domenica 24 aprile 2011

Cercis siliquastrum: smettiamola con le "ingiurie"


C’è un’usanza siciliana o forse meridionale o forse solo dei piccoli centri, dove tutti si conoscono e si identificano nell’appartenenza familiare, che è quella di chiamare le persone non tanto con il cognome anagrafico ma piuttosto con un soprannome, un nomignolo, una ‘ngiuria” appunto, affibbiata all’intera famiglia da chissà quali tempi e generazioni e che di padre in figlio si tramanda a tutti i componenti del nucleo familiare. L’etimologia del nome non sempre è di facile individuazione: luoghi ( i “Mazzarino”); piante (i “Ceusi”); difetti fisici (“Popò”, “Balluzze”) o mestieri come “Panazzo” (panettieri) o “Puntina” a ricordare il lavoro di scalpellino fatto chissà da quale trisavolo. Altri ancora non hanno un apparente significato come “Paparita” o “Ninnirinnì."
Non penso sia piacevole venire etichettato a vita per un evento indipendente dalla propria volontà. E siccome io parlo di piante ho fatto questa lunga premessa per introdurre una specie vegetale, Cercis siliquastrum che di ‘ngiurie se ne intende se fin dai tempi della sua classificazione botanica, avvenuta ad opera di Linneo nel 1758, è stata bollata con il non gradevole nome di “Albero di Giuda” o Juda's Tree. Il cercis a ben guardare non ha niente di sinistro o tragico o drammatico nell’aspetto; è un gradevole albero di medie dimensioni a foglia caduca, diffuso sulle sponde del Mediterraneo come specie ornamentale per piccoli spazi a verde o giardini di città. Il nome botanico deriva dalla forma arcuata dei frutti, tipici delle leguminose e, dunque, da Cercis “navicella” e siliquastrum “simile ad un baccello”.
L’ attribuzione del nome “Albero di Giuda” penso derivi da molteplici concomitanti, sfortunate coincidenze: la specie è spontanea sulle alture del Golan, della Samaria e sulle montagne della Giudea; la fioritura avviene in aprile, tradizionale mese della Pasqua e si realizza in modo peculiare; essa avviene, infatti, prima della ricomparsa delle foglie quando i fiori papilionacei, a sepali rossi e petali di un bel colore rosato intenso, sono portati in fitti racemi direttamente sulla corteccia dei rami e del tronco, arrossandone la superficie. Non è molto ma bastevole per associare il suo destino e quindi la ‘ngiuria ad un poco simpatico individuo, suicida, preda di tardivi quanto inutili rimorsi. Una reputazione botanica compromessa per sempre.

Subito dopo la fioritura compaiono le foglie che sono intere e a margine arrotondato. I frutti sono legumi prima verdi poi marroni che rimangono attaccati a lungo alla pianta anche un anno per l’altro, senza aprirsi fino a che il vento non se li porta via. La pianta è esteticamente gradevole e adatta alle città in quanto perdendo le foglie è resistente all’inquinamento da polveri e fumi.

Con tanti pregi vi sembra giusto ricordarla a vita come "Albero di un Giuda"? Propongo da oggi in poi di adottare a livello planetario la denominazione alla francese: “Arbre de Judée”, “Albero di Giudea”.
E basta con le “ngiurie”.

P.S.
Se l'eccezione conferma la regola,  ne esiste anche una varietà bianca! 

Buona Pasqua a tutti





Cercis siliquastrum "Alba"

5 commenti:

  1. Hai ragione, è meglio Albero di Giudea. Anche perchè nella Bibbia non è specificato su che albero si impiccò Giuda.
    Poco tempo fa ho letto "Storie di insospettabili giardinieri" di Delfina Rattazzi,
    penso tu l'abbia già letto...hai mai pensato di scrivere un libro? Ciao!!!

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  2. Ciao Audrie, non ho letto il libro e quindi, lo leggerò.

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  3. ho appena letto altri tuoi post e mi sono piaciuti, ma quando ho letto questo ci sono rimasta male perché hai fatto un discorso da vecchia zitella acida col paraocchi, o supercattolica o testimone di geova o vegana (cioè quelle persone che vedono il male anche dove non c'è e scrivono post per mettere la pulce nell'orecchio a chi le segue, e perché vedi una mancanza di rispetto nel dare a un albero un soprannome ispirato a un personaggio del Nuovo Testamento). Da meridionale ti assicuro che le cosiddette 'ngiurie non hanno il significato negativo che ci vedi tu, semplicemente in tutti quei contesti dove ci si conosce tutti ma non ci si ricorda il nome di molti o non si conosce ilnome di tutti quanti è normale che succeda di riferirsi a una caratteristica tipica di qualcuno per rivolgersi a lui, e questo succede anche per farci amicizia, per fargli un complimento, per complicità o come segno di profonda amicizia o affetto. Ho parlato di contesti perché succede nei paesini, così come succede nelle scuole, nei rioni, nelle palestre, etc. Gli antichi che non sapevano leggere e scrivere le hanno chiamate "ingiurie" perché le usavano come sfottò tra conoscenti, non sono insulti per offendere. Sono semplici SOPRANNOMI, e dare un soprannome a qualcuno non è mancargli di rispetto.

    Per quanto riguarda questo albero, sai tante cose, sai anche il nome botanico, sai persino che esiste pure una varietà bianca... e non sai che viene chiamato anche ALBERO DEGLI INNAMORATI? ;)

    Manuela

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  4. Senza scrivere risposte lunghe, quella che ho scritto prima di questa era solo perché quest'albero non meritavaun post polemico come augurio di Buona Pasqua. I soprannomi servono per "praticità", e l'altro soprannome di questo albero è ALBERO DEGLI INNAMORATI, una 'ngiuria per niente offensiva ma che fa capire subito, anche a chi non lo conosce e non l'ha visto mai neanche in foto, che questo albero ha una fioritura ineguagliabile da qualunque altro tipo di albero - e si sa che più fiori un albero fa, più viene giudicato romantico - infatti è l'unico che fiorisce sia sui rami che sul tronco e i suoi fiori non cadono dopo un giorno... rispetto agli altri è come se fiorisse il doppio, perciò è facile associarlo all'idea di albero più romantico di tutti gli altri. ;)

    Manuela

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    Risposte
    1. Manuela, sono contenta di avere suscitato questo tuo veemente commento; io cerco di essere ironica nel trattare di uomini e di piante e credevo di esserlo stata anche in questo caso ma a quanto pare non ci sono riuscita; ben mi sta, allora, la sgridata. Ogni contributo giustifica a pieno il titolo del mio blog che ha lo scopo di discutere (non sempre si può essere daccordo) di verde “Insieme” agli altri.

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