lunedì 23 maggio 2011

Solandra maxima: esuberanza tropicale

Le piante rampicanti sono un vasto gruppo di specie da giardino o da terrazzo caratterizzate dal possedere sistemi diversi di aggancio a superfici che in un modo o nell’altro costituiscono un appiglio, un supporto, una base per salire verso l’alto; tale necessità si pone, in natura, per consentire, a chi ne ha sviluppato la capacità, di ricercare un posto al sole in ambienti, come le foreste equatoriali, che precludono la luce del giorno a quelle specie relegate al suolo da un portamento erbaceo o arbustivo. Nel gruppo delle specie scalatrici è possibile, tuttavia, individuare diverse modalità di appiglio; le rampicanti vere e proprie sono dotate di organi modificati, ad esempio, in ventose (Ampelopsis) o in viticci o cirri (Passiflora, Parthenocissus) o dotate di radici avventizie (Hedera, Monstera, Ficus pumila) o, come le specie volubili, capaci di avvolgersi con movimento orario o antiorario intorno a supporti (Gelsemium, convolvolo, fagiolo, luppolo); un secondo gruppo comprende, invece, le specie sarmentose che non dispongono di organi di appiglio vero e proprio ma che, grazie a lunghi, atletici, rami flessuosi (sarmenti) riescono a lanciarsi oltre gli ostacoli, facendo di essi trampolino per ulteriori scalate, prima di ricadere. A questo secondo gruppo appartiene Solandra maxima una delle specie più esuberanti che è possibile utilizzare nei giardini delle zone di mare dell’ambiente mediterraneo.



Non c’è gazebo o tetto lamierato di un antiestetico garage o muretto in cemento o ringhiera arrugginita che la solandra non riesca a ricoprire nell’arco di due o tre stagioni; la specie fa le cose in grande perché riesce ad estendersi sia in larghezza che in altezza su vaste superfici; è impensabile, dunque, relegarla in un angusto vaso. L'origine della specie, che appartiene alla famiglia delle Solanaceae, è tropicale provenendo dagli altopiani del Messico e la sua esuberanza è evidente sia nella vegetazione sempreverde formata da grandi foglie peduncolate, intere ed ellittiche, che nei grandi fiori a forma di campana, inizialmente di colore crema per assumere, poi, una colorazione di un giallo sempre più dorato, con striature scure che dalla gola del calice attraversano tutta la corolla.
I fiori emanano un lieve profumo percepibile di sera o dopo una pioggia. La fioritura è prolungata cominciando in primavera e protraendosi per tutta l’estate.
 
 
P. S. mi sono ricordata di un tango che mio padre cantava con aria ispirata e che mi sembra, si attagli benissimo alla solandra in questione: Creola: “Che bei fior carnosi son le donne dell’Avana hanno il sangue torrido come l’Equator;… Straaa..ziami etc. etc.


G. Betto. Le piante rampicanti. L'Ornitorinco Rizzoli, 1986, Milano

2 commenti:

  1. Bella questa citazione, essendo un ballerino di tango l'ho molto apprezzata! :)

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  2. Grazie Giovanni per avere lasciato un commento, in tuo onore farò un post su una specie arborea di origine argentina (Ombu, al secolo Phitolacca dioica) ben integratasi nella vegetazione ornamentale medieterranea.

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