sabato 27 ottobre 2012

Sweet, sweet Stevia

Stevia rebaudiana in fioritura
Quando ti rendi conto
che la tua vita può radicalmente cambiare
ritrovandoti dall’oggi al domani a dover protestare
in una piazza bagnata di pioggia;
quando il lavoro ti viene a mancare
e non riesci più a dormire perché
il dentista si deve pagare e tu non sai dove trovare
quanto serve per poterlo saldare;
se non ti riesci a capacitare
come alle soglie della pensione qualcuno possa ritenere
di poterti licenziare dopo tutto il lavoro che hai svolto
per farlo arricchire
ti serve qualcosa di dolce da masticare
qualcosa capace di farti passare l’amaro sapore che hai in bocca
qualcosa in grado di poterti aiutare
a superare per un attimo,
solo per un attimo il tuo infinito sconforto.
 
Stevia rebaudiana, un dolce antidoto alle amarezze della vita
 
In principio era il miele, prodotto poco costoso e facilmente reperibile nei boschi e nelle campagne, a cui in cucina si affidava il compito grato di addolcire i momenti amari della vita; poi , grazie agli arabi che la importarono dal Medio Oriente fu il turno della “Cannamele” o “ miele vegetale” così come veniva chiamata la canna da zucchero (Saccharum officinarum), specie che nel tardo medioevo veniva coltivata estesamente in Sicilia e in tutto il bacino del Mediterraneo per produrre zucchero sempre più richiesto sulle mense delle classi abbienti di tutta Europa. Con la scoperta dell’America la canna da zucchero emigra nel nuovo mondo. Fu Cristoforo Colombo che nel 1515 portò talee di canna da zucchero a Santo Domingo da dove le coltivazione si diffuse in breve in altri paesi tropicali. Il duro lavoro degli schiavi diffonde le piantagioni in America ed è la potente marineria inglese a trasportare lo zucchero in Europa sino agli inizi del 800. Napoleone, che aveva imposto l’ embargo delle merci provenienti dal nuovo mondo per danneggiare gli inglesi, per sopperire alla scarsità di zucchero di canna incentiva fortemente la coltivazione della barbabietola utilizzata sino ad allora, nell’Europa continentale, come foraggio per il bestiame ma dalla quale nel 1747 un chimico tedesco era riuscito ad estrarne zucchero cristallizzabile. Da allora poco è cambiato, canna da zucchero in America e barbabietola in Europa detengono il duopolio del dolce sapore.
sweet, sweet stevia
Ma una novità vegetale si affaccia all’orizzonte: è la stevia una pianta erbacea perenne originaria delle regioni nord orientali del Paraguay nota dalla notte dei tempi alle tribù indiane di questo paese che ne usavano le foglie come masticatorio e per rendere meno amare medicine ed alimenti. Tutti i tessuti verdi della stevia sono infatti dolci perché contengono elevate quantità di una sostanza chiamata stevioside, un edulcorante naturale 300 volte più dolce del saccarosio. La scoperta delle qualità dolcificanti della specie è dovuta al botanico italo paraguayano Moises Santiago Bertoni che chiamò la specie Stevia rebaudiana in onore del farmacista paraguayano Rebaudi che per primo riuscì a separare il principio chimico dolcificante.
La stevia appartiene alla famiglia delle Asteraceae ed è un basso cespuglio a foglie dentate disposte a croce sui rami; le foglie sono carnose, croccanti e di un sapore dolcissimo, persistente e rinfrescante; da esse, disseccate, si ottiene una polvere dolce priva di calorie utilizzata in molti paesi come edulcorante naturale al posto di prodotti di sintesi come aspartame e saccarina. E’ un prodotto che può essere consumato da pazienti diabetici ed in Giappone è da tempo utilizzata per produrre la Coca Cola light. In Europa la commercializzazione della polvere di stevia è consentita dal gennaio di quest’anno e già nei supermercati se ne trovano confezioni in commercio.




Edulcorante dello zucchero a base di stevia
Io, nel mio piccolo, ho comprato due piantine di stevia presso il vivaio" Gli Aromi" di Scicli; il dottore Russino responsabile del vivaio mi dice che è una delle aromatiche oggi più richiesta dai suoi clienti in giro per l'Italia.
stevia in vaso
Può essere coltivata all’aperto solo in regioni a clima mite; dove fa freddo si potrà ripiegare sulla coltivazione in vaso da porre a riparo nei mesi invernali. E’ specie brevidiurna e dunque, nel nostro emisfero fiorisce in autunno quando, in cime terminali, produce luminosi, piccoli fiori bianchi. Intorno ai miei vasi in balcone è un via vai di api anche loro a caccia di dolcezze. Io di ritorno da scuola ne assaggio spesso una foglia e mentre la mastico e l’assaporo mi accorgo di vedere le cose con maggiore ottimismo.
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4 commenti:

  1. anche io sono stato insegnante e vedere ancora i vari governi che si sono succeduti riservare alla scuola solo ridimensionamenti e gli insegnanti trattati come statali senza diritti e con un magro stipendio mi dà da pensare sul futuro di questo povero paese.
    Pare che il '68 sia passato invano e che oggi più che mai la scuola sia sempre più di classe.
    un caro saluto
    Marcello

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    Risposte
    1. Caro Marcello il mio sfogo iniziale non era dettato solo dal mio ruolo di insegnante di agricoltura di ruolo da 16 anni ma perdente posto per una forte contrazione del numero di ore di agricoltura che si insegnano nelle scuole agrarie, sarebbe stato troppo riduttivo; è una situazione generalizzata di crisi che vede aziende sino a ieri leader nel settore agroalimentare chiudere per quasi fallimento o di vivai di antico nome e tradizione che chiedono al proprio personale di dimezzare le giornate lavorative e, dunque, in tali frangenti :”il dentista chi lo paga?” Purtroppo credo che non potrà bastare la “Stevia” a risollevare l’umore di molti.

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    2. Sto cercando informazione su come coltivare la stevia non in vaso ma in piena terra. Se qualcuno mi puo indicare un azienda o un amante chi a gia un campo di stevia in Sicilia? Ce lho 10 are di terreno che secondo me sono ottimo per iniziare un buono coltivzione. Grazie. michel
      michelclaes25@yahoo.com

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    3. Ho comprato piante in vaso di Stevia a Scicli presso l'azienda "Gli aromi". Penso che il dott Russino sia la persona più indicata per dare consigli su questa specie. http://www.gliaromi.it/

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