martedì 10 gennaio 2012

La Sicilia delle camelie


Ci sono specie botaniche che tutti conoscono: rose, camelie, peonie, azalee; sono tutte specie di antica tradizione giardiniera, regine dell’editoria, dei forum e dei siti specializzati; storia, tradizione, tecnica colturale di queste icone botaniche sono oggetto di tanta letteratura che sia esperti che profani giardinieri possono trovare livelli idonei di approfondimento. Delle camelie ad esempio tutti sanno che la specie arriva dal lontano oriente e nel settecento i primi viaggiatori occidentali la chiamavano “rosa giapponese” da cui il nome botanico di Camellia japonica. Che il nome del Genere si deve al gesuita Kamel (latinizzato in Camellius) e che il fiore divenne, al suo arrivo in Europa, uno status symbol come oggi gli ultimi iPad. E’ una pianta acidofila che non tollera la presenza di calcare nel terreno ed è perciò soggetta a fenomeni di clorosi ferrica che si evidenziano con foglie gialline e punta marrone seguite da deperimento, caduta dei fiori e morte. La coltivazione in vaso sarebbe più semplice perché la composizione del terriccio può avvenire ad hoc (e molti collezionisti e produttori hanno misture segrete per mantenere sempre lucido il fogliame degli esemplari in vaso) ma in realtà è molto difficile azzeccare la giusta combinazione di fattori e in caso di fallimento i veri esperti potranno sempre dire:ma che acqua usi? Non mi dirai acqua di rubinetto! La coltivazione di esemplari in piena terra è di maggiore soddisfazione perchè se tutto va per il meglio, con piante collocate in posizione ombreggiata e riparata, gli esemplari potranno raggiungere dimensioni di piccolo alberello. Le aree vocate per la coltivazione della camelia sono, in Italia, il Lago Maggiore e la Toscana ed è qui che si concentra la maggior parte dei vivaisti e dei collezionisti della specie ma la camelia è presente in collezioni di pregio anche nel Lazio, ad Ischia e presso la Villa Reale di Caserta. Così come per le rose anche per la camelia ci si è sbizzarriti con l’ibridazione ed è, pertanto, possibile soddisfare ogni esigenza di habitus, forma e colore del fiore. Infine, manco a dirlo, la fioritura della camelia avviene in inverno, un periodo dell’anno in cui non c’è concorrenza da sbaragliare. Sulla camelia non ci sarebbe altro da dire ma forse non tutti sanno che anche in Sicilia, in un areale ben circoscritto del versante sud orientale dell’Etna, la coltivazione della camelia avviene in piena terra e con successo sia nei giardini delle ville ottocentesche che nei modesti cortili delle case padronali. Il microclima di questa fascia altimetrica che dal mare sale fino a 600 metri di quota è, in questa zona dell’Etna, molto piovoso risentendo della vicinanza della costa e le temperature estive, seppure elevate, non sono eccessivamente torride, soprattutto nelle località intorno ai paesi di Viagrande e Zafferana etnea dove la camelia è di casa.
I terreni etnei sono poi molto sciolti formati da sabbia vulcanica e scheletro di piccole dimensioni con elevata capacità drenante; sono terreni a reazione sub-acida, ricchi di microelementi come ferro e rame e poveri di azoto e calcio. Condizioni pedoclimatiche queste, ideali per la camelia che cresce vigorosa in piena terra anche tra le peggiori condizioni che un esperto di camelie potrebbe immaginare. Come, ad esempio, il giardino di mio fratello. Si tratta di un fazzoletto di terra che circonda una casa in affitto; posto vicinissimo al mare anche se in posizione riparata è stato, insieme alla casa sfitta, abbandonato per molti anni. All’arrivo di mio fratello una squadra di tagliaboschi più che di giardinieri lo ha ripulito da tonnellate di tralci di bouganvillea mettendo in luce, tra l’altro un bellissimo alberello di camelia che, potato anch’esso selvaggiamente, non si è scomposto più di tanto ricoprendosi, nell’ inverno successivo di una moltitudine di semplici, fiori bianchi, teneramente rosati.

Mio fratello non vi si dedica affatto: utenza idrica normale, utilizzata più che altro per innaffiare il prato, nessun concime specifico, potature drastiche del giardiniere Frankenstein, tre cani in giardino che scavano in continuazione; ma la camelia catanese non solo fiorisce ogni anno per un lungo periodo ma anche fruttifica ed è così da quattro inverni in serie.
Ma non finisce qui. In un vascone di terra da riporto posto in un piccolo lucernaio a cielo aperto c’è un altro esemplare di camelia a fioritura più tardiva. Anche lei è già piena di boccioli bianchi venati di rosso, con foglie di un verde lucido  intenso ed un aspetto di piena salute.
Si tratta di un miracolo botanico o forse troppe attenzioni fanno male e vale, anche per le piante, il detto “Vivi e lascia vivere!
Per saperne di più sulla coltivazione della camelia

6 commenti:

  1. non posso che essere d'accordo con te (e con tuo fratello!). Ho sempre creduto al motto "vivi e lascia vivere" che è ormai uno dei miei mantra più amati. Per di più credo nei misteri botanici. Per qualche ragione a me sconosciuta alcune piante trovano il loro habitat a dispetto di qualsiasi cura e attenzione certosina (o mancanza di esse). Ricordo una meravigliosa orchidea straripante piantata in un vaso di terriccio NORMALE che da anni allieta la sala d'aspetto (a me pare neanche troppo luminosa) di un veterinario di provincia. Mah

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  2. Ciao Giulia, ma se quello che pensiamo fosse vero verrebbe a cadere la ragione d'essere dei tanti blog e siti d'esperti che elargiscono consigli verdi con grande sicumera.

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  3. Io direi che spesso la fortuna vince sull'abilità...comunque questo articolo è molto interessante, e la camelia-alberello di tuo fratello è davvero splendida! Complimenti!

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  4. Benvenuta! ti ringrazio per i complimenti al post mentre quelli a mio fratello li giro ... alla camelia che fa tutto da sola.

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  5. My dear friend Marcella
    Fantastic photos and thank you for the reportage for Camelia!!!
    Lovely and easy flower!
    Tanti baci
    Ciao

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    1. Hello Magda, thank you also for your last post was really excellent. A presto

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