sabato 22 settembre 2012

Zelkova sicula, il piacere della scoperta

"Tipi da Orto"
 
Zelkova sicula all'Orto Botanico di Catania
E’ opinione comune che il tempo delle grandi scoperte botaniche sia oramai giunto al termine; la grande epopea dei cercatori di piante raccontata in libri appassionanti come “Cacciatori di piante” dei Gribbin o “La Confraternita dei giardinieri “ di Andrea Wulf con l’avvento del XXI secolo si può ritenere conclusa ed ai moderni esploratori non rimane che cercare, tra le tante specie spontanee presenti nei cinque continenti, quelle più adatte ad essere domesticate nei nostri giardini.
Ma ogni regola ha le sue eccezioni ed è di una di queste che voglio parlare; di una nuova specie trovata cercando non nei recessi più remoti di foreste pluviali né sulle cime inesplorate di altipiani disabitati ma in Sicilia dove nel 1991 due ricercatori della Facoltà di Botanica di Catania mentre erano in prospezione sui monti Iblei, nelle campagne di Buccheri, paese del siracusano, ritrovarono, probabilmente su indicazione di qualche avamposto forestale, un gruppo sparuto di piante cespugliose di sconosciuta identità.
Zelkova sicula in natura
Prelevati campioni della specie, grazie al contributo del prof. Quezel , dell’Università di Marsiglia, presso il cui istituto uno dei due ricercatori svolgeva un dottorato di ricerca, si giunse alla conclusione che la specie trovata in Sicilia era una scoperta di grande rilevanza scientifica. Si trattava infatti di una Zelkova, genere di specie spoglianti appartenente alla famiglia delle Ulmaceae, di frammentaria distribuzione nella regione euroasiatica, la cui presenza in Sicilia era del tutto sconosciuta. La specie mostrava caratteri peculiari che ne consentirono la descrizione come nuova specie con la denominazione scientifica di Zelkova sicula.

All’Orto Botanico di Catania ve ne sono due giovani esemplari e di essi ne trascrivo la descrizione a cura del dott. P. Minissale:


 "Zelkova sicula è una specie endemica della Sicilia sud-orientale. Essa rappresenta una delle più straordinarie scoperte botaniche degli ultimi anni. Questa pianta, infatti, pur essendo un grosso arbusto non era mai stata raccolta o vista fino al 1991 perché presente solo in pochi esemplari in un’area boscata presso Buccheri (Siracusa). In questa località fu osservata la pianta e ne fu raccolto un campione da due botanici siciliani Garfì e Di Pasquale. Essi studiando i campioni insieme a Quezel dell’Università di Marsiglia capirono che si trattava di una Zelkova diversa da quelle già note per altri territori e così la descrissero come nuova specie nel 1992. In Italia non vi sono altre specie di questo genere che ha una distribuzione euroasiatica molto frammentaria. Esemplari di Zelkova erano noti solo allo stato fossile con i campioni più recenti raccolti nel Lazio risalenti a 31.000 anni fa. Questo genere risale all’era terziaria quando il clima era più umido dell’attuale. I cambiamenti climatici iniziati nel Pliocene (circa 3 milioni di anni fa) che portarono all’avvento del clima mediterraneo caratterizzato da siccità estiva determinarono l’estinzione del genere Zelkova in quasi tutto il Bacino del Mediterraneo e nei territori limitrofi. Fino alla scoperta della Zelkova sicula erano conosciute per quest’area due sole specie: Zelkova abelicea endemica delle montagne di Creta e Zelkova carpinifolia del Caucaso e coste meridionali del Mar Caspio. Zelkova sicula è specie relitta che discende dalle popolazioni un tempo più diffuse in Sicilia che attualmente seppur protetta è in serio pericolo di estinzione per l’estrema esiguità della popolazione nota e per le sue difficoltà riproduttive (fioritura e fruttificazione episodica, sterilità) studiate da Garfì. Essa è stata recentemente inserita dal Ministro per Beni culturali nella lista degli alberi monumentali d’Italia non per le dimensioni ma per il carattere di specie relitta di antichissima origine. Alcuni anni fa alcuni botanici catanesi al fine di propagare la specie senza causare danni alle piante selvatiche e tenuto conto della difficoltà di radicazione per talea provarono a propagare la specie per innesto su olmo e ottennero ottimi risultati. Gli esemplari furono esposti ad Euroflora 2001. La propagazione per innesto rappresenta ovviamente un primo passo di facile esecuzione propedeutico per tecniche più avanzate di propagazione. I programmi di conservazione per questa specie sono mirati alla sua salvaguardia in natura (conservazione in situ) e alla reintroduzione nei siti idonei dell’ara iblea (conservazione ex situ) ma in futuro quando saranno affinate le tecniche di riproduzione vegetativa non si può escludere anche un interesse di tipo florovivaistico".

Data la rarità della specie, inserita nella lista rossa della IUCN come specie gravemente minacciata di estinzione e selezionata tra le “top 50 mediterranean island plants” sull’orlo dell’estinzione, è stata avviato un progetto di protezione finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Siciliana volto all’applicazione di azioni urgenti per salvare la Zelkova sicula.
 
Zelkova sicula a Melilli
L’inverno scorso ho avuto la possibilità di vedere un secondo gruppo di Zelkova sicula ritrovato nello stesso comprensorio degli Iblei ma in un’area collinare, tra querce sparse ed olivi, che ricade nel comune di Melilli. Non è un’area boscata come a Buccheri ma un’area a pascolo dove, lungo un impluvio è stato ritrovato uno sparuto gruppo di cespugli di Zelkova. Un’escursione emozionante ma... questa è un'altra storia! 

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