ha valutato la corrispondenza con il progetto iniziale dando eventuali consigli operativi agli autori.
I giardini edizione 025
I giardini hanno bisogno
 di un loro tempo per strutturarsi e dunque vederli all’apertura del Festival può non rendere bene l’idea di quanto in realtà progettato. Io perciò, per non sbagliare, cerco di vederli più volte nel corso della stagione, privilegiando l’autunno per il giudizio finale. Tuttavia, tra i progetti che, in questa edizione, riescono da subito ad essere leggibili posso indicarne due: Patio, un’installazione realizzata da due fratelli di origine spagnola, Marta e Fernando Gamarro che si ispira ai cortili andalusi di piante in vaso, un luogo sociale dove le famiglie si riunisco al fresco della sera per stare assieme, chiacchierare e rilassarsi. 

Fernando Gamarro  (Patio) e   Monica Torrisi  (Mira)
Spiega Fernando, a proposito del suo progetto,  che il caos della vita in famiglia o il disagio della vita interiore di ognuno si quieta e trova ordine nella geometrica disposizione di vasi e piante disposte all’interno del patio. Un giardino andaluso che anche in Sicilia ha un equivalente nei cortili delle case terrane dei paesi, dove per tradizione venivano coltivate piante resilienti di facile mantenimento e propagazione, scambiate tra amiche e parenti per rinsaldare un legame familiare o di amicizia.
"Mira "di Monica Torrisi e Giada Straci
Il giardino Mira è stato progettato e realizzato da due paesaggiste siciliane che giocano in casa vivendo e lavorando alle pendici dell’Etna: Monica Torrisi e Giada Straci. Il loro progetto ha molto di costruito (e le maestranze dei Faro hanno fatto carte false  per riuscire a completare tutto in tempo per l’inaugurazione): un muro bianco con aperture che guardano e si affacciano su un ambiente la cui vegetazione si ispira a quella dell’Etna. Da un lato il caos e il disordine della biodiversità naturale, dall’altro l’ordine della linea costruita, lungo la quale si snoda un percorso di conoscenza; ogni finestra ha, infatti,  una didascalia di un frase senza tempo di letterati ed artisti come Ovidio, Pascoli, Guglielmo d’Aquitania.
Gli altri giardini  vincitori sono: Intricate Dance of Armonic Contrast del Team Koni Chan e Rose Tan di Hong Kong; The garden of the Mazari Palm di Nicholas Roth dagli Stati Uniti; Echoes di Claudio Bussei; Il Miracolo di Quasimodo dei fratelli Carlo Federico e Franco Enrico Serra; The Rambunctious garden del Team indiano formato da Parita Jani e Urvish Bhatt; il Giardino di terra del francese Vincent Dumay;  altri due progetti sono fuori concorso ma  invitati comunque al festival  dalla commissione esaminatrice  ed in particolare: Ignivomus hortus di Gudmurdur Bjornsso, architetto islandese e Living fence del team indiano formato da Asmita Raghuvansky a Amol Nimkar;  questi giardini, al momento,  devono ancora strutturarsi nella componente vegetale perciò per essi il giudizio rimane sospeso fino ad una prossima visita in corso di stagione.
Quello che posso dire, però, è che in questi giorni di apertura si è annusata una bella atmosfera a Radicepura; giovani progettisti impegnati nella realizzazione di una loro idea in un continuo scambio di impressioni  ed esperienze con gli altri premiati, insieme ad uno stuolo di giovani volontari  arrivati con Progetti Erasmus da tutta Europa per seguire ed aiutare nelle diverse fasi  la realizzazione dei giardini;  toccare con mano l'entusiasmo dei partecipanti per l'esperienza vissuta, per il contesto umano che li ha accolti, per il sole,  in un ambiente unico con vista sull'Etna, mi ha fatto sentire nostalgicamente rallegrata pensando al loro  futuro arrembante a confronto  con la mia voglia di entusiasmo che, per l'età,  tende a diventare progressivamente calante.
Orari e prezzi qui:

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