giovedì 25 agosto 2011

Koelreuteria paniculata: un albero “pioggia d’oro”

 
Premessa
La scelta di una specie arborea da mettere in giardino non è cosa da prendere alla leggera. La maggior parte delle piante appena comprate sono giovani fuscelli dell’età di uno o due anni che, se anche fossero di una sequoia o di un baobab, ci apparirebbero, al momento dell’acquisto teneri ed indifesi, inadeguati per lo spazio loro assegnato in base a quelle che dovranno essere le dimensioni future. Nel tentativo di conseguire un “pronto effetto” si tenderà, allora, a non prendere nella giusta considerazione il rispetto delle distanze minime prescritte; le diverse specie arboree verranno collocate con una densità di piantumazione troppa alta che comporterà un inevitabile sovraffollamento, da  diradare in seguito. 
Brachychiton


Il fu.. Brachychiton

Cosa ancor più grave, si sottovaluta, spesso, la necessità di mantenere una distanza minima adeguata tra il futuro tronco della specie arborea prescelta ed i muri perimetrali di confine o le stesse pareti della casa. Quante controversie civili hanno come oggetto del contendere alberi o arbusti ormai adulti che in un modo o nell’altro si sono addossati alla proprietà vicina. E che dire dei Ficus elastica decora o dei Ficus benjamina regalati alle nonne per Natale che, ingialliti dal caldo termosifonato dei nostri appartamenti, vengono, in primavera, posizionati nella piccola aiuola vicino la veranda di cucina.
Ci potevamo pensare prima?
Nel volgere di pochi anni, radici poderose si infileranno sotto il muro della casa alla ricerca di umidità svellendo mattonelle, sollevando pavimenti ed intasando pozzi neri.
La fine di queste povere piante è quella di essere oggetto di lunghe controversie legali per poi essere tagliate, sradicate, divelte con molto dispiacere per chi le ha piantumate e notevoli spese per chi non è stato previdente. Dunque, nella scelta della specie da mettere in giardino occorrerà per prima cosa avere ben chiara la dimensione che la pianta avrà da adulta. E decidere di conseguenza. E’ necessario poi, studiare il fabbisogno in clima e in suolo della specie: se attorno avete castagni, non è posto per Brachychiton; se viceversa siete a Lampedusa non provatevi a coltivare azalee. Da non sottovalutare poi, nella scelta della specie altre informazioni di grande importanza; ad esempio, sarà previdente sapere se la specie è allergenica (chi ha olivi, cipressi, tigli, ontani o pioppi ne sa qualcosa); se è
velenosa (oleandri, acokanthera); se attira le api o è tossica per i gatti; se produce frutti che piacciono agli uccelli (provateci a stare sotto?) o che cadono al suolo imbrattando il pavimento, la panchina o la macchina parcheggiata (Celtis australis, Ficus retusa); se ha spine sul tronco (Erythrina o Chorisia) e, dunque, non è adatta ai bambini.
Proviamo ora ad applicare quanto detto ad una specie arborea che di recente ho consigliato ad un’amica: Koelreuteria paniculata. La specie è un bell’albero di media grandezza (non supera in genere i dieci metri di altezza) di lento accrescimento con il tronco, a corteccia grigia, che spesso si contorce. Proviene dalla Cina e climaticamente è molto adattabile trovandosi a suo agio nelle città del Mediterraneo dov'è molto utilizzata nelle alberature stradali ma espande la sua presenza sino al sud della Francia. Le cronache botaniche dicono che è specie da pieno sole, molto rustica e poco esigente in fatto di suolo; sopporta molto bene le potature che consentiranno di contenerne lo sviluppo adattandola, se necessario, agli spazi stretti dei piccoli giardini. Ha chioma arrotondata ed un bel fogliame verde scuro di foglie imparipennate, caduche; d’estate produce piccoli fiori gialli riuniti in pannocchie apicali che le fanno meritare l’appellativo inglese di “ Golden rain tree”.
  
 
 
Dai fiori si originano frutti a capsula, trigoni con forma di lanterna cinese con all'interno un seme nero.
 
I frutti, prima di colore verde paglierino, poi marrone, persistono tutto l’inverno sulla pianta. Il nome del genere, così difficile da memorizzare, è stato attribuito in onore del botanico tedesco Joseph Koelreuter (1733-1806), professore di storia naturale a Karlsruhe, mentre il nome della specie si riferisce ai peduncoli filiformi cui sono attaccati fiori e frutti. La famiglia di appartenenza è quella delle Sapindaceae cui appartengono molte specie arboree (Sapindus mukorossi, Sapindus saponaria) note come “Alberi del sapone”. Anche i semi di Koelreuteria come quelli delle altre specie contengono saponina ed immersi in acqua producono un emulsione sgrassante. Alcuni siti, infine, indicano la specie come potenzialmente tossica per i gatti in quanto contiene sostanze blandamente irritanti, ma non tutti i gatti manifestano i sintomi. I vivaisti ne commercializzano anche la varietà "Fastigiata" a portamento colonnare. Ora, avendo saputo tutto ciò che c'era da sapere su Koelreuteria paniculata, potremo decidere, con cognizione di causa, di mettere a dimora....un Cedro del Libano.




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