La maggior parte delle specie arbustive da fiore utilizzate in giardino lo sono in quanto dilettevoli; fogliame lucido e compatto, fioritura cromaticamente gradevole, frutti colorati, fiori profumati, sono caratteri tutti molto ricercati e apprezzati; ma come nel canto dove una buona esecuzione dipende non solo dall’acuto del solista ma anche dall’oscuro lavoro di bassi e contralti anche in giardino si dovrebbe tenere in maggiore considerazione la scelta di specie utili e adatte a costituire la giusta ossatura di un’armonica esecuzione giardiniera. Vibunum tinus è l’esempio classico di specie arbustiva da fiore utile e, in fondo, anche dilettevole, adatta a risolvere, grazie alla sua rusticità, numerose situazioni difficili: scarsa disponibilità idrica, forti escursioni termiche, terreno ombreggiato (che predilige) ma anche sole diretto (anche se la pianta perde un poco di vivacità nel colore delle foglie), terreno argilloso o con forte scheletro, pendii ripidi, prati inerbiti e chi più ne ha più ne metta.
Viburno, lentaggine, laurotino sono i nomi con cui è conosciuta comunemente la specie, un arbusto sempreverde della famiglia delle Caprifoliaceae (o, modernamente Adoxaceae) che pur spontaneo nelle regioni costiere del Mediterraneo (zona dell’olivo) sin dal XVI secolo ha avuto grande diffusione nei giardini dell’Europa centrale e in Inghilterra. La sua principale utilizzazione è come specie da siepe informale o come gruppi isolati o per creare una cortina sempreverde utile a mascherare angoli di servizio del giardino (pompe, bomboloni del gas, vasche d’acqua). Alla notevole versatilità di utilizzo e alla grande rusticità climatica è da aggiungere poi una piacevole forma estetica.
Arbusto di medio sviluppo, compatto, ben ramificato con foglie ovali opposte, lucide sulla pagina superiore, tomentose sotto, ha il pregio di fiorire in inverno e per lungo tempo. I fiori, numerosi, sono raccolti in cime ad ombrella, prima rosate, poi bianche a completa fioritura.
Ai fiori seguono frutti ornamentali di colore blu lucente, persistenti a lungo sulla pianta.
I siti specializzati o i cataloghi dei principali vivai vi diranno che ne esistono varietà a fiore rosa ( Eve Price), taglia più compatta (Compactum), foglie lucide (Lucidum), fogliame variegato (Variegatum), ma il modello “standard” è quello che preferisco; specie bella ma senza fronzoli caratterizzata da una sobria e delicata fioritura invernale che a dispetto del calendario mi fa sentire più vicina la primavera.
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Viburno, lentaggine, laurotino sono i nomi con cui è conosciuta comunemente la specie, un arbusto sempreverde della famiglia delle Caprifoliaceae (o, modernamente Adoxaceae) che pur spontaneo nelle regioni costiere del Mediterraneo (zona dell’olivo) sin dal XVI secolo ha avuto grande diffusione nei giardini dell’Europa centrale e in Inghilterra. La sua principale utilizzazione è come specie da siepe informale o come gruppi isolati o per creare una cortina sempreverde utile a mascherare angoli di servizio del giardino (pompe, bomboloni del gas, vasche d’acqua). Alla notevole versatilità di utilizzo e alla grande rusticità climatica è da aggiungere poi una piacevole forma estetica.
Arbusto di medio sviluppo, compatto, ben ramificato con foglie ovali opposte, lucide sulla pagina superiore, tomentose sotto, ha il pregio di fiorire in inverno e per lungo tempo. I fiori, numerosi, sono raccolti in cime ad ombrella, prima rosate, poi bianche a completa fioritura.
Ai fiori seguono frutti ornamentali di colore blu lucente, persistenti a lungo sulla pianta.
I siti specializzati o i cataloghi dei principali vivai vi diranno che ne esistono varietà a fiore rosa ( Eve Price), taglia più compatta (Compactum), foglie lucide (Lucidum), fogliame variegato (Variegatum), ma il modello “standard” è quello che preferisco; specie bella ma senza fronzoli caratterizzata da una sobria e delicata fioritura invernale che a dispetto del calendario mi fa sentire più vicina la primavera.
Condivido, e da molta soddisfazione anche se a volte inspiegabilmente un ramo della pianta si secca completamente come se la pianta fosse attaccata da una malattia. Asportata la parte morta della pianta lo spazio creatosi dopo alcuni mesi viene riassorbito da nuovi rametti creando l'estetica più o meno precedente al fatto!
RispondiEliminaInteressante osservazione, grazie per il tuo contributo!
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