domenica 15 maggio 2011

Callistemon: rosso in technicolor

Anni fa leggevo un libro sulla flora di Capri di Edwin Cerio che descriveva con fare inorridito e vorrei dire, quasi schifato, l’invasione di specie esotiche sull’isola sempre più sopraffatta da eucalipti, ailanti e cactaceae. Le bouganvillee poi, che avevano progressivamente invaso i giardini di Capri, erano descritte, con vero e proprio cipiglio razzista (se si può applicare il razzismo a storie di piante), come “voglie di vino” che come una malattia incurabile avevano deturpato, in modo ritenuto indelebile, il paesaggio isolano. L’accoglienza è la mia filosofia di vita sia tra gli uomini che tra le piante che, anzi, più sono esotiche e più mi piacciono ma, apprezzo, altresì i modi discreti  e tutto ciò che è invadenza, esibizione, apparire, anche in campo botanico non riscuote la mia approvazione. E’ questo il caso del rosso plasticato del callistemon in fiore, in questi giorni di maggio, onnipresente macchia rossa in technicolor nei giardini che ho intorno casa mia.
Il Callistemon è un arbusto australiano della famiglia delle Myrtaceae presente nei giardini generalmente con due specie: Callistemon citrinus e Callistemon viminalis (caratterizzato, da portamento piangente). Da una quindicina d’anni le due specie sono stabilmente presenti, al sud, come arbusti isolati o come siepi da sfondo nei giardini pubblici o nei giardinetti condominiali delle villette a schiera rivierasche.
Il callistemon, infatti, come molti altri generi australiani quali acacia, eucaliptus, myoporum, grevillea, leptospermum ha trovato nel Mediterraneo condizioni climatiche simili alle zone di origine e si è ben adattato soprattutto lungo le coste anche se in presenza di forte vento, salsedine e alte temperature, a patto di poter disporre di adeguati apporti idrici soprattutto nella fase iniziale della messa a dimora. Si presenta come un arbusto o, talvolta un alberello, a fogliame persistente, poco appariscente e, dunque, un poco anonimo tutto l’anno; in primavera però e spesso con una seconda fioritura in autunno, esplode in una sfacciata ed esuberante esibizione di colore.
"Bottlebrush" per gli inglesi, “scovolino” per noi, la pianta porta un numero impressionante di infiorescenze terminali rosso fuoco che sembrano passate a spruzzo con colori di un acrilico brillante. E non son petali i singoli filamenti ma lunghi stami di tanti piccoli fiori posti a giro, come un manicotto, intorno all’apice del ramo; organi riproduttori maschili spudoratamente esibiti al vento.
Il nome del genere lo dice: Callistemon dal greco Kalos (bello) e stemon (stami), un “Bel maschio” in azione. Un “tronista” botanico in esibizione per insetti impollinatori da abbindolare.
No, il callistemon in giardino non fa per me: troppa esibizione, troppa sfacciataggine, troppo colore, troppo di.. troppo.
Proprio ieri, tuttavia, visitando un vivaio di passaggio, una piccola macchia rosso brillante mi occhieggia dal bancone delle piante in vaso. Un nanetto callistemon, graziosino, compatto, coperto dai soliti scopetti rossi che, tuttavia, mi appaiono ora allegri e divertenti. Un bel maschietto che non ha nulla di arrogante; un Callistemon baby che, senza troppo pensare, compro subito per il mio balcone fiorito.   Io, adoro i bambini.

Per saperne parlare:
E. Cerio, Flora privata di Capri, L'Ornitorinco Rizzoli, 1983, Milano;
Sito da dove tutti attingono per informazioni botaniche sui Callistemon: http://anpsa.org.au/callistn.html


2 commenti:

  1. "Tronista botanico"...hai dato veramente l'idea di questa pianta. Sono d'accordo con te. Però hai ragione, "il piccolino" è grazioso. Buona giornata!

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  2. Ciao Audrie, bentornata! Grazie del commento e arrivederci sul tuo Blog.

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