mercoledì 15 maggio 2019

I Giardini di Radicepura Garden Festival 2019

 Prima puntata 
Ha preso avvio da poche settimane la seconda edizione del Radicepura Garden Festival, Biennale del Giardino Mediterraneo organizzata a Giarre, in Sicilia, dai Vivai Faro nella prestigiosa sede della Fondazione Radicepura, un Parco botanico tra l’Etna ed il mare dove paesaggisti, garden designer, artisti internazionali hanno realizzato, per questa edizione che si protrarrà sino ad 27 ottobre, dieci installazioni ispirate al tema del Giardino Produttivo sono state scelte tra oltre 150 progetti under 35 passati al vaglio di una giuria internazionale guidata da Sara Eberle.
Il parco botanico di Radicepura
Così come nella precedente edizione, alle dieci installazioni di progettisti giovani, ognuna delle quali copre una superficie di circa 60 mq, si sono aggiunti due grandi giardini su progetto di Senior Designer di grido come Antonio Perazzi e Andy Sturgeon a cui fanno da contorno installazioni più piccole insieme a contributi di artisti come Renato Leotta e Adrian Paci.
Evidentemente per fare spazio ai giardini di questa nuova edizione del Festival è stato necessario rimuovere le installazioni precedenti ma le più importanti, quelle realizzate da progettisti di fama internazionale come Tour d’y voir di Michael Péna, Anamorphose di Francois Abélanet, e Alpheus and Aretusa di James Basson sono state mantenute e mentre l’installazione Anamorphose è stata ripristinata con essenze aromatiche, in omaggio al filo conduttore del Festival sul Giardino produttivo, le altre, a distanza di due anni dalla loro prima collocazione, hanno finalmente raggiunto una composizione vegetale più matura, compiuta. 
Anamorphose
Tour d’y voir non è più solo una costruzione di tubi Innocenti sulla quale salire tramite una doppia scala interna per spaziare lo sguardo su questo grande giardino che è la natura di questa parte di Sicilia.
Sono, infatti, cresciute le piante di Trachelospermum jasminoides a suo tempo piantumate per cercare di camuffare i tubi e all’interno della torre ha trovato collocazione, come da progetto, un’alta kentia.



Il giardino di Besson è un angolo di flora mediterranea spontanea. Al momento della sua installazione mi era sembrato un guazzabuglio disordinato di piante messe alla rinfusa, ma oggi, dopo avere partecipato ad un workshop con l’autore, che ho apprezzato molto per la sua competenza botanica e la sua passione verso la flora mediterranea, mi sono ricreduta tanto da considerare Alpheus and Aretusa il giardino che oggi più preferisco.
A raccordare i diversi giardini, in questa edizione si è provveduto a realizzare piazze, slarghi attrezzati dove rinfrescarsi e riposare.
Per quanto riguarda i nuovi giardini cercherò di descriverli tutti ma a puntate per non stancare con troppe informazioni.
Arcobaleno di spighe 
Designers: “ Colori nel Verde Garden Design”, A. Romagnano, G. Tagliabue
Più che un vero e proprio giardino, è questa un’installazione, essendo realizzata fuori terra su cassoni in legno che nella precedente stagione ospitavano Il Giardino della Dieta Mediterranea. I suoi autori hanno voluto esprimere un inno alla prosperità scegliendo di seminare sette diverse antiche varietà siciliane di frumento (Margherito, Timilia, Pavone, Scorsonera, Bufala nera corta, Bufala bianca, Irmana, seminate personalmente dagli stessi autori in febbraio) disposte a semicerchio e le cui diverse tonalità di colore delle spighe dovrebbero assicurare l’effetto arcobaleno.
Per non lasciare il ruolo da protagoniste alle sole graminacee che in clima siciliano hanno, si sa, durata limitata, soprattutto in estate, il concetto di spiga è stato declinato utilizzando anche piante aromatiche ed ornamentali come Lavandula dentata, Salvia leucantha, Phlomis fruticosa con riferimenti anche alla biodiversità ed al rapporto con i pronubi.
Sullo sfondo alcune essenze arboree come Schinus molle, specie fortemente aromatica, corbezzolo, bergamotto, melograno. La cenere nera dell’Etna a ricoprire il terreno con funzione pacciamante è un omaggio al luogo che ci ospita; sedute in balle di paglia completano l’installazione.
Carmine Catcher,
Designers:  A. Rhodes, C. Flatley.

Il progetto, il cui titolo in italiano significa: Raccoglitore di rosso carminio, è stato realizzato da una paesaggista inglese che vive in Scozia. Fra tutti i giardini realizzati quest’anno questo mi pare quello in cui sia più leggibile il riferimento al tema conduttore del Festival che è il Giardino produttivo, infatti ,  in esso si fa riferimento all’antica tradizione azteca, carpita poi dagli spagnoli dopo la conquista dell’America, di produrre il colore rosso carminio, molto utilizzato per la tintura delle stoffe, per la pittura ma anche come colorante alimentare o in cosmesi, partendo dall’allevamento di un insetto, una cocciniglia in particolare (Dactylopius coccus), che vive in modo specifico su piante di Opuntia ficus indica.
Secondo un'antica tecnica tradizionale la cocciniglia veniva allevata sulle piante di fico d’india, raschiata con attrezzi idonei e quindi essiccata e polverizzata. Oggi il rosso carminio è utilizzato come colorante naturale e con la sigla E147 viene aggiunto a molti alimenti tra cui ad esempio l’Aperitivo Campari.
Nell’installazione, file ordinate di Opunzia ficus indica ricordano la tecnica di coltivazioni, teli rosso carminio ne indicano il colore tipo; una serie di piatti in ceramica dell’artista C. Flatley ricordano l’importanza di raccogliere l’acqua in ambienti aridi come quelli di coltivazione del fico d’india e presentano sfumature diverse di colore per definire le possibili tonalità di rosso carminio che si ottenevano da questa produzione.
 
PS. Si ringrazia Erika Longo dello staff del Radicepura Garden Festival per le interessanti notazioni avute durante la visita guidata ai giardini

 continua……...

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