venerdì 7 marzo 2014

Le piante acquatiche del giardino delle Naiadi

  Intervista con il collezionista: Daniela Bazzani
Il mondo delle piante acquatiche è un luogo affascinante e primordiale, un ambiente mitologico dove già gli antichi greci avevano immaginato dovessero vivere giovani fanciulle, le Naiadi, signore di fiumi e ruscelli, paludi, laghi e sorgenti; creature benevole verso gli umani, guaritrici di coloro i quali si immergevano nelle acque da loro protette e sorvegliate.
Sito immagine
Un ambiente affascinante e complesso formato, in natura, da organismi vegetali fortemente specializzati che hanno dovuto subire forti adattamenti per sopravvivere, immersi come sono, a diversi livelli, nell’acqua; è infatti la scarsità di ossigeno, poco solubile nell'elemento liquido, che rappresenta il principale fattore limitante la sopravvivenza delle piante acquatiche che hanno dovuto sviluppare particolari tessuti aeriferi, provvisti di ampie cavità, nei quali accumulare l’ossigeno da esse stesse prodotto durante la fotosintesi. 
Eichhornia crassipes ha piccioli fogliari rigonfi di un tessuto spugnoso pieno d'aria
La vegetazione naturale dei luoghi umidi è in genere molto varia e specializzata dando luogo ad associazioni vegetali che vanno dalle formazioni arboree ed arbustive delle rive, alle erbacee tipiche delle sponde, alle specie galleggianti.
Fonte del fiume Ciane
Cercare di ricreare in un giardino ambienti vegetali così complessi ed articolati sembrerebbe un’impresa ardua, ma niente è impossibile per chi alle piante d’acqua ha dedicato tempo e passione tanto da decidere di abbandonare un lavoro sicuro per dedicarsi totalmente al loro studio e alla loro coltivazione. E’ questo ciò che fa da circa dieci anni  Daniela Bazzani che ha scelto di vivere “letteralmente immersa nel fango”, come ci racconta lei stessa, coltivando piante acquatiche, vicino Bologna, progettando e realizzando giardini d’acqua e scrivendo della sua esperienza di coltivazione in un blog dal titolo: giardinonaiadi.

Daniela è al centro della foto
Daniela, raccontaci cosa ti ha spinto ad interessarti alle piante acquatiche: “ Il mondo acquatico è un microcosmo perfetto e misterioso animato dalle più svariate creature reali e un po' fantastiche e irrazionali. Sono nata e vivo in un luogo della Pianura Padana che appoggia le sue fondamenta su un'antichissima palude di cui sento di far parte, come gli antichi abitanti delle terramare. Osservare e studiare la vita in uno specchio d'acqua mi meraviglia quotidianamente, mi rilassa e mi fa pensare in serenità. La passione e lo studio approfondito del mondo acquatico è iniziato un po' per gioco più di 10 anni fa. Ho iniziato a realizzare laghetti all'interno del mio giardino privato chiedendo consigli ad esperti con cui nel tempo ho allacciato legami più stretti, da loro ho appreso quello che non è scritto sui libri. Ho reperito tutta la documentazione italiana (pochissima) e straniera, ora sono in contatto con vivai olandesi che rispetto agli italiani hanno una marcia in più nel campo delle piante acquatiche. Mi piace sperimentare e toccare con mano personalmente, a volte sono coperta di melma dalla testa ai piedi, ma con molta soddisfazione.
  
Nuphar lutea



Quali sono le piante più rappresentative tra le acquatiche e che difficoltà comporta la loro coltivazione?:“ Le piante più note e decorative sono certamente le ninfee (Nymphaeae); ne ammiro la generosa fioritura, la bellezza eterea del fiore galleggiante, la perfezione delle foglie cerose. Sono le prime a mostrarsi nel laghetto e le ultime a scomparire, delicate e forti, sovrane indiscutibili di ogni giardino d'acqua. 

La coltivazione delle ninfee così come dei fior di Loto (Nelumbo) è molto semplice e accessibile anche ai meno esperti di giardinaggio.

Non importa possedere giardini o laghetti di grandi dimensioni, un angolo assolato anche su un terrazzo può ospitare un contenitore (esistono appositi mastelli idonei) in cui alloggiare un piccolo ecosistema totalmente indipendente. La cura di un giardino acquatico richiede in genere poco tempo: rabbocco dell'acqua che evapora, rimozione manuale di foglie e fiori appassiti per diminuire la quantità di materiale organico che potrebbe favorire la crescita di alghe filamentose. Ogni due anni circa consiglio di suddividere il rizoma delle ninfee in parti provviste di apparato radicale, si otterranno nuove piante ed un incremento della fioritura della pianta madre. Il rizoma ha l'aspetto di una grossa carota, basta estrarlo dal fango e tagliarlo con un coltello la cui lama è stata preventivamente disinfettata”. 
La tua passione è diventata in questi anni anche un lavoro?: “ Utilizzando le piante acquatiche che coltivo in un piccolo vivaio, mi piace creare progetti ad hoc in computer grafica 3D, se mi vengono richiesti. Non riciclo mai i progetti eseguiti perché ognuno rispecchia i desideri e le aspirazioni di chi desidera un giardino d'acqua. Il progetto nasce e cresce insieme al cliente mentre ne discutiamo”.
Ti consideri più collezionista o vivaista: “Bellissimo il termine “collezionista” di piante, mi fa pensare ad un galleria museale che espone opere d'arte come del resto sono le piante. Se potessi ospiterei nei miei giardini qualunque specie, un quadretto anche minuscolo di terra libera mi spinge ad acquistare una nuova pianta. Se possedere piante fosse una patologia io sarei all'ultimo stadio!”
Ludwigia grandiflora
Iris pseudacorus
Quali sono le tue acquatiche preferite? Tra le acquatiche prediligo le ninfee bianche, sono fioriture eleganti e di classe.
http://giardinonaiadi.blogspot.it/.
Ho poi un progetto a cui sto molto lavorando che è quello delle biopiscine cioè la realizzazione di un bacino d'acqua impermeabilizzato rispetto al suolo, non disinfettato chimicamente, contenente un biosistema acquatico, adibito alla balneazione. La qualità dell'acqua è assicurata da un trattamento biologico e dalla suddivisione in due aree ben distinte: zona di balneazione in cui è possibile immergersi; zona di rigenerazione dove vengono collocate le piante acquatiche che svolgono la fitodepurazione e dove si formano e vivono i batteri aerobi che consumano la sostanza organica in eccesso (quella che favorisce lo sviluppo di alghe filamentose). La balneazione in una biopiscina non è solo l'immersione in un ambiente diverso dalle piscine tradizionali, è una filosofia di vita, un modo di sentirsi parte della natura. 

Grazie Daniela per averci raccontato la tua passione per il mondo delle piante acquatiche; sono sicura che, al pari delle Naiadi, a molti sarà venuta voglia di fare il bagno in una tua biopiscina guardati a vista da ninfee, carpe e pesci rossi.

2 commenti:

  1. E' uscito il volume LE PIANTE CHE DEPURANO L'ACQUA, Applicazioni in fitorimedio, fitodepurazione e biopiscine. Ed. IL CAMPO, BOLOGNA, 2014. In 60 schede e 4 capitoli descrittivi, sono presentate le specie utilizzate nella depurazione dei reflui civili e industriali, le piante che assimilano sostanze inquinanti, le piu' belle piante acquatiche che si possono trapiantare in una biopiscina. Maria Cristina Grandi, una delle autrici, vivaista acquatica dal 1995 ed esperta di piante acquatiche e fitodepurazione, e' pronta a rispondere alla vostre domande.

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    1. Ho ricevuto questo commento che è andato a finire "fuori posto" e pertanto lo trascrivo così come è arrivato; sono contenta che si parli di acquatiche tutti insieme e dunque, oltre a Daniela, anche altri esperti potranno trovare spazio di discussione sul blog.

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