martedì 15 marzo 2011

Eriobotrya japonica - ビワのスギ: un pensiero per il Giappone

Si rimane  sgomenti, in queste ultime ore, a sentire e vedere sui media mondiali l’incalzante accavallarsi  di notizie sempre più drammatiche provenienti dal  Giappone. E’ chiaro che a fronte di tragedie umane e sociali come queste non c’è nulla che si possa dire ne fare; nel mio piccolo, tuttavia,  vorrei rendere omaggio al “paese Giappone” ricordando le moltissime specie presenti nei nostri giardini che  possono  fregiarsi dell’appellativo specifico di “japonica”: Camellia, Aucuba, Lonicera, Sophora, Chaenomeles,  Skimmia, Kerria  Euonymus, Spiraea, Fortunella e chissà quante, ancora,  ne dimentico.  Di una in particolare, vorrei, tuttavia, parlare perché, pur essendo “japonica” si e' così  ben ambientata nel nostro clima, sin dal suo arrivo in Europa, che  a buon diritto può ritenersi una specie mediterranea. Mi riferisco al nespolo del Giappone  o  Eriobotrya japonica, una rosacea di origine orientale coltivata sin dall’antichità in Giappone come albero ornamentale  piuttosto che come specie da frutto. Nel 1778  dall’Oriente la specie viene importata in Inghilterra e da qui, successivamente, in Francia ed Italia, dove giunge nel 1812 presso l'Orto Botanico di Napoli. Le condizioni ambientali mediterranee sono, per il nespolo, così favorevoli, anche da un punto di vista produttivo, che in breve si diffonde nei nostri giardini  come specie da frutto, decorativa in ogni stagione.  E’, infatti, un gradevole albero sempreverde di medio sviluppo  con grandi foglie di colore verde intenso, coriacee e lanuginose che possono misurare sino a 35 cm di lunghezza. I fiori sono piccoli, profumati, di colore bianco-crema, portati dai rami in vistose pannocchie terminali che compaiono in novembre.  In primavera da marzo a giugno, primo tra i fruttiferi, matura  frutti succosi, di colore arancio o giallo chiaro, molto decorativi, a polpa fondente, dolce e solo leggermente acidula, con due o quattro grossi semi.
La specie, nonostante la sua origine sub tropicale presenta una notevole resistenza a  temperature di uno o due gradi sotto lo zero, tuttavia, se i freddi intensi si verificano nel periodo della fioritura o alla ripresa vegetativa i danni alla pianta possono essere notevoli.  Ecco perché  il nespolo fruttifica difficilmente nelle regioni più settentrionali.  La riproduzione avviene per seme ed è una pratica così semplice da soddisfare anche chi non ha esattamente quel che si dice un pollice verde.  Occorre scegliere i semi provenienti da frutti di piante vigorose e di bella vegetazione e metterli a dimora  in piena terra o in vaso subito dopo la raccolta perché  perdono rapidamente la facoltà germinativa.  La percentuale di riuscita è molto elevata e la germinazione si svolge in breve tempo. Mettendone una decina in un grosso vaso dopo circa due mesi avremo un vero boschetto esotico in balcone.
In omaggio al Giappone, dove il clima lo consente, questa primavera coltiviamo Eriobotrya japonica , un piccolo albero dai dolci frutti per essere vicini  in modo semplice e gentile, ad un paese, il Giappone, oggi, così sfortunato.

Leggi anche il post: Quando fiorisce il nespolo?
Notizie tratte da: V. Forte, Compendio di nuova frutticoltura, Edagricole, 1986, Bologna

1 commento:

  1. Ciao Marcella, ho avuto il tuo stesso pensiero oggi..., anch'io ho fatto un post per ricordare il Giappone. Sai anni fa, quando mi sono trasferita nella casa dove abito oggi, nel giardino c'era proprio un nespolo giapponese. Purtroppo era molto vecchio e dopo qualche anno abbiamo dovuto tagliarlo. Era un albero particolare. Anche un albero può lasciare un dolce ricordo! Ciao

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