lunedì 29 aprile 2013

Sedum caeruleum, un incontro di primavera

La si vede ai margini delle strade, negli slarghi dove posteggiare, sulla nuda roccia vicino al mare, nei punti più disagiati per un vegetale dove c’è poco da assorbire ed assimilare; una massa di feltro rossastra che progressivamente tende a dilagare come una macchia d’olio che si espande e va a riempire buche ed anfratti. 
 
Roccia calcarea del siracusano o sabbia vulcanica del massiccio etneo non c’è differenza perché Sedum caeruleum è specie che si ritrova ovunque, qui in Sicilia in questa fresca e piovosa primavera. La descrizione botanica della specie che leggo sui libri non le rende giustizia: Sedum caeruleum è una Crassulaceae spontanea  non più alta, in natura, di cinque centimetri, con fusto eretto e foglie lilipuziane, patenti, cilindriche , arrotondate in alto, di colore rosato o rosso. I fiorellini sono portati in pannocchie mignon ed hanno petali e antere azzurro violette, da cui l’attribuzione specifica di caerulea. Come tutti i Sedum il cui nome deriva dal latino “sedo”, "mi siedo", per la caratteristica di assestarsi sulla roccia, la specie vive in cespi dove i singoli individui si intrecciano fra loro formando un cuscinetto fiorito poggiato sul substrato. La specie è tipica ed esclusiva delle isole maggiori del Mediterraneo come Corsica, Sardegna, Sicilia e Malta ed è un’annuale che fa la sua comparsa al primo tepore, dopo le prime piogge primaverili, per poi seccare passando la stagione estiva allo stato di seme. Durante una passeggiata con amici, sulle scogliere siracusane a picco sul mare,  di Sedum caeruleum ce n'erano cuscini a distesa, allegri, ammiccanti ed è stato istintivo prenderne qualche campione da portare a casa; le piante a gruppi si staccano con facilità dal substrato dove sono poggiate e occorre stare attenti a non frazionare eccessivamente il campione.
Composizione di Giuseppe Scornavacca

 
 
Io non sono portata per le composizioni ma Giuseppe e Monica si; loro, miei sodali di passione botanica, una volta a casa si sono divertiti a trovare ai campioni di sedum la giusta ambientazione; la scelta del vaso, qualche pietra qua e là ed il gioco è fatto; potranno godere ancora per qualche giorno di un piacere effimero. Presto la pianta scomparirà dal vaso e  anche dal nostro ricordo sino alla prossima passeggiata di primavera. 
Per gli appassionati del genere Sedum c'è a Ciriè, vicino Torino,  un vero esperto:  il vivaista Claudio Bonetto che nel suo vivaio coltiva la collezione di Sedum più grande d'Italia (che spero, presto, ci descriverà).


 

2 commenti:

  1. Sedum coeruleum. La mia amica, in sardo, la chiama Istella'e rocca....non trovate che sia un nome bellissimo?

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    1. Sull'Etna la specie è chiamata "racinedda di lupu russa" e in italiano "borracina rossa" o "erba pignola rossa".

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