giovedì 10 aprile 2014

Paolo e l'hotel per insetti

Tra le proposte più delicate e poetiche che mi è capitato di sentire girando per i banchetti di Verde Mura a Lucca,  c’è quella di Paolo, contadino piemontese come si definisce lui, che ha preso a cuore la sorte dei tanti insetti  buoni che popolano le campagne creando per loro dei rifugi, dei ricoveri ricavati nel legno di castagno chiamati con il nome originale di "Hotel per insetti".

Gli insetti sono esseri viventi  che non a tutti riescono simpatici; io, ad esempio, mentre potrei sopportare (ma non per molto) la presenza di un topo in una stanza, in presenza di una cavalletta rimbalzante dentro un ambiente chiuso mi  sento gli spilli addosso e se vedo una di quelle grosse blatte che escono dai tubi di scarico dei gabinetti  vado nel panico.

Gli insetti  possono perciò essere belli o brutti  in base alla sensibilità delle singole persone mentre  il concetto di insetto buono o cattivo riguarda essenzialmente l’universo contadino ed il bisogno primario di produrre ed ottenere prodotti, integri, di bell’aspetto, in quantità adeguata a compensare le tante spese e fatiche messe in atto per ottenere una buona  produzione da vendere al mercato.  

Gli insetti che per antonomasia  sono considerati cattivi in agricoltura sono quelli  il cui stadio giovanile è una larva che potrà essere di farfalla, di coleottero o di dittero, non importa, perché a qualunque genere essa appartenga sarà sempre voracissima mangiando instancabilmente tessuto vegetale che masticherà sino allo stadio di pupa. Cavolaie, rodilegno, mosca della frutta sono esempi di insetti cattivi la cui presenza non controllata può determinare il deprezzamento di un’intera produzione. Una delle larve ritenuta in questo momento cattivissima ad esempio, è quella del  punteruolo rosso della palma che con la sua voracità sta stravolgendo i connotati del paesaggio costiero mediterraneo decretando la morte di estese popolazioni di Phoenix canariensis.
Per contrappasso, un esempio  di insetto buono è la coccinella che a dispetto di sembianze graziose possiede un animo da serial killer capace di scatenare la sua furia contro intere colonie di afidi di fruttiferi o di ortaggi contenendone l’azione negativa sulle colture.
Molto buoni perché utili alla pratica agricola  sono  considerati  i bombi  che nelle serre del ragusano, dove si coltiva pomodoro o altre solanaceae,  vengono allevati con apposite casette all’interno della serra per aumentare l’impollinazione e dunque l’allegagione dei frutti.   
Esistono anche biofabbriche per produce su scala industriale insetti da utilizzare in agricoltura per interventi di lotta biologica ed integrata.
 
L’idea di allevare insetti utili  non è dunque nuova, ma una cosa è sfruttare il lavoro degli insetti a scopro di lucro come avviene nell’agricoltura intensiva,  ben altra è quella di offrire  ospitalità  e riparo disinteressato a tutti gli insetti, meglio se buoni,  senza per questo mirare ad ottenere  una immediata contropartita.

I ricoveri realizzati da Paolo utilizzano materiali naturali  e riciclati e offrono riparo invernale ad api solitarie, bombi o a coccinelle, forbicine, cervi volanti.  Le sue casette hanno forellini (di diversi diametri) fatti nel legno, nelle canne o nei materiali inerti; ramaglie o paglia inserita in scomparti a ricreare fenditure verticali o orizzontali. Sono oggetti realizzati particolarmente a fine didattico per insegnare ai bambini il rispetto per il lavoro utile di tante piccole creature.
 
A me Paolo ne ha regalato uno di questi "Hotel per insetti" anche se in base alle dimensioni propenderei per un  BeB. 

Ha la forma di una vecchia sveglia bucherellata che solo a guardarla mi mette di buon umore; la tengo su una mensola piena di libri come un gradevole sopramobile, un manufatto evocativo di un uomo sensibile e gentile.


2 commenti:

  1. Io trovo raccapriccianti i ragni, ma in genere li risparmio. Un solo insetto non tollero, e lo spiaccico appena lo vedo, perchè lo ritengo pericoloso: la vespa. Ma questi hotellini dove vanno tenuti? in giardino suppongo, sopra un albero?

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    1. Si, si, dietro hanno un buchino per inserirli nella testa di un chiodo. Quelli più grandi poggiano a terra. ma puoi chiedere direttamente scrivendo a: paolo.parlamento@gmail.com

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