lunedì 5 agosto 2013

Cycas baby

Noi umani ci crediamo esseri superiori perché il Signore ci ha fatti maschi e femmine con tutto quel che ne consegue ma questa non è una prerogativa esclusiva del mondo animale; anche le piante, che dispongono di molteplici strategie riproduttive, nelle specie cosiddette dioiche ricorrono anch’esse alla riproduzione tra individui di sesso diverso per ottenere una opportuna ricombinazione genetica nella prole; gli esempi di specie vegetali a sessi separati non sono pochi: kiwi, phitolacca,  pistacchio, pioppo, salice e la palma da datteri, sono solo alcuni esempi. Anche nel gruppo delle gimnosperme, considerate nella catena evolutiva specie poco specializzate non avendo i fiori, ci sono entità botaniche come Cycas revoluta che presentano individui dei due sessi. Il riconoscimento degli esemplari femminili e maschili nella cycas non è difficile ed in natura è alla loro vicinanza e al vento che è affidata la generazione di nuovi embrioni.
Cycas   revoluta femmina
 
La maggior parte delle cycas presenti nei giardini o in coltivazione sono individui femminili che si riconoscono facilmente perché presentano al centro del giro di foglie fotosintetiche un cono di forma sferica (strobilo) protetto da particolari foglie fertili poste a protezione degli ovuli; al momento della riproduzione, in tarda primavera, le foglie si sollevano permettendo al polline di arrivare ai macrosporangi, spinto dal vento; le foglie si chiudono a protezione di degli ovuli in maturazione che assumono una  caratteristica  colorazione arancione.
 Cycas revoluta maschio
Per la riproduzione dioica occorre evidentemente anche la presenza di un individuo di sesso maschile che per la cycas non è tuttavia di facile reperimento; il riconoscimento dell’esemplare maschile di Cycas revoluta è semplice ed intuitivo perché al centro del cespo di foglie si produce uno strobilo a forma di pigna alta anche trenta centimetri dalla quale, al momento opportuno, fuoriesce da apposite sacche polliniche una nuvola di polline che spinta dal vento arriva a contatto con gli ovuli femminili; solo dopo molti mesi i granuli pollinici riusciranno a penetrare all’interno dell’ovulo effettuando la fecondazione con una  percentuale di germinazione che non è mai particolarmente alta.
Cycas revoluta baby
Se questo è quello che avviene in natura, in coltivazione, invece, la mano dell’uomo è provvidenziale per aumentare la percentuale di successo intervenendo al momento opportuno per prelevare lo strobilo maschile che viene scosso al di sopra del cono femminile quando le foglie fertili si saranno aperte. La percentuale di ovuli fecondati sarà, in questo caso molto più alta ed è quello che ho potuto constatare di persona visitando uno dei più grandi vivai del Mediterraneo che ha sede a Carruba vicino Acireale; i Vivai Faro hanno numeri da capogiro per produzione e commercializzazione di piante mediterranee, palme, specie tropicali; l’organizzazione delle diversi fasi della produzione delle piante in vaso e per esterni avviene su una superficie complessiva di 600 ettari con metodi altamente sofisticati e per capirlo basta entrare in una delle tante serre che costituiscono l’"Unità di Propagazione" e vedere il susseguirsi di decine di bancali dove file ininterrotte di ovuli di cycas sono messi a radicare appoggiati su di un soffice substrato di torba e perlite.
Sono migliaia di ovuli che si susseguono a distesa come piccole uova di dinosauro delle quali ci si attende da un momento all’altro l’apertura.    
Ed il numero di esse che dalle semine di febbraio ad oggi ha emesso radice e con essa la prima fogliolina è altissimo: sono le baby cycas che, a fogliolina consolidata, verranno rinvasate cominciando in tal modo il loro percorso di crescita.
Ogni anno un travaso ed un giro di foglie per piante che presentano una crescita lentissima; ci vorranno quindici anni per saperne il sesso e molta pazienza. Le cycas non hanno fretta di crescere, le attende una lunga aspettativa di vita che potrete constatare andando a visitare gli esemplari dell’Orto Botanico di Palermo che di anni ne hanno più di  duecento.

 
 
 
 

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