Il coriandolo (Coriandrum sativum) è specie erbacea aromatica, a ciclo annuale, originaria del Mediterraneo ed appartenente alla famiglia delle Apiaceae (famiglia botanica un tempo nota con il nome di Ombrelliferae) che comprende altre diffuse specie aromatiche mediterranee come prezzemolo, finocchio, carota e cumino, alle quali il coriandolo molto assomiglia. E’ specie nota sin dall’antichità i cui semi sono stati ritrovati in tombe egizie e presso i romani, popolo che ne faceva un uso abbondante, si produceva con il coriandolo un condimento detto Coriandratum.
La specie ha foglie disposte in modo alterno su un fusto erbaceo eretto che si presentano di forma diversa in base alla loro disposizione: mentre inferiormente sono provviste di gambo ed hanno margine appena inciso, quelle disposte superiormente sono prive di gambo e con il margine molto frastagliato.
I fiori, di colore bianco o rosato sono disposti ad ombrelle raggiate; da essi si originano frutti aromatici ad achenio, di forma tondeggiante, prima verdi poi, una volta secchi, di colore giallo paglierino.
I fiori, di colore bianco o rosato sono disposti ad ombrelle raggiate; da essi si originano frutti aromatici ad achenio, di forma tondeggiante, prima verdi poi, una volta secchi, di colore giallo paglierino.
Il nome del genere Coriandrum ha in greco un significato molto particolare che suona come: “simile alla cimice”; i tessuti verdi della pianta, infatti, emanano un particolare odore, molto simile a quello di insetti (Nezara viridula ed altri) detti cimici dal cui corpo si sprigiona un tanfo particolare se toccati o, peggio, pestati. Il coriandolo è per questo motivo specie nota come “pianta cimicina”, e, in spagnolo, cilantro. Non tutti però ne soffrono l’odore; il coriandolo è, infatti, pianta aromatica per la quale il giudizio non è univoco in quanto, allo stato fresco c’è chi la detesta considerando il suo odore appestante simile a quello di muffa, sapone, terra o di insetto e chi, invece, percepisce dal suo fogliame un odore fresco e fragrante tanto da essere spezia molto utilizzata, come il prezzemolo, nelle cucine di popoli orientali e sud americani; salse a base di coriandolo fresco sono presenti nella cucina tradizionale di popolazioni asiatiche ed africane, caraibiche e sud americane; in Europa, il coriandolo è specie tipica della cucina portoghese e greca dove, in particolare, è ingrediente indispensabile dell'Afelia (stufato di maiale al vino rosso). Come spiegare questa diversa percezione del gusto? Esistono studi accademici che attribuiscono questa differenza a motivazioni genetiche. Mentre le popolazioni del Caucaso e quelle dell’Asia dell’est hanno la più grande percentuale di coloro che non lo sopportano (17 per cento e 21 per cento) seguiti dagli africani con il 14 per cento; nel Medio Oriente, tra gli ispanici e nell’Asia del sud la percentuale è invece è molto più bassa (3, 4 e 7 per cento). Io, nel mio piccolo, ho fatto un piccolo sondaggio scolastico: nella mia classe era maggioranza chi disdegnava schifato di annusarne le foglie stropicciate; a me, invece, non fa nessun effetto. L’odore è comunque molto attenuato nel frutto essiccato che, macinato, ha un sentore di agrume e che per questo è la parte più utilizzata per aromatizzare gli alimenti.
Sono il cuore di palline d’argento poste a decoro di torte d’antan
Sin dal Rinascimento era usanza rivestire i frutti di coriandolo di zucchero colorato ricavandone piccoli confetti usati per decorare torte e dolciumi. Questa usanza si è mantenuta sino agli anni 60 quando le torte dei miei primi compleanni erano decorate da queste piccole palline d’argento dal gusto indecifrabile. Le cronache riportano a proposito che è da questa usanza culinaria che derivano i coriandoli di carta usati per festeggiare il Carnevale.
Se prendi medicine mi dovresti ringraziare perché ti rendo meno sgradevole la pillola
Tenetemi vicino e terrò a distanza le tigri dal vostro giardino
Con zeolite e clorella facciamo un bel gruppo capace di togliere di mezzo chi è troppo pesante
Studi recenti attribuiscono ad intossicazione da alluminio molti sintomi aspecifici presenti nell’uomo quali irritabilità, scarsa memoria, stitichezza, spasmi muscolari agli arti inferiori, perdita dell’appetito, nausea. L’alluminio viene introdotto nell’organismo con diverse modalità prima fra tutte l’acqua potabile in quanto il solfato di alluminio è un sale utilizzato nel processo di purificazione e tramite altri prodotti farmaceutici e di uso comune (prodotti per l’igiene, sottaceti, lattine e pellicole trasparenti) Si attribuisce al coriandolo l’importante capacità di mobilitare l’alluminio ed altri metalli pesanti depositati nelle cellule del sistema nervoso con azione definita molto più efficace di quella evidenziata da altri prodotti come clorella (un’alga) e zeolite (minerale presente in natura); si ritiene tuttavia che l’efficacia depurativa sia massima se i tre prodotti vengono somministrati in associazione e in successione.
Nessun commento:
Posta un commento